× Dopo aver fatto una passeggiata con Paulo, quest'ultimo ha riaccompagnato Emma a casa ma, prima ancora che potesse scendere dall'auto, al momento dei saluti, la ragazza ha ricevuto una chiamata da sua madre. Le ha detto di far entrare Paulo. I 'guarda che se lo sa Ale si arrabbia' non sono serviti e sono stati succeduti dal suo 'questa è pur sempre casa mia'.
"So che sei davvero un bravo ragazzo, Paulo." sorride Maria mentre prende un sorso del suo caffè. "E lo sa anche mio figlio, è solo testardo adesso."
"A dire il vero è colpa mia, non gli avrei dovuto nascondere una cosa così importante." sospira pesantemente.
"Ma cosa dici?" ride. "Guarda che è normale che a quest'età si nasconda qualche dettaglio alla famiglia, soprattutto tu che sei famoso, poi.." prende un respiro profondo. "E non posso non capire Emma, anche io avevo paura delle reazioni dei miei fratelli e dei miei genitori quando mi sono messa con Michele."
La figlia accenna un sorriso e lancia poi un'occhiata alla porta della di Alessandro, sentendosi male al pensiero che sia ancora ferito. Lui abita da solo già da un po' di tempo, ma ogni tanto torna dai suoi per avere compagnia, per non restare da solo ed è per questo che ha così paura che possa arrivare ed arrabbiarsi di nuovo.
"Cosa c'è?" le chiede Paulo, accarezzando il dorso della mano della ragazza.
"Niente, pensavo ad Alessandro."
"Andrà tutto bene. Te l'ho detto, non potrebbe avercela mai con te." circonda le sue spalle con un braccio, dandole un bacio sulla guancia. "Dagli il tempo."
"Mi sento comunque male se so che è arrabbiato con te." mormora e poggia poi la testa sulla sua spalla.
"State tranquilli, vedrete che gli passerà." sorride Maria. "In otto anni che la conosco e la vivo tutti i giorni, non ho mai visto Emma così sorridente come quando è con te, parla anche di più ultimamente e sono sicura che se ne sia accorto anche lui."
Paulo guarda la fidanzata con una nota di orgoglio nel petto e lei ricambia il suo sguardo, non riuscendo a non sorridere mentre lascia un bacio sulla sua guancia. In quel momento la porta si apre e i timori di Emma prendono concretezza quando Alessandro entra e corruga la fronte al trovare lì anche Paulo.
"Perché è qui?" domanda, lasciando cadere in terra lo zaino che porta dappertutto.
"Perché è il fidanzato di tua sorella ed ha il diritto di restare in casa mia se io lo voglio." parla Maria, incrociando le braccia al petto. "E poi è un momento delicato per Emma, preferisco assicurarmi con i miei stessi occhi che stia bene."
"Dovevi preoccupartene prima, invece l'hai mandata ovunque lei volesse, ovvero a spogliarsi nella casa delle altre persone." sputa acido, facendo restare male sua sorella che abbassa lo sguardo.
"Stai davvero esagerando." dice Paulo, non riuscendo a restare in silenzio.
"E tu cosa vuoi? Pensa agli affari tuoi." ribatte, notando come Emma sospiri affranta, evidentemente ferita.
Le aveva detto che non era arrabbiato con lei ma inizia a credere che lo abbia detto perché conviene fin troppo dare tutta la colpa ad un solo estremo della coppia, ovvero a Paulo.
"Non hai il diritto di parlarle così, è tua sorella." le accarezza i capelli, sperando che non se la sia presa troppo. Alessandro ha sbagliato, ma è pur sempre arrabbiato e non si rende conto di quello che dice.
"E tu che ne sai? Hai una sorella e non me l'hai detto? Perché non sarebbe la prima cosa che mi nascondi." fa il giro ed arriva davanti ad Emma, prendendola dal braccio e tirandola in piedi per far si che non venga toccata da Paulo. "Va' via." gli da una spinta.
"Alessandro!" lo riprende sua madre. "Smettila subito di dire e fare certe cose!" si impunta.
"Non fa niente, è meglio che io vada." dice Paulo, mettendosi in piedi e accarezzando il viso di Emma prima di incamminarsi verso la porta.
Emma si dimena per inseguirlo, venendo tenuta da Alessandro che non accenna a volerla lasciare andare.
"Ahia.." geme quando la tira un'altra volta. "Paulo!" lo chiama per dirgli di aspettare, voltandosi verso il fratello e spintonandolo, così da liberarsi.
"Dove te ne vai?" le chiede.
"Sei davvero cocciuto, inizio ad averne abbastanza dei tuoi comportamenti." replica. "Sei un ragazzino che non sa stare al suo posto, Paulo non stava facendo nulla di male e tu l'hai attaccato e persino spinto." scuote la testa. "Detesto quando fai il possessivo, quando ti ostini a non voler capire."
"Quindi preferisci andare con lui?"
"Non si tratta di preferire con chi stare, Ale, si tratta che tu non sai controllarti e non sai quando arriva il momento di smetterla." gli da le spalle e corre poi in direzione di Paulo che è già uscito e lo abbraccia quando lo ritrova davanti alla porta che l'aspettava, accarezzando la sua nuca. "Mi dispiace."
"Non è colpa tua." sporgendosi per darle un bacio. "Dispiace a me perché non faccio altro che farvi litigare."
"Guarda che è solo colpa sua." unisce le loro fronti. "E poi sei stato carino a difendermi poco fa." gli da un altro bacio.
"Mi sembra il minimo." sorride e lei prende un sospiro di sollievo, credeva che fosse molto arrabbiato. "Cosa vuoi fare adesso?"
"Non voglio che te ne vai." si aggrappa a lui.
"Ma qui non possiamo restare, ti va se andiamo da me?" le cinge i fianchi e lei annuisce con forza mentre ridacchia dato che le fa il solletico.
"Si, dammi il tempo di prendere le mie cose." si stacca da lui e rientra, andando velocemente in camera per sistemare tutto quello che le serve in una borsa. Apre il cassetto per prendere la confezione delle pillole anticoncezionali, ma inizia a credere che le abbia spostate.
"Cerchi queste?" domanda Alessandro, porgendogli la scatola che cercava. "Divertiti allora ad usarle."
"Non sono affari tuoi, lo sai, vero?" risponde con lo stesso tono e poi lo supera, salutando sua madre ed uscendo di casa.
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Mi Cielo / Paulo Dybala
FanfictionIl passato può fare male, può far paura e certe volte non basta aggrapparsi al presente; certe volte bisogna trovare qualcuno che ci faccia vivere il presente e ci faccia pensare che non sarebbe poi così male puntare al futuro. Emma quel qualcuno l'...