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× "Emma!" urla Alessandro dal piano di sotto mentre indossa a fatica i jeans che non ha nemmeno sbottonato prima di infilarseli.

"Cosa?" chiede dal piano di sopra mentre inizia a scendere.

La scena che le si presenta davanti è comica: Paulo steso sul divano che ride mentre osserva Alessandro lottare con i suoi jeans neri a cui salta anche un bottone.

"Cazzo!" impreca mentre corre a prenderne un altro paio. "Emma, sai dove sono i miei occhiali da lettura?"

"Dove li lasci di solito?" tenta mentre alza un sopracciglio e continua a spazzolare i capelli.

"Ho controllato ma no- dove vai?"

"Devo andare a comprare delle cose." risponde mentre si da una veloce occhiata allo specchio.

Paulo si mette seduto e sorride quando la vede sistemata, ma corruga la fronte quando nota che ha indosso un paio di jeans e un top molto corto.

Paulo si mette seduto e sorride quando la vede sistemata, ma corruga la fronte quando nota che ha indosso un paio di jeans e un top molto corto

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"Devi uscire con quel top?" le chiede a bassa voce mentre Alessandro si chiude nella sua stanza per vestirsi.

"Ho la giacchetta." si avvicina a lui con una corsetta e si abbassa per dargli un bacio, avvertendo chiaramente la mano di Paulo che scende fino al sedere, a cui da una pacca.

"Paulo." lo rimprovera mentre toglie la mano da lì. "C'è mio fratello."

"Come se non si facesse due domande anche se ci vedesse baciare, il problema si palesa solo se ti tocco il culo." rotea gli occhi al cielo.

"Hai ragione." si allontana da lui.

"Quindi esci così?" si mette in piedi mentre la osserva da capo a piedi.

"Cos'ho che non va?" si guarda dall'alto.

"Mh." mugola mentre le si avvicina, solleticando i suoi fianchi nudi. "Sei troppo scollata."

Emma rotea gli occhi al cielo e subito dopo sbuffa mentre osserva Paulo che alza le mani come per dire che non è colpa sua se sta osservando i fatti.

"Ho la giacca." ripete ancora una volta e lui si prende del tempo per annuire.

"Ci sono!" Alessandro tira un respiro di sollievo anche se deve ancora correre a lavorare, ma si prende del tempo per osservare la sorella. "Devi uscire così?"

"Si." risponde mentre Paulo sorride soddisfatto.

"Non sei un po' troppo scollata?"

"Alessandro." si lamenta mentre prende le sue cose. "Siete una noia."

"Se mi dici dove devi andare, ti ci porto io non appena torno." alza le spalle.

"Non se ne parla, devo andare a comprare delle cose." afferma mentre si avvicina alla porta.

"Mi sforzerò nell'ingrato compito di portarti a fare shopping se è questo quello che-"

"Devo comprare la biancheria intima." lo interrompe e il fratello spalanca gli occhi.

"Oh.." mormora e lei ride mentre esce dalla porta.

Dopo nemmeno dieci metri di camminata, sente qualcuno andarle dietro e quando si volta trova Paulo che la segue.

"Che fai qui?" sorride mentre lo abbraccia, ovviamente prima si assicura che non ci sia Alessandro in giro.

"Tuo fratello è andato via di fretta e furia ed io pensavo di venire con te per farti compagnia." le tende la mano. "E perché muoio dalla voglia di vederti scegliere la biancheria che sarà mio compito togliere."

"Simpatico." ridacchia. "In realtà dovrei prima passare dalla farmacia."

"Per..?"

"Ho parlato con il mio medico e gli ho chiesto la prescrizione per la pillola." spiega brevemente. "Altro motivo per cui sarebbe stato terribile se Ale fosse venuto con me."

"Questa giornata sarà più divertente del previsto e dire che ho sempre odiato fare shopping con le donne." sorride beffardo.

La farmacia è la prima tappa e non appena la scatola viola e bianca è tra le mani di Emma, quest'ultima inizia ad appuntarsi vari promemoria in testa per far si che se ne ricordi. Intimissimi è la seconda tappa.

"Amore." la chiama Paulo, senza mai staccare gli occhi da un coordinato.

"Cosa?" si volta in sua direzione.

"Dimmi che ti piace." glielo indica con lo sguardo.

Emma analizza il coordinato: è bianco e in pizzo, con delle parti vedo-non vedo che lo rende ancora più bello.

"È carino, si." annuisce. "A te piace?"

"Da morire." mormora mentre sorride, immaginandoglielo già addosso.

Emma lo aggiunge alle altre cose e, dopo aver guardato in giro, si dirige alla cassa dove ha una vera e propria discussione con Paulo su chi debba pagare, perdendo quando il ragazzo le blocca le mani con una sola delle sue e con l'altra porge la sua carta alla commessa che, tra le risate, ha imbustato tutto.

"Perché non mi ascolti mai?" sbuffa quando salgono sulla sua macchina, sistemandosi sul lato del passeggero.

"Perché mi piace farti dei regali." le da un bacio sulla guancia. "Non prendertela così tanto."

"Si che me la prendo, non devi pagare per me." si volta in sua direzione mentre lui mette in moto.

"I soldi non sono un problema e preferisco spenderli per qualcosa che sia utile a te anziché alla sala giochi con tuo fratello." ammette senza troppi giri di parole. "Adesso cosa ti va di fare?"

Emma ci pensa un attimo su mentre guarda fuori dal finestrino e si rende conto che non è andata quasi mai al mare in questi giorni.

"Vorrei andare al mare."

"Alle sette di sera?" ride lui. "Ti ci porto domani, te lo prometto." dice e lei sorride mentre si sporge per dargli un bacio. "Abbiamo un'ora di tempo prima che Alessandro torni a casa."

"Già." risponde mentre osserva l'orologio. "Se dico ai miei che dormo fuori, posso dormire da te?"

"Non me lo devi chiedere mi amor." le accarezza la coscia, facendola sorridere.

"Però prima devo passare da casa a prendere le mie cose."

"Va bene."

Quando arrivano ad un semaforo rosso, Emma si getta tra le braccia di Paulo, baciando le sue labbra con una dolcezza unica.

"A cosa devo tutta questa dolcezza improvvisa?" chiede mentre la vede alzare le spalle e gli accarezza il collo.

"Mi va." si limita a dire, baciando di nuovo le sue labbra, staccandosi quando sente il clacson della macchina che li succede suonare. "Uffa." sbuffa mentre si siede al suo posto e Paulo ride.

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Mi Cielo / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora