× È rimasta a fissare lo schermo del cellulare per una buona mezz'ora. '12 chiamate perse da Gabriele' recita la prima notifica, quella in cima a tutte. Aveva lasciato il telefono nella borsa, nell'armadietto, l'ha acceso solo quando è ritornata a casa dato che ha dormito durante il viaggio di ritorno, addosso a Paulo tra l'altro. Sospira quando il telefono squilla più e più volte a vuoto.
"Emma, finalmente!" tuona dall'altro capo del telefono.
"Ciao." si limita a dire, sapendo già che non è di buon umore.
"Si può sapere dove sei stata? È da questa mattina che provo a chiamarti, sono anche passato da casa tua ma non c'era nessuno."
"Sono andata in piscina." risponde, osservando Paulo che la guarda dallo stipite della porta.
I suoi hanno insistito affinché rimanesse a cena ma non credeva che avrebbe trovato il modo di sgattaiolare nella sua stanza, anche se si limita a starsene fermo sulla soglia della porta. Si alza e prova a chiuderla, la porta, ma lui la ferma e fa per baciarla, facendola indietreggiare.
"In piscina? Da sola? A far cosa?"
"Ero con i miei genitori e mio fratello." afferma, tornando a sedersi sul letto.
"E nessun altro?" chiede poi, come se sapesse già che ci sia stato qualche altro.
L'argentino sorride mentre si indica da solo, come a dare a Gabriele la risposta che sta cercando. È a torso nudo dato che ha fatto la doccia da poco, i suoi capelli sono bagnati e ricadono sulla sua fronte.
"No, c'era anche l'amico di mio fratello." aggiunge, guardando il diretto interessato dritto negli occhi, vedendolo sorridere soddisfatto.
"Ma chi? Quel calciatore? Dybala? Perché era con te e la tua famiglia?"
"Perché è un amico di mio fratello." ripete semplicemente, trovando quella risposta più che esaustiva.
"Si ma non è un amico di famiglia da quel che ho capito e non capisco perché tu non mi abbia mai detto nulla. Ero invitato anche io, no?"
Paulo se la ride, cercando di non fare rumore per non far arrabbiare Emma che sbuffa sonoramente.
"Non eri invitato."
"Cosa? Quel tipo si ed io no?"
"Già." si guarda intorno mentre aspetta una risposta che arriva sotto la forma di opposizioni e discorsi diversi non connessi da un filo logico. "Ok vado, ciao."
Chiude la telefonata e mette via il cellulare, alzandosi per sistemare i vestiti puliti nell'armadio. Paulo, invece, socchiude la porta e si sdraia sul letto di lei. Emma lo guarda stizzita e si limita a scuotere la testa, senza dire niente.
"Cosa c'è, piccola?" le chiede lui, balzando in piedi ed abbracciandola da dietro.
La castana prova a liberarsi dalla sua presa, spingendolo dal petto così da non averlo addosso ma Paulo la stringe più forte, facendole perdere così le speranze.
"Staccati." lo guarda con la coda dell'occhio, distinguendo un sorrisetto soddisfatto.
"Prima dimmi perché poco fa ti sei fermata proprio sul più bello." allude al loro bagno in piscina, quando erano a due passi dal fare sesso.
"Inizio ad urlare." impone il ricatto.
"Tanto so che non lo farai." le bacia il collo e le accarezza la vita, facendola sospirare mentre chiude gli occhi. "Ti piace, eh?"
Si, le piace. Ma non può lasciarglielo fare e dunque approfitta del suo momento di distrazione per staccarsi ma deve saltargli addosso un'altra volta quando sente dei passi provenire dal corridoio.
"Emma." è Alessandro.
Emma spinge Paulo verso l'armadio, facendo lui cenno di stare zitto e fermo mentre richiude le ante ed apre la porta al fratello. Fa capolino con la testa e può vedere che non è ben felice, per un attimo teme di aver sentito qualcosa.
"Il tuo fidanzatino è alla porta che ti aspetta." sospira, allontanandosi poco dopo.
Come se non bastasse, Gabriele è fuori da casa sua e non sa nemmeno per quale motivo. Rientra nella stanza e apre l'armadio, lasciando uscire Paulo.
"Va' via." dice in sua direzione, facendo poi per uscire dalla stanza.
"Ferma." la osserva e afferra poi una maglietta più coprente dal suo armadio.
"Ma cosa.." mormora mentre Paulo gliela fa indossare, proprio come se fosse una bambina.
"Sei troppo scoperta." adora come il top corto le stia, soprattutto perché ha una bellissima scollatura sul suo altrettanto bellissimo petto ma l'idea che quel Gabriele possa vederla così, lo manda fuori di testa.
Emma rotea gli occhi al cielo e poi esce dalla stanza, incamminandosi verso la porta dove, a tenere compagnia a Gabriele, c'è suo padre.
"Papà." lo chiama.
"Oh, eccoti." si mette dritto. "Stavo intrattenendo il nostro ospite." è evidentemente infelice di averlo qui. "Vado."
Non appena Michele gira l'angolo, Gabriele salta addosso ad Emma. La bacia con foga mentre le accarezza le cosce, facendola gemere per il disappunto. Si allontana da lui e, quando indietreggia, arriva addosso a qualcosa, anzi, qualcuno.
"Ale.." mormora la sorella minore, sapendo già in che direzione sta virando la situazione.
"Ciao, Alessandro." Gabriele è piuttosto imbarazzato e anche timoroso dato che il maggiore non sembra essere affatto felice.
"Sei davvero poco cortese a venire fin qui ed aspettare che mio padre vada via per saltare addosso a mia sorella." assottiglia lo sguardo e incrocia le braccia al petto, evidentemente arrabbiato.
Emma gli da ragione questa volta, anche perché quel bacio non le è piaciuto per niente, ma l'ultima cosa che vuole è dare vita ad una tragedia. Abbraccia suo fratello e lo guarda dritto negli occhi, chiedendogli di evitare inutili discussioni.
"Ehm.." balbetta Gabriele in preda all'imbarazzo.
"Vattene via." sbuffa Alessandro, chiudendogli la porta in faccia. "Guarda tu che tipo."
Emma tende le braccia in sua direzione come per chiedergli un abbraccio, sapendo che, sotto sotto, suo fratello maggiore è un tenerone e si calma sempre quando lei gliene dà uno. Alessandro, infatti, non se lo fa ripetere due volte e stringe a sé la sorella.
"Va tutto bene?" chiede Paulo, facendo finta di essere all'oscuro di tutto.
"Quel tipo ne ha approfittato per saltarle addosso." risponde mentre accarezza i capelli della sorella. "Quando capiranno che sei ancora troppo piccola?"
Emma appoggia il mento sulla spalla del fratello ed osserva Paulo che sorride in sua direzione, distogliendo poi lo sguardo mentre le sue guance si tingono di rosso.
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Mi Cielo / Paulo Dybala
FanfictionIl passato può fare male, può far paura e certe volte non basta aggrapparsi al presente; certe volte bisogna trovare qualcuno che ci faccia vivere il presente e ci faccia pensare che non sarebbe poi così male puntare al futuro. Emma quel qualcuno l'...