Il passato può fare male, può far paura e certe volte non basta aggrapparsi al presente; certe volte bisogna trovare qualcuno che ci faccia vivere il presente e ci faccia pensare che non sarebbe poi così male puntare al futuro. Emma quel qualcuno l'...
× Emma stira il vestito lungo il suo corpo e si guarda poi dal riflesso dello specchio, sospirando con forza mentre allaccia il cinturino delle scarpe. Iris ha organizzato una festa e ha invitato sia lei che i ragazzi, anche se Alessandro si è tirato indietro con la scusa di stare male e così sembra davvero: quando la sorella l'ha visto, era pallido, un po' spento. Diverso dal solito, insomma.
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"Emma." riconosce la voce di Paulo che bussa alla porta della sua stanza.
Lo lascia entrare nella sua stanza, sentendo il suo sguardo bruciare come fuoco sulla sua pelle mentre la osserva, prendendole poi una mano e facendole fare una giravolta per guardarla nella sua interezza.
"Sei bellissima." mormora mentre le solletica i fianchi.
"Grazie." anche lei si prende del tempo per ammirarlo in tutta la sua bellezza mentre sfoggia una camicia bianca, abbinata alla giacca nera e ai pantaloni del medesimo colore. "Tu sei da mozzare il fiato."
I tacchi la rendono più alta e le permettono di baciare l'argentino sul mento senza doversi mettere necessariamente sulle punte. Si dondola mentre lo abbraccia e poi sorride in sua direzione.
"Cosa?" domanda, sapendo che vuole dirgli qualcosa.
"Grazie." ripete, ma questa volta non c'è nessun complimento di mezzo.
"Per cosa?"
"Perché stai venendo insieme a me." sospira. "Lo apprezzo tanto."
"Non ti avrei mai potuto lasciare da sola." pettina una ciocca dietro alle sue orecchie e la prende per mano quando decidono finalmente di uscire.
"Ci tenevo che ci foste entrambi, anche se Ale sta male."
Paulo stringe improvvisamente i denti a quell'affermazione e si morde la lingua con forza pur di non dirle la verità. L'ha promesso al suo amico.
"Capito." mormora.
"Che ti succede?" chiede preoccupata, sistemandosi di fronte a lui.
"Cosa?"
"Ti sanguina la bocca." risponde allarmata mentre prende tra le mani il suo viso e lo analizza attentamente. "La lingua, anzi."
"Oh.." sente il sapore ferroso del sangue e apre la bocca per far controllare ad Emma che apre la borsa e tira fuori una bottiglietta d'acqua. "Non c'è bisogno."
"Non puoi continuare a sanguinare." protesta e gliela apre anche, non dandogli altre opportunità se non quella di seguire il suo consiglio.
Paulo beve e sputa subito dopo, facendo controllare di tanto in tanto alla ragazza così da farla stare più tranquilla. Arrivano a casa di Iris con dieci minuti di ritardo, ma nessuno sembra preoccuparsi di ciò, anzi.
"Grazie per essere venuti." sorride la donna mentre si muove esperta sui suoi tacchi dodici. "Lui è Pascal, mio marito." (1)
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Paulo stringe la mano all'uomo e nota Emma barcollare, come se avesse appena avuto un piccolo capogiro. Nei suoi occhi non legge nulla di buono, se non l'ansia.
"È da un po' che non ci si vede, Felisa." sorride come se nulla fosse, dando poi le spalle ai due per dedicarsi alla cucina dato che, come lo definisce sua moglie, è un appassionato.
"Va tutto bene?" le chiede l'argentino, sedendosi accanto a lei quando prendono finalmente posto in tavola.
"Si." abbozza un piccolo sorriso e lui, per il momento, si fa bastare questa risposta.
Presto li raggiungono anche Pascal ed Iris. Dei bambini non c'è traccia, sarà una cena formale tra adulti, senza nessun altro.
"Spero non vi dispiaccia aspettare degli ospiti, tra poco saranno qui." afferma Pascal mentre guarda il costoso orologio che porta al polso, notando che anche Paulo ne ha uno. "Sei un appassionato di orologeria?"
"Più o meno." risponde con sincerità.
"Sai, questo è un Cartier Calibre Chronograph con la cassa e il cinturino in acciaio inox ed oro, i vetro in zaffiro e il quadrante in argento. Il suo prezzo si aggira intorno agli ottomilaseicento euro." se ne vanta con molta soddisfazione mentre solleva la manica della camicia per mostrarlo meglio.
Iris sorride soddisfatta mentre osserva i due che, invece, si lanciano una veloce occhiata, un po' confusi e infastiditi da quel suo tono saccente.
"E il tuo che orologio è?" chiede la maggiore delle sorelle.
"È un Patek Philippe Nautilus in oro, zaffiro, rivestimento luminescente e realizzato appositamente per me, quindi è personalizzato, non so con precisione quanto sia costato ma il prezzo si aggira intorno agli ottantamila." risponde a tono, anche se non è quel tipo di persona a cui piace vantarsi dei beni materiali.
Pascal subisce il colpo ed Iris allarga le narici, indispettita, gesto che fa ridere Emma mentre da un colpo di tosse per cercare di smorzare la tensione. Appoggia poi la fronte sulla spalla di Paulo che le accarezza le spalle, facendo incuriosire Iris che assottiglia lo sguardo in loro direzione.
"C'è qualcosa tra voi?" chiede senza troppi giri di parole.
"No." riceve risposta proprio dalla sorella.
"Bene." afferma mentre si mette in piedi dopo aver sentito il campanello suonare, il sorriso che poi compare sulle sue labbra inquieta un po' entrambi. "Sono arrivati gli ospiti, torniamo subito."
Quando rimangono da soli, Paulo ed Emma scoppiano a ridere, troppo divertiti dalla scena di prima per trattenersi ancora.
"La sua espressione impagabile mi ha dato più soddisfazione di qualsiasi altra cosa." ride lui, continuando a giocare con i suoi lunghi capelli.
"È vero, è stato divertente." con un dito sfiora il cinturino dell'orologio che ha al polso e poi fa lo stesso con il dorso della sua mano.
Uniscono le loro fronti e si sorridono dolcemente mentre si guardano intensamente, innamorati dai reciproci occhi: da un lato ci sono quelli scuri di Emma che son capaci di scrivere emozioni nel cuore di chi li guardano, dall'altro ci sono quelli di Paulo, il cui colore oscilla tra il verde e l'azzurro. Ma il loro contatto visivo viene interrotto dall'avvicinarsi della voce dei padroni di casa e dei loro ospiti. Non appena varcano la porta, Emma perde ancora una volta il sorriso e sente la testa girare più forte di prima mentre una brutta sensazione allo stomaco le fa venire la nausea. Quell'uomo, se così lo può definire, sorride in sua direzione mentre lei si mette in piedi.
"Scusate." mormora, poi, con andatura storta, si dirige verso il bagno.