Il passato può fare male, può far paura e certe volte non basta aggrapparsi al presente; certe volte bisogna trovare qualcuno che ci faccia vivere il presente e ci faccia pensare che non sarebbe poi così male puntare al futuro. Emma quel qualcuno l'...
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× "Siamo a-" non appena mette piede in casa, Alessandro non ha nemmeno il tempo di aprir bocca da venire immediatamente placcato da Emma che lo inizia a prendere a schiaffi sulle braccia.
"Hey, ma.." mormora Maria, sconvolta dal gesto improvviso della figlia.
"Fidatevi, Alessandro se le merita." risponde Paulo mentre ride.
"Ma ne sei sicuro? Non mi sembra che abbia fatto qualcosa di sbagliato." cerca di raccapezzarsi suo padre.
"Ma, Emma!" riesce a bloccarla. "Che ti prende?"
"Mi prende che sei uno stupido!" incrocia le braccia al petto. "Chi ti ha dato il diritto di credere alle cazzate che dice Iris senza prima parlarne con me?" sputa subito il rospo.
Il maggiore si chiede come abbia fatto a saperlo, poi poggia lo sguardo su Paulo che sorride mentre fa un cenno con la mano in sua direzione, come per dirgli di concentrarsi sulla sorella.
"Senti, non volevo creare casini tra te e lei. E poi so come funzionano le cose, non fa niente se per te è div- Ohw! Vuoi smetterla di darmi schiaffi?" si lamenta quando gliene arriva un altro.
"No perché sei uno scemo, un grande scemo!" scoppia a piangere. "Come puoi credere che per me sia diverso? Sei mio fratello, cavolo, perché mai dovrei basarmi sui legami di sangue o roba del genere?" incrocia le braccia al petto mentre si volta a dargli le spalle.
"Ma.. perché adesso stai piangendo?"
"Perché sei un grandissimo scemo, Alessandro Bartolomeo!" tuona ancora una volta. "Invece che credere a lei a priori, saresti dovuto venire da me e chiedere spiegazioni." si morde il labbro e guarda Paulo che fa cenno lei di continuare. "Non posso negare che Iris sia mia sorella di sangue, ma questo non vuol dire nulla. È da quando ho detto che sarei partita per il Perù che vi siete messi in testa che io voglia andarmene da qui per stare con la mia 'vera' famiglia."
Presi in causa, Maria e Michele si guardano come per cercare una giustificazione al fatto che non le abbiano detto nulla e che abbia dovuto sapere tutto attraverso Paulo.
"Hai detto che il Perù è casa tua." le ricorda il padre.
"Ed è così, io sono nata lì e quando ho avuto la possibilità di fare un giro per la città in cui sono venuta al mondo, mi sono sentita finalmente completa e in pace con me stessa. Non ero mai uscita da quel quartiere quando vivevo lì e vedere Lima oltre la povertà, i problemi e la paura è stato bellissimo." accenna un piccolo sorriso che dopo si dissipa. "Ma a Palermo ho qualcosa che li non ho mai avuto e non avrò mai, la mia verafamiglia." prende un respiro profondo. "Voi mi avete accolto in casa vostra senza mai farmi pesare i miei silenzi, la mia incapacità di capirvi o parlarvi completamente, senza considerarmi un peso o qualcosa di inutile." scuote la testa. "Solo perché non lo dico, non vuol dire che io non vi ami e non vi sia grata per questo. A partire dai miei genitori fino ad arrivare a mio fratello." sente le guance andare a fuoco e si sente come se fosse sotto un riflettore mentre una grande folla di persone la guardano.
Le braccia di Alessandro che la stringono la fanno sussultare e, quando con la coda dell'occhio lo guarda, lo vede sorridere.
"È vero, sono uno stupido. Perdonami."
Emma si rigira tra le sue braccia e lo stringe a sua volta, affondando il viso nel suo petto.
"Stupido.." continua a mormorare.
"Oh, amore mio." anche Maria si unisce al loro abbraccio. "Ci dispiace tanto, non avremmo mai dovuto mettere in dubbio l'amore che provi per noi."
"Da qualcuno doveva ereditare la stupidità questo ragazzo." sorride quando anche Michele si aggiunge all'abbraccio.
Ecco che finalmente avverte quel calore che dovrebbe dar prova a tutti di quel che sente davvero: la sua famiglia, quella vera, anche se non biologicamente, è vicino a lei.
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"Grazie." mormora Emma mentre guarda Paulo che, corrugando la fronte, si guarda intorno per capire con chi stia parlando.
"Dov'è Ale?" le chiede poi.
"Ha detto che doveva andare in bagno." risponde. "Mentre eri intento a scrivere sul cellulare."
"Ah.." lo mette via. "E stavi parlando con me poco fa?" la vede annuire. "Perché mi ringrazi?"
"Perché se non fosse stato per te probabilmente non avrei mai saputo la questione di Iris e mi hai permesso di vivere un bel momento con i miei genitori e mio fratello." sorride. "Per questo ti ringrazio." gli si avvicina e lo abbraccia, sentendo il cuore andare più veloce di quello che si sarebbe mai aspettata quando ha deciso di farlo.
"Hai fatto tutto tu, non devi ringraziarmi." le da un bacio sulla fronte e non smetterà mai di pensare che gli piace da morire farlo.
"Dato che oggi è il giorno delle verità, sento che devo dirla anche a te." si stacca leggermente da lui.
"Sono tutto orecchie." e per un attimo spera che sia quello a cui sta pensando ininterrottamente da giorni, ormai.
Emma prende un respiro profondo e poi riordina le parole nella sua mente, cominciando a parlare.
"Prima, per me, eri il fastidioso amico di mio fratello con cui, ogni tanto, passavo insieme il tempo. Credevo fossi il solito personaggio famoso montato e stupido che si crede migliore di tutto e tutti."
"E ti ho fatto ricredere?"
"Non sei montato e non ti credi migliore di tutto e tutti, per il resto un po' stupido lo sei." ironizza per evitare di arrossire com'è successo poco fa.
"Beh.." inizia, ma poi si blocca mentre pensa.
"Quindi?"
"Stavo cercando di dire qualcosa di poco carino e concludere dicendo che mi hai fatto cambiare idea, ma non mi viene in mente nulla." alza le spalle. "Mi sei piaciuta fin da subito."
Emma sorride in sua direzione e ringrazia il cielo di essere così vicina a lui da poterlo guardare negli occhi. Si crea connessione tra loro e, in poco tempo, si ritrovano uniti per mezzo delle loro labbra che, appassionatamente, si muovono le une sulle altre.
"SCARICO!" urla Alessandro, spalancando la porta del bagno e facendo staccare i due. "Dove eravamo rimasti? Ah si, io che batto la mia arrogante sorellina a COD." riprende in mano il joystick e lo stesso fa Emma che, dopo poco dall'inizio della partita, si volta in direzione di Paulo che fa lo stesso e si sorridono dolcemente.