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× L'atmosfera in casa è molto tesa, infatti, quando Alessandro è passato da casa dei suoi genitori per lasciare alcune cose che sua madre gli aveva chiesto di prendere, non ha nemmeno parlato con Emma

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× L'atmosfera in casa è molto tesa, infatti, quando Alessandro è passato da casa dei suoi genitori per lasciare alcune cose che sua madre gli aveva chiesto di prendere, non ha nemmeno parlato con Emma. Anzi, l'ha salutata ma lei l'ha ignorato. Subito dopo la fuga di Emma verso la sua stanza, suo padre è rientrato e da una delle ragazze è venuto a sapere il motivo per cui suo figlio sembrava così sconvolto e per cui si era creato del casino. Inutile dire che anche lui ha dovuto sedersi e fare mente locale. Dopo aver pranzato con la sua famiglia nel più sentito dei silenzi, ha fatto venire Paulo per fare due partite alla vecchia playstation che ha lì e che ha lasciato alla sorella che non ci gioca mai.

"Emma." la chiama Alessandro, per quella che sarà la centesima volta in una mattinata, quando la vede uscire dalla sua stanza. "Puoi smettere di avercela con me, perfavore?"

Emma lo ignora e continua a camminare per il corridoio, entrando in bagno e chiudendo la porta alle sue spalle. Il maggiore sbuffa lascia andare il controller.

"Ci credo che non ti parla, ti sei comportato da stronzo questa volta." afferma il suo migliore amico.

"E allora perché non mi hai fermato? Non mi son reso conto di nulla." sbuffa sonoramente. "Il suo silenzio mi uccide."

"Amigo, non credo ti serva uno come me per dirtelo, ma vorrei farti notare che tua sorella se ne sta sempre in silenzio a non dire nulla." prende un'altra nocciolina e la butta giù.

"Quando se ne sta più in silenzio del solito e con l'aggiunta di un'espressione arrabbiata, ok?" non riesce proprio a litigare con lei, non lo sopporta e non ci è abituato. "E poi che cazzo, ho dovuto scoprire in quel modo che mia sorella non è più vergine." si lamenta. "Io credevo fosse ancora piccola ed innocente, invece scopro che ha già fatto sesso e per giunta con quel grandissimo stronzo di Gabriele."

"Stai facendo il drammatico, Ale, cosa credi che facessero quando restavano da soli? Che si guardassero negli occhi?" chiede ironicamente, poggiando il suo joystick sul tavolino di legno.

"Si ma è come se avesse vinto lui, te ne rendi conto? Quello lì avrà aspettato solo il momento giusto per saltarle addosso." si guarda intorno per assicurarsi che sua sorella non ci sia, vedendo entrare la madre con una pila di vestiti puliti.

"Tu e tuo padre esagerate come al solito, cosa volete che sia? Anche io sono rimasta sorpresa ma perché Emma non parla mai di certe cose, è naturale che abbia avuto dei rapporti con dei ragazzi." afferma. "E tu non sei nessuno per impedirglielo, ha fatto bene a parlarti in quel modo e ad essere così schietta."

"Mamma non stare dalla sua parte proprio adesso." sbuffa un'altra volta mentre porta le mani sul viso. "Non voglio nemmeno pensarci, mi sento male alla sola idea."

"Guarda che nessuno ti ha detto di pensarci, anzi, tua madre ti sta dicendo di lasciar perdere e fartene una ragione." ride Paulo.

"Oddio e se non avesse usato le precauzioni?! Mamma, Emma prende la pillola?" guarda la madre con sguardo terrorizzato.

"No, me ne sarei accorta altrimenti." risponde dopo averci pensato un attimo su.

"E se non avessero usato nemmeno i preservativi? Non sarebbe meglio portarla da una ginecologa o qualcosa del genere?"

"Ma la vuoi smettere?" replicano in coro Paulo e Maria.

"Voi non capite!" esclama mentre si mette in piedi. "Emma è troppo giovane per avere un bambino, se fosse davvero incinta? E poi io non sono pronto ad avere un marmocchio attorno che mi chiama zio!"

È così concentrato sui suoi pensieri da non accorgersi nemmeno della presenza della sorella, alle sue spalle, che lo guarda come se fosse appena uscito da un manicomio. Se ne rende conto quando Paulo e Maria scoppiano a ridere.

"Lascia perdere, tuo fratello ha perso il senno." le dice Paulo.

Emma scuote la testa e sospira mentre passa loro davanti per prendere il computer che aveva lasciato sul mobiletto del salone.

"Hey, hey." Alessandro afferra il suo braccio prima che possa andare via. "Ti prego, puoi parlarmi? Mi fa male sapere che sei arrabbiata a morte con me? Ti avrò chiesto scusa mille volte e lo faccio un'altra volta ma dimmi qualcosa." sembra quasi sull'orlo della disperazione.

"La pillola dovresti prenderla tu, almeno per impedire al tuo cervello di concepire certe stronzate." lo accontenta, anche se non nella maniera che più si aspettava.

"Guarda che io mi preoccupo per te, non credo che tu sia pronta per fare la madre." afferma e la vede roteare gli occhi al cielo. "Cioè, non perché non saresti brava, piuttosto perché sei ancora molto giovane. Hai ancora una vita davanti per fare dei bambini, possibilmente con persone sane di mente."

"A me quello poco sano di mente sembri tu." Paulo si mette in piedi e poggia una mano sulla spalla dell'amico. "Lasciala stare, stai solo peggiorando le cose."

"Almeno qualcuno di sveglio c'è qui dentro." mormora Emma prima di allungare il passo verso la cucina per prendere una bottiglietta d'acqua.

"Guarda che non sono stupido, sono solo scioccato, ferito e ancora scioccato." le va dietro il fratello maggiore. "Soprattutto ferito."

"Pensa a quanto mi sono sentita ferita io quando hai alimentato le prese in giro di quelle tre oche che nemmeno conosco raccontando i fatti miei come se nulla fosse, soprattutto dopo aver parlato con Gabriele." si ferma per prendere un respiro profondo. "Pensa alle tue di prestazioni e assicurati di usarlo il preservativo perché non sono pronta ad avere un marmocchio tra i piedi, soprattutto se figlio di quella bionda svampita che ti sei portato appresso o delle sue amiche sceme."

Afferra le sue cose e senza pensarci una seconda volta se ne va, lasciando su due piedi il fratello che si sente solo peggio di prima.

"Sono totalmente rovinato." sbuffa mentre si lascia cadere sul divano del salone. "Di questo passo mi odierà per sempre."

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Mi Cielo / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora