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era amelia, «come ti senti?» «male» «e io come mi dovrei sentire dopo quello che mi hai fatto passare?» «male,» dissi guardando in basso «dimmi che si risolverà tutto» «no, dovrai soffrire come ho sofferto io» «no, nononononono» «così capisci che cosa vuol dire soffrire» «già so che cosa vuol dire stronza che sei» dissi spingendola, me ne ritornai a casa di corsa, nella mia stanza c'era christian che sistemava le mie cose, che carino «clò che succede?» «umh come te lo spiego..» trovai il modo giusto per spiegargliwlo «ma sta scherzando? per una cosa che non hai fatto» guardai a terra. il giorno dopo a scuola entrai rapidamente e lo vidi appoggiato al muro con i suoi amici, mi guardarono malissimo, «ve la prendete con me che non ho fatto nulla?» poi si girarono, ci passai davanti ma mi fecero lo sgambetto per poco non caddi «ma sei scemo?» dissi, non mi rispose, le lezioni iniziarono e stare accanto a tom senza parlargli è difficile «comunque voi due là sotto vi dovete dividere» ci dividero e capitai accanto a michael che era arrivato il giorno prima, «dai che ora ti diverti» disse andando verso il suo nuovo posto «uhh» dissi scherzosamente, lui mi guardò sorridente «comunque scusa per ieri» disse ad un certo punto «è inutile non ti perdono hai esagerato» «lo so» disse guardando il banco, per la prima volta seguii la lezione, poi ci fu la ricreazione, e adesso con chi stavo? da sola, ormai mi ci dovevo abituare, cominciai a guardare ogni singolo dettaglio di ogni persona annoiandomi sempre di più «senza di me non riesci ad andare avanti vero?» disse tom passandomi di davanti «si, l'unico che mi sopporta per quella che sono eri tu mo che faccio» fece un sorrisetto ma poi una ragazza lo raggiunse, già mi aveva sostituita? «tomm vieni» disse spostandolo, abbassai la testa e iniziai a pensare, poi arrivò christian «che succede?» «sempre la stessa cosa ormai» «ma con gli altri non parli?» «chri lo sai anche tu che sono chiusa, non so socializzare, e non riesco ad aprirmi» «ma a inizio scuola non sembravi così» «perchè mi aspetto sempre le cose al meglio ma tutto va a rotoli come sempre e mi comporto come ogni anno» «vabbe dai vieni stiamo un po' insieme» mi sorrise, era il fratello migliore di questo pianeta per me, sorrisi e poi lo seguii «mi racconti qualcosa?» abbassai la testa «non sai di che parlare? va bè allora ti racconto io» christian era un po' il mio contrario, lui sapeva stare con la gente, io no, lui riusciva sempre a trovare qualcosa di cui parlare, io no, lui non si abbatteva mai, io si, in certe cose non siamo identici. appena uscii da scuola qualcuno mi toccò la spalla, mi girai, era un' amico di tom «perchè l'hai fatto?» chiese gentilmente «lascia stare» dissi andandomene, ma mi seguì e poi mi afferrò «non ne voglio parlare» «di un suo abbraccio nemmeno ti interessa?» «di un suo abbraccio?» dissi, mi vennero le farfalle nello stomaco «v-vuole davvero abbracciarmi?» dissi riprendendo a sorridere «se mi dici perché l'hai fatto glielo chiedo» «ah vabbè» ripresi a camminare pensando alla parola "abbraccio" «dai me lo puoi dire?» disse raggiungendomi «l'unica cosa che ti assicuro è che non sono stata io a farlo e soprattutto non l'ho mai voluto tradire» «va bene gli vado a chiedere se ti può abbracciare» «ma sei pazzo?! no dai» dissi ridendo «perchè?» «non lo fa, pensi che dopo questo abbia così tanta voglia di abbracciarmi o lo farebbe per me? ormai è finita» dissi, la mia voce faceva vedere tutto il dolore che stava dentro di me «chi l' ha detto?» «è così» «comunque possiamo conoscerci meglio? mi piaci come persona» sorrisi «nessuno te l'ha mai detto?» «se dici come amici, no mai» «vabbè per me lo sei» continuai a sorridere «casa tua è pure di qua?» chiesi «no, non hai capito io vengo a mangiare da voi» «ah capito» arrivammo a casa «ciao mark» salutò tom, a me no, guardai mark «che ti ho detto?» dissi a bassa voce «cosa?» disse tom «no nulla» risposi guardando i suoi bellissimi occhi, che non vedrò più felici quando mi vedevano, incantati con ogni mio vestitino, lucidi quando si sentiva in colpa, arrabbiati perché gli altri mi toccavano, salii di sopra e mark mi seguì «non vai da tom?» «voglio stare un po' con te» disse poggiando lo zaino a terra «che bella camera» disse guardandola «grazie» sorrisi «posso vedere i trucchi?» «va bene» perché voleva vederli? si sedette sulla sedia e iniziò a mettersi il rossetto proprio come faceva tom «aspetta» disse girandomi la testa, si avvicinò e le sue labbra toccarono la mia pelle «ti dà fastidio?» «no tranquillo» «a me si» disse spuntando tom, ci girammo «di che parli?» disse mark «perchè gli hai dato un bacio sulla guancia» «che c'è di male?» «è mia» «ah va bene» disse sorridendo per poi guardarmi, io ero tutta rossa «comunque è pronto» disse tom scendendo, «visto che ti vuole?» lo guardai felice come una bambina, lui sorrise insieme a me e poi scendemmo, mangiammo e poi mark e tom andarono a fare le loro cose in camera sua, io non ebbi niente da fare, perciò decisi di dormire, verso il pomeriggio tardi mi svegliai con i due ragazzi davanti la mia porta «la posso svegliare io?» «perchè dovresti la sveglia suo fratello» «e perché io non posso?» «perchè lo dico io» lui sorrise e tom mi guardò facendo un piccolo sorrisetto, poi richiusi gli occhi, sentii qualcuno baciarmi la guancia, aprii piano piano gli occhi e vidi tom, restai ferma immobile, poi se ne andò velocemente, appena chiuse la porta, mi alzai di scatto, stavo per urlare, ma ovviamente non lo feci, piuttosto interpretai come se non fosse successo nulla, scesi di sotto e mangiai «sei sveglia!» disse mark scendendo le scale, sorrisi, «ti devo dire una cosa» «ho visto tutto tranquillo» «apparte quello in camera diceva tutto il tempo "la amo" andando da tutte le parti»

she's my down bitch - Tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora