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× Se prima è toccato ad Emma insistere, adesso è il turno di Paulo

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× Se prima è toccato ad Emma insistere, adesso è il turno di Paulo. Maria e Michele lo hanno invitato a restare per cena, cena a cui ha preso parte anche Alessandro che, per tutto il tempo, è rimasto in silenzio e con il telefono in mano. Adesso è seduto da solo con le cuffie sul divano del salone ed ha chiesto alla ragazza di lasciare lui il compito di parlargli. Si è messo in piedi ed ha pensato bene a cosa dire, andando verso la sua direzione e dandogli una pacca sulla spalla prima di sedersi accanto a lui.

"Hey." mormora mentre lui toglie una cuffia e mette in pausa il video sul telefono.

"Cosa vuoi?" domanda, non ha nemmeno voglia di discutere questa sera.

"So che non vuoi parlare con me ma io si, non ne posso più di questa situazione." si stupisce al vedere che Alessandro mette tutto da parte per ascoltarlo. "Mi dispiace per quello che è successo, non avrei mai dovuto nasconderti una cosa del genere. Ma cosa avrei dovuto dirti?" sospira. "Ricordi quando mi hai detto che sei rimasto folgorato da Emma quando l'hai vista per la prima volta? È stato lo stesso per me anche se in modo diverso, ma capiscimi, lei era una ragazzina ma mi aveva già fottuto il cervello. L'estate prima di partire non sono riuscito a starle lontano e per lei è stato lo stesso, ma di mezzo c'erano tante cose e lo sai pure tu. Credevo che non ci sarebbe mai stato niente di serio ed ho cercato di farmene una ragione e avrei dovuto parlartene, lo so." Emma ascolta le sue parole da dietro la parete, proprio come il fratello poco fa, ed ha il cuore in gola. "Poi ho conosciuto la vera Emma e me ne sono innamorato. Giuro che volevo parlartene ma non sapevo quale sarebbe stato il momento migliore, fino a quando non l'hai scoperto da solo."

"Avevo già capito queste cose senza che venissi tu a dirmelo e lo sai. Perché sei venuto a parlarmi, allora?" chiede, guardandolo con la coda dell'occhio.

"Perché Emma soffre di questa situazione e non è giusto. Non ti chiedo di andare d'amore e d'accordo, ti chiedo di creare una relazione interpersonale decente. Se non vuoi farlo per me, fallo per lei." sarebbe disposto a mettere da parte la sua amicizia per veder stare bene Emma insieme ad Alessandro e viceversa. "Soprattutto adesso che sai che partirà insieme a me."

Alessandro scuote la testa mentre ride nervosamente, lasciandosi andare contro lo schienale del divano e passando una mano tra i capelli.

"Non mi chiedi di andare d'amore e d'accordo, eh? Mi viene da ridere se ripenso al fatto che fossimo migliori amici."

"Mi dispiace per questo e-" ripete ma viene interrotto.

"Il fatto è.." si volta a guardarlo. "Che nonostante quello che è successo, nonostante fossi ferito per non aver saputo nulla, non posso fare a meno di considerarti ancora il mio migliore amico."

Paulo corruga la fronte, non capendo se sia serio o meno ma quel sorrisetto inconfondibile non nasconde segreti.

"Anche tu sei il mio migliore amico." replica.

"Ci ho pensato a lungo mentre ero chiuso nella mia stanza ed avercela con quello che c'è tra voi non ha un cazzo di senso, davvero." sbuffa. "Non vi fermerebbe nemmeno la mano divina e mi sarei risparmiato dei bei rompicapo se lo avessi capito prima." poggia una mano sulla sua spalla. "Si vede che la ami, vedi di farlo sempre o ti apro il cranio."

"Non ho dubbi su questo." ride a sua volta.

I due si battono il cinque e poi si danno un veloce abbraccio, mettendo fine a quello screzio.

"Vai a chiamare Emma? Sono sicura di dover dare delle scuse anche a lei."

"A me non hai chiesto scusa." gli fa notare mentre si mette in piedi.

"Non ti lamentare e vai."

Paulo imbocca il corridoio e si ritrova immediatamente Emma che sorride in sua direzione, anche se è ancora un po' nervosa.

"Hai sentito tutto?" le domanda e lei annuisce. "Allora sai già che ti sta aspettando."

"Si." afferra velocemente una scatola e la sistema dietro la schiena, rievocando dei ricordi nella testa di Paulo che ridacchia.

Emma entra in salone e osserva Alessandro che, incuriosito, la guarda avvicinarsi con il passo di un pinguino. Lei mostra quello che nasconde e porge lui quella famosa scatola, un po' rovinata, con su la scritta rossa di Cluedo. Il fratello maggiore la prende, poi afferra il polso della sorella e tira su di sé, abbracciandola.

"Mi dispiace da morire." sussurra contro la sua spalla. "E semmai dovesse farti qualcosa, chiamami perché non ci metto molto a salire e prenderlo a calci nel culo."

La mora ride e dopo lascia un bacio sulla sua guancia, sentendosi cento volte più leggera da quando questa brutta storia ha avuto inizio.

"Ti voglio bene." dice anche a lui, sentendo di doverglielo.

"Anche io, sorellina, te ne voglio tanto." la stringe più forte.

Paulo sorride davanti a quella scena e guarda Emma che, spettinata, sistema i capelli e tende poi il braccio in sua direzione. La raggiunge e la abbraccia a sua volta, sentendosi tremendamente bene al vederla così felice.

"Siete tutta la mia vita." mormora lei, abbracciando entrambi.

"Tu sei tutta la mia vita." ricambia il fidanzato, baciandole la guancia.

"Adesso che vi guardo, avete quasi senso insieme." ride Alessandro. "Tu sei strana e lui è matto."

Emma ride e poi prende la scatola, porgendola un'altra volta a suo fratello.

"Dai, giochiamo?" chiede come se fosse ancora una bambina. "Anche tu." coinvolge Paulo.

"Non ti stanchi mai, eh?" sospira, costretto ad accettare.

"Tu prendi la pedina di Green." dice mentre le passa la pedina verde. "Tu prendi Mustard." passa al fratello quella gialla. "Ed io prendo la Scarlett." sorride mentre tiene tra le mani la pedina rossa.

Per un attimo sembra che il tempo sia tornato indietro di qualche anno: Paulo e Alessandro erano soliti starsene seduti sul divano a giocare alla play quando Emma scendeva e porgeva quella scatola per chiedergli di giocare insieme a lei e, inevitabilmente, anche il suo migliore amico veniva coinvolto. Tutto ha riacquisto l'equilibrio necessario.

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Mi Cielo / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora