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× "È vero che non mi guardi mai negli occhi e mi fissi le tette?"

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× "È vero che non mi guardi mai negli occhi e mi fissi le tette?"

Questa è la frase, anzi domanda, più lunga che Emma abbia mai rivolto a Gabriele. Hanno deciso di fare una passeggiata al parco e, dopo venti minuti passati ad osservare i suoi comportamenti, ha trovato una certa sintonia tra i suoi gesti e le parole di suo fratello. Si son seduti su una panchina dopo che lui ha preso un gelato che cola dappertutto e lei ne ha approfittato per fargli quella domanda.

"Eh? Ma cosa dici?" ribatte ovviamente. "Vuoi dire che ti guardo solo per il tuo aspetto fisico? Chi te le mette in testa queste cose?" ha i denti completamente sporchi di gelato al cioccolato ed è assurdo che la sua maglietta bianca sia a chiazze.

"Lo dice mio fratello e anche mio padre." non avrebbe proprio voglia di parlare di questo, ma vuole capire.

"Hai mai pensato che lo facciano perché sono gelosi? Sei l'unica figlia femmina in quella casa. Lo sarò anche io con mia figlia." alza le spalle e la sua attenzione sembra essere esclusivamente concentrata sul cono che ha davanti.

"Non mentirebbero mai su una cosa del genere, lo sai." di mezzo c'è il suo passato e Gabriele lo conosce fin troppo bene per potersi permettere di dire una cosa del genere senza sembrare ridicolo.

Rimane infatti spiazzato e intelligentemente getta nella spazzatura quel che resta del suo gelato, pulendosi con un fazzoletto che ha trovato nella tasca dei pantaloni.

"Ok si, forse ti guardo in quel modo ma è perché mi piaci da morire, amore." le sorride ma lei non si scompone, come al solito del resto. "Non è una novità, no? Te lo dico sempre che sei meravigliosa." la sua mano le accarezza la guancia e scende poi lungo il collo, soffermandosi sul suo seno. "E poi le tue tette sono così belle." si prende un labbro tra i denti quando abbassa lo sguardo sul petto della ragazza, poi si avvicina per baciarla. "E poi, a dirla tutta, ci sono rimasto davvero male quando non sei venuta da me, ti volevo così tanto."

Emma sposta il viso dall'altra parte e lo allontana, mettendosi in piedi per non restare alla sua mercé. Trova di pessimo gusto che si sia messo a parlare di queste cose quando gli aveva parlato di un problema che la infastidisce parecchio e di cui si sono accorti anche i membri della sua famiglia.

"Vado a casa." inizia ad incamminarsi e Gabriele non fa o dice nulla per fermarla.

Quando si volta per vedere dove sia, lo trova sulla sua via di ritorno a casa con il telefono in mano, come se nulla fosse. Sospira e cammina verso casa, ritrovando l'auto di suo fratello davanti casa.

"Hey principessa." le sorride, fermando il discorso con Paulo. "Come mai da sola e a piedi? Potevi mandarmi un messaggio, sarei passato a prenderti io."

Emma alza le spalle e poi apre la porta di casa sua per sedersi sul divano senza dire nulla.

"Ciao eh, bentornata." sorride suo padre, senza ricevere una risposta. "È successo qualcosa, tesoro? Ti vedo turbata."

Alessandro e Paulo rientrano, anche Maria, la madre dei due fratelli, fa il suo ingresso con in mano delle buste dopo essere passata dal fruttivendolo lì vicino.

"Che succede, Emma?" le chiede il fratello maggiore, poggiando le mani sulle spalle. "Devo andare a cercare quel Gabriele e spaccargli la faccia?"

Al sentire quel nome, Emma corruga la fronte e serra le labbra, non sentendo nemmeno il resto della frase del fratello che si coniuga in una minaccia a cui lei, di solito, si oppone sempre.

"Credo che non abbia voglia di parlarne." gli fa notare Paulo, poggiando poi una mano sulla testa della ragazza. "Lascia perdere tuo fratello, non andrà da nessuna parte."

La ragazza sospira affranta e si appoggia allo schienale con pigrizia, tenendo lo sguardo fisso sulla televisione che da un documentario. Il passatempo preferito di suo padre.

"Lo dicevo che non c'è da fidarsi di quel tipo." afferma infatti quest'ultimo, abbassando il volume della televisione.

"Michè, lascia stare, non penso che tua figlia abbia bisogno di sentirsi dire queste cose." lo riprende la moglie, poggiando le buste per terra mentre si avvicina alla figlia. "Tesoro mio, vedrai che andrà tutto bene." la abbraccia.

Emma lancia uno sguardo prima a lei e poi a suo padre che, in silenzio, la osserva. Tira un filo che sporge dalla sua maglietta e lo attorciglia intorno al dito, abbassando lo sguardo mentre pone loro una domanda.

"Perché avete detto ad Alessandro che Gabriele non vi piace e non a me?" non è felice di ciò, anzi.

"Perché tu sei fragile amore mio, la vita è anche fare esperienze brutte." risponde prontamente sua madre, accarezzandole la guancia. "Sai che ti vogliamo proteggere."

"Ha ragione la mamma, tu sei fragile e molte cose non le conosci. Ci devono essere dei filtri tra genitori e figli." si aggrega il padre.

È proprio come pensava. Odia il modo in cui si rivolgono a lei, come se fosse una bambina che non sa come gira il mondo.

"Non mi piace quando mi trattate come una bambina." non ci pensa due volte a dirlo, troppo arrabbiata per stare zitta.

"Non ti trattiamo come una bambina, Emma, vogliamo solo proteggerti e alle volte è meglio stare zitti per il bene di un figlio." torna a dire Michele, suo padre. "Tu sei ancora molto giovane ed è normale che ci siano persone orribili nella tua vita, sono le prime esperienze. Dopo quello che hai passato a Lima, vogliamo solo che tu stia bene per evitare che altri ti-" si interrompe quando la vede mettersi in piedi, evidentemente infastidita per quel che ha sentito.

Si chiude nella sua stanza senza dire nulla e i suoi genitori sospirano, in particolare la madre che si alza e porta frutta e verdura in cucina.

"Perché devi ricordarle sempre quello che ha passato a Lima?" e poi se ne va via.

Michele, arrabbiato a sua volta, va a spiegare le sue ragioni alla moglie ma senza alzare la voce.

"Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a tutto questo." mormora Alessandro nei confronti di Paulo che, per tutto il tempo, non ha fatto altro che tenere d'occhio le espressioni di Emma, vedendo il vuoto nei suoi occhi quando è saltata fuori Lima.

"Ma no, figurati." si premura a dire.

"Mia madre ha ragione, mio padre non dovrebbe ricordarle il suo passato." sospira, sedendosi poi sul divano, invitando l'amico a fare lo stesso.

"Non so molto sul passato di tua sorella, ma quello di Lima deve essere un argomento piuttosto spinoso se è andata via velocemente." istintivamente guarda la porta della stanza di Emma e può vederla mentre se ne sta sdraiata a pancia in giù, come fa la maggior parte delle volte quando si mette a letto, con il viso perso tra i cuscini e un'espressione triste.

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Mi Cielo / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora