Un tradimento leale

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Il calare della notte avvolgeva Hogwarts mentre Albus Silente e Harry Potter si preparavano per una missione rischiosa e cruciale. Con passi decisi, il preside e il giovane mago si avventurarono oltre le mura della scuola, immergendosi nell'oscurità avvolgente del mondo esterno.

Silente, con la sua espressione serena ma determinata, guidava il percorso mentre Harry lo seguiva da vicino, sentendo l'adrenalina scorrere nelle vene. La loro destinazione era una caverna remota e misteriosa, custode di uno degli Horcrux di Voldemort.

Il viaggio attraverso la notte buia li portò davanti a un lago nascosto, la cui superficie era gelida e immobile. Silente, con voce incisiva, pronunciò un incantesimo e una barca di pietra emerse dalle acque, attendendo il loro viaggio verso la caverna. Senza esitazione, i due salirono a bordo, affrontando la tenebrosa cavità.

All'interno della caverna, una serie di prove e magie oscure aspettavano di sfidarli. Attraversarono un lago sotterraneo, il cui liquido era gelido e irto di pericoli magici. Un'emergenza di Inferi, creature spettrali, tentò di fermarli, ma con astuzia e abilità magica, Silente e Harry superarono questa minaccia.

Arrivati davanti all'Horcrux, protetto da incantesimi oscuri, Silente e Harry affrontarono la sfida più grande. Attraverso incantesimi potenti e intelligenza magica, riuscirono a raggiungere l'oggetto, svelando una pozione malefica che lo proteggeva. Silente, con coraggio, si assicurò di bere la pozione per poter prendere l'Horcrux.

Il preside lottò contro l'effetto paralizzante della pozione, proteggendo Harry e riuscendo a ottenere l'Horcrux. Il loro ritorno dalla caverna fu un viaggio gravato dalla fatica e dalla tensione, ma portavano con sé un frammento dell'anima di Voldemort, un passo fondamentale verso la sconfitta del Signore Oscuro.

Al loro ritorno a Hogwarts, la luce dell'alba cominciava a rischiarare il cielo. Silente, visibilmente affaticato ma determinato, consegnò l'Horcrux a Harry, assicurandosi che fosse al sicuro. Il ritorno alla scuola fu accolto da una quiete tesa, poiché il peso dell'obiettivo raggiunto era evidente sia nei volti di Silente che in quello determinato ma preoccupato di Harry. Era stato compiuto un passo cruciale nella lotta contro Voldemort, ma la strada verso la vittoria finale si faceva sempre più ardua.

Nel cuore della notte, un'atmosfera di tensione e ansia avvolgeva Hogwarts mentre i Mangiamorte invadevano la scuola. Albus Silente, con occhi pieni di determinazione, si preparava al confronto con loro, cercando di proteggere la scuola e i suoi abitanti dal pericolo incombente.

Nel tumulto e nel caos dell'assedio, Silente, con voce severa e sguardo determinato, si rivolse a Harry, immobilizzandolo con un incantesimo paralizzante per proteggerlo dal coinvolgimento nella lotta imminente. Harry, incapace di muoversi, assisteva impotente mentre gli eventi si susseguivano davanti ai suoi occhi.

Nel mezzo della confusione, Severus Piton. Harry sapeva che doveva essere lì in quanto spia ma non era cosciente di ciò che stava per accadere.  La scena si svolse sotto gli occhi impotenti di Harry: Piton, con espressione tormentata e sguardo risoluto, si avvicinò al preside con il volto contrito.

Un'ondata di sconcerto e incredulità travolse Harry quando vide Piton alzare la bacchetta, dirigendola contro Silente. Un flash di luce squarciò il buio della notte, accompagnato da un'onda di sdegno e tristezza mentre Piton lanciava l'incantesimo fatale.

Silente, nell'atto del sacrificio, rimase immobile, colpito dall'incantesimo di Piton, e lentamente, in un momento carico di gravità, cadde dalla torre dell'orologio nel vuoto sottostante.

La scena si sviluppò come un'ombra implacabile, lasciando Harry immobile e sgomento, paralizzato non solo dall'incantesimo di Silente ma anche dalla terribile verità che si stava dispiegando davanti ai suoi occhi. La persona in cui aveva posto tanta fiducia e che aveva sempre considerato un alleato, Severus Piton, era coinvolto in un atto che lo lasciava confuso e devastato.

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