Il passato di Voldemort

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Nel calore accogliente del suo ufficio, Albus Silente, con il suo aspetto saggio e gli occhi azzurri penetranti, aspettava l'arrivo di Harry Potter. La stanza era immersa in un'atmosfera tranquilla, illuminata da candele che danzavano sull'ampia scrivania di legno antico.

Con un leggero scricchiolio, la porta si aprì e Harry fece il suo ingresso. Il giovane mago si sedette di fronte a Silente, guardando il preside con una miscela di ansia e determinazione. La tensione nell'aria era palpabile mentre Silente scrutava Harry con un misto di affetto e gravità.

Silente, con voce calma e misurata, cominciò a condividere con Harry la storia oscura di Tom Riddle, il giovane che sarebbe diventato il terribile Lord Voldemort. Attraverso flashback magistralmente prodotti dalla penna di Silente, il passato prendeva vita, mostrando il giovane Riddle nelle diverse fasi della sua crescita e del suo declino verso il male.

Le immagini proiettate davanti a loro mostravano la ricerca di Riddle della magia più oscura e il suo desiderio ossessivo di diventare immortale attraverso la creazione di Horcrux, frammenti della sua anima nascosti in oggetti preziosi. Silente spiegava i dettagli intricati e sinistri di queste pratiche magiche, mostrando a Harry il lato più oscuro e malvagio di Voldemort.

Mentre Silente proseguiva nel racconto, Harry restava incantato e spaventato allo stesso tempo. Vedere l'evoluzione del nemico che doveva affrontare era straziante e illuminante. Silente lo guidava attraverso il labirinto intricato del passato di Voldemort, costruendo le fondamenta per comprendere meglio come sconfiggere il Signore Oscuro.

La conversazione si protrasse fino a quando il crepuscolo iniziò a filtrare attraverso le finestre dell'ufficio di Silente, e alla fine, Harry uscì da quell'incontro con una maggiore consapevolezza, determinato più che mai a completare la missione che lo attendeva: sconfiggere Voldemort e proteggere il mondo magico da tenebre ancora più profonde.

Il silenzio pesante avvolgeva Hogwarts quando Harry, uscendo dall'ufficio di Silente, si trovò a riflettere sulle parole del preside. Le informazioni divulgate erano come pezzi di un intricato puzzle che si stavano lentamente assemblando nella sua mente. Mentre vagava per i corridoi del castello, il peso delle rivelazioni di Silente si faceva sentire sulle sue spalle.

Le parole del preside continuavano a riverberare nella mente di Harry, le immagini del giovane Tom Riddle che cercava potere e immortalità, le sue azioni oscure e la creazione dei terribili Horcrux. Era come se una nuova luce si fosse accesa, svelando l'oscurità celata dietro il nemico che doveva affrontare.

Il passato di Voldemort si intrecciava con il presente di Harry in modi che il giovane mago faticava ancora a comprendere completamente. Le sfide e le prove che avrebbe dovuto affrontare apparivano ancora più grandi e spaventose. Ma in quel momento, in mezzo alla confusione e alla paura, cresceva anche una determinazione rinnovata.

La missione di Harry di sconfiggere Voldemort e proteggere il mondo magico era diventata più chiara, eppure il peso della responsabilità si faceva sempre più grande. Aveva ora una comprensione più profonda del suo avversario, ma anche la consapevolezza che il cammino sarebbe stato ancora più difficile e pericoloso di quanto avesse mai immaginato.

Con il cuore pieno di determinazione, Harry si preparò a fronteggiare il destino che lo attendeva, sapendo che ogni passo avanti sarebbe stato un altro passo verso la battaglia finale con il Signore Oscuro. La consapevolezza del passato di Voldemort era diventata un'arma nella sua lotta per il futuro, mentre si dirigeva verso una sfida che avrebbe definito il suo destino e quello di tutto il mondo magico.

Adesso, però, era Domenica mattina e per lui niente lezioni. Dopo una intera nottata passata ad esaminare il passato del suo peggior nemico, Harry si ritenne meritevole di un po' di riposo. E così si diresse nei suoi appartamenti, o meglio di suo marito, ma che ora erano anche suoi. 

Appena entrato non lo vide ma ebbe modo di notare un thè con dei biscotti ancora caldi e un letto ben rifatto e assai più comodo di come lo ricordava.

Sorrise consapevole che quei gesti provenissero dal marito.

Si chiese perché se solo il giorno prima era stato così burbero e distante.

Stanco e assonnato si stese sul letto e mentre chiudeva gli occhi fece un amaro sorriso che simboleggio la sua resa. Resa all'idea che Severus era fatto così, con il suo carattere, e lui doveva accettarlo per com'era.

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