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venì sonia quel giorno e non fece altro che ridermi in faccia «che stra minchia ridi puttana, ti piace rovinarmi la vita eh, ti piace far allontanare le persone dalla persona che amano vero? tu pensi che tutto questo non mi dia peso, ma altro che se me lo dà, non riesco più a parlare, non mi sento più importante come una volta, non mi sento felice, apprezzata, consolata, mi sento uno schifo per colpa tua e delle tue cazzate che ti escono da quella fogna, sei solo una bambina del cazzo, mi hai rovinata» la spinsi, spero che capisca almeno un pizzico di quello che ha fatto. la giornata passò al peggio, non feci altro che stare sul letto a guardare il soffitto o il piccolo panorama che si vedeva dalla finestra, non avevo notizie di nessuno, di tom soprattutto, non sapevo niente, ero fuori dal mondo, per davvero, l'unica cosa che successe in quella settimana è un convocamento per me con i miei genitori, il pomeriggio andammo a scuola, «signori l'iscrizione per cloe non la possiamo dare valida, è la prima alunna in tutta la scuola che ha preso sempre gli stessi voti, al quanto bassi, non possiamo iscriverla, non la vediamo neanche in un cambiamento, è infantile» non me l'aspettavo che fossi così ingenua.. arrivammo a casa e so benissimo cosa mi aspettava «che è successo?» chiese tom, dalla faccia sembrava triste, tanto triste «cloe non può essere ammessa, la ritengono troppo infantile» «c-come..» «sei la delusione della famiglia» la guardai con gli occhi pieni di tristezza e di dispiacere, stava diventando come la mia vecchia madre.. rimasi ferma immobile, tom mi guardò con un sguardo spento, desideroso di darmi un'abbraccio di conforto, come faceva sempre «vattene in camera, ti credevo più matura» corsi in camera piangendo, tutti uscirono dalle loro camere appena mi sentirono, stavo urlando al mio stesso cuscino, «mamma non la posso lasciare là ti prego fammici andare» la supplicò tom fuori la porta «tom basta dirlo no!» «non voglio farla soffrire..» disse piangendo «è quello che si merita». di sera i nostri uscirono ed eravamo noi quattro da soli, stavo ancora piangendo, non riuscivo a smettere «cloe veloce apri sono tom» mi alzai «tom?» «si fammi entrare per favore, voglio vederti», aprì la porta e dalla forza mi buttò a terra mentre mi abbracciava «mi dispiace, mi dispiace» cominciò a dire «tranquillo..ci ero già abituata» «non voglio vederti piangere, mi dispiace», purtroppo qualcuno arrivò «tom fai veloce» disse a bassa voce bill che era dietro di lui «va bene, ciao cucciola» mi baciò, quanto mi mancava, arrivarono i miei. di notte tom rivenne da me «piccola apri» sussurrò «un attimo» mi alzai e gli aprii «mi manchi» «mi hai vista 1 ora fa»  «e vabbuò mi manchi lo stesso» sorrisi «ti posso riempire di baci?» chiese «secondo te?» lo fece, era così carinoo, mi morse per la seconda volta «sei morbidissima, ti mangio» «provaci e ti spacco» «eccola la mia rosellina» disse toccandomi il naso, lo guardai male ma sorridendo «amò io vado che tra poco papà si sveglia» mi baciò sul collo e se ne andò, dio quanto era bono. «ragazzi noi andiamo in viaggio, avete 17 anni l'uno tranne.. vabbè miraccomando»  sapevo che doveva dire ”cloe” , finalmente potevo divertirmi, con tom tutto è apposto, la sera ovviamente andammo in un locale, bevvi per la prima volta, e devo dire che era buono, ci divertimmo tutta la sera e poi tornammo a casa, io andai in camera con tom «toom» dissi tutta ubriaca «non mi hai mai chiamato in quel modo» sorrise, era davanti a me, lo feci sedere sul letto, lui alzò lo sguardo sorridendo mentre mi toccava i fianchi, mi misi a cavalcioni su di lui «sei ubriaca clò, per questo mi piaci» feci una risatina, si avvicinò e mi baciò sul collo, «spogliati».  mi ordinò, si alzò e chiuse la porta a chiave «menomale che non ti piaceva» «mi farai cambiare idea così» rise «tieni» «allora è vero che li hai sempre pronti» «e certo» sorrise, tom mi posizionò e sapete fin troppo bene il continuò. mi svegliai e non ricordavo nulla della sera prima, «ma che ci faccio nuda?!» mi girai verso tom «tu l'hai voluto fare» sorrise maliziosamente «ti farò bere più spesso» rise «contaci» «passami i vestiti» continuai «ti dò i miei, i tuoi li ho strappati..» lo guardai impietrita «o mio dio» «le mutande di Victoria secret no!» mi ricordai «ops..» , mi diede i vestiti, ero messa peggio di lui, la maglietta mi arrivava fino a sotto il ginocchio «una mini me» «vedi di starti zitto» «aspetta ti metto il cappello e sei pronta» «dici sul serio?» mi mise uno dei suoi tanti cappelli «guarda che sei bona come me» disse facendomi guardare allo specchio, non ero niente male «da quando hai uno specchio in camera?» «se mi devo guardare perché sono un bono della madonna di certo non lo faccio in bagno» «concordo» «i miei amici vogliono uscire andiamo?» «certooo» urlai «ma mica adesso vuoi più a loro che a me» «tom ma che dici ma chi ti rimpiazza cioè ti sei visto? e poi chi ha un carattere più bello del tuo, c'è sei perfettamente perfetto» «ti amo» mi baciò. andai da loro con i vestiti di tom, neanche a cambiarmi, tutti si salutarono «lei è» disse nemmeno guardandomi «cloe, non te la ricordi?» «ancora cloe? tom il tuo record» «dobbiamo fare 6 mesi» «quanti?! dio le tue relazioni duravano una notte e nemmeno» «si ma vuoi paragonare quelle rifatte a questa divinità?» disse indicandomi, ma quanto lo amo mamma mia «cloe ci rivediamo ciao!» mi abbracciarono «vedete di staccarvi» «ma che gelosoo» «zitta» «zittiscimi» «con piacere» «no dai scherzavo» eravamo alle giostre, ne vedemmo una in cui dovevamo prendere un oggetto ad un certa altezza e noi giravamo fino a raggiungere l'altezza giusta, però tradizionalmente si spingeva il compagno «lo facciamo, lo facciamo, lo facciamo???????» dissi gasatissima «si ma ti spingo io» «ma perché non ci spingiamo tutti insieme? uno dietro l'altro» «divertente» disse uno, pagammo e ci mettemmo uno dietro l'altro «tom devi tenermi coglione» «ah scusa»  «anche voi là sotto», la giostra partì, ero super gasata di vincere, sono molto competitiva lo ammetto, appena arrivò il momento urlai a tom «vai!» mi spinse con tutta la sua forza nel corpo, neanche io sapevo che era così forte, lo presi per miracolo, lo stavo mancando, tutti i ragazzi dietro di me ulrarono, poi la giostra si fermò «tom ma dove l'hai presa tutta sta forza» «eh sai faccio il chitarrista» «fa vedere» fece forza nelle braccia e non potete capire lo spettacolo, ero incantata «non sono granché però» «tom sono magnifici» dissi incantata, sorrise.

she's my down bitch - Tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora