Le difficoltà di Charlotte

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Da quando Severus era tornato, non aveva avuto molto tempo per stare con Charlotte e conoscerla affondò.
Apparte quella volta in infermeria quando si salutarono, non aveva affatto parlato con lei.
Un giorno la vide in salotto con Harry e li vide parlare con il linguaggio dei segni.
"Insegni a Charlotte la lingua dei segni? È una bella cosa che la impari!"
Harry sospirò "Charlotte la sa tutta la lingua dei segni. Lei è muta"
Severus storse il naso.
"In che senso muta? È impossibile. Quando era in infermeria, svenuto, lei mi ha salutato."
"Che dici?" Chiese il minore
"Harry, te lo giuro, ha parlato. Mi ha salutato. È stata solo una parola, ma ha parlato"
Harry annuì "lei non è muta muta. È affetta da mutismo. È così da quando è nata. Ha imparato qualche parola, ma ha fattoolta fatica e non sempre ci riesce. Si vede che con te si sentiva a suo agio. Ma per il resto non parla."
Severus allora si piegò sulle ginocchia, facendo cenno a Charlotte di avvicinarsi.
Poi nella lingua dei segni disse:
"Charlotte... Vuoi dire a papà qual è il problema?"
Allora Charlotte rispose: "Parlare mi fa strano. Non mi sento a mio agio. La lingua dei segni non è per tutti. Meno persone possono giudicarmi. Inoltre, trovo il parlare alquanto difficile."
"Capisco piccola mia" disse Severus "però tu comprendi che parlare, specialmente per un mago è importante"
Charlotte annui
"Per te andrebbe bene se papà ti insegnasse a dire solo gli incantesimi, per ora. Almeno i più importanti. Potrebbero servirti e non voglio che ti sia in pericolo."
Charlotte annui di nuovo.
"Bene piccola mia. Ora va da tuo fratello, gioca un po' con lui "
La bimba annui e salterellando lasciò la stanza.
"Credi di farcela?" Chiese Harry
"Credi che lei ce la farà?" Chiese di rimando Severus
"Non lo so" rispose il minore
"Per me può farcela. Un giorno parlerà!"
Harry annuì rassegnato.
Nel corso di tutti quegli anni lui ci aveva provato.
Aveva provato e riprovato.
Ma Charlotte non sembrava migliorare.
Eppure con Severus sembrava più sciolta.
Che suo marito fosse la chiave mancante per sbloccare la serratura che sia figlia aveva dentro.
Alla fine Severus era sempre stato il pezzo mancante della vita di Charlotte, quindi poteva tranquillamente essere.
Eppure non era tranquillo.
Forse perché aveva sempre cercato di proteggerla e fare questo passo significava iniziare a lasciarla andare.
Era già entrato nell'ordine di idee che Charlotte avrebbe avuto bisogno di lui ancora per molto tempo, perciò questo scombussolava la sua abitudine.
Forse perché lui, il ragazzo sopravvissuto, il ragazzo delle speranze e dei sogni, si arreso.
Non riusciva più a sognare.
Forse perché... Dei dubbi albergavano ancora nel suo cuore ... Dubbi su Severus e su cosa fosse successo.
Pensava di poterlo dimenticare... Di poter lasciar correre.
Ma per evitare la rottura della sua famiglia in futuro avrebbe dovuto risolverli il prima possibile.
"Harry ... Ti. Vedo pensieroso... Tutto ok?" Chiese Severus
"Ti ho detto che non mi importava dove fossi stato e cosa avessi fatto. Ma ora lo voglio sapere ... Tutto..."
Severus sospirò "perché ora? Perché potrei riuscire la dove tu hai fallito?"
"Come prego?"
"Sono stato via 7 anni e tu hai cresciuto questi ragazzi in maniera eccellente. Ma non capisco perché mettermi all'angolo con questa storia adesso che potrei risolvere il problema di Charlotte."
Harry sospirò pesantemente e disse: "perché adesso sono pronto. I ragazzi stanno bene e la famiglia è di nuovo insieme. Ti prego..."
Severus sbuffò "va bene" rispose "ma non qui e non ora. Ok?"
Harry annui. "Quando?"
"Domani. Torre di astronomia. A cena"
Harry annui di nuovo. "Va bene"

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