Rabbia

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Nella penombra del suo spoglio ufficio a Hogwarts, Severus Piton fissava intensamente l'oscurità, il volto scuro e tormentato dall'incarico pesante che gli era stato assegnato dal preside Albus Silente. Il fuoco scoppiettante nel camino proiettava ombre inquietanti sulle pareti di pietra, mentre Piton si dibatteva internamente con il peso della sua responsabilità.

Silente gli aveva affidato un compito estremamente arduo e ambiguo, un fardello che gravava pesantemente sul suo cuore. Piton, conosciuto per la sua abilità e intelligenza straordinarie, si sentiva diviso tra l'obbligo di obbedire agli ordini del preside e la frustrazione per la pericolosità dell'incarico assegnatogli.

La contraddizione tra il suo dovere verso Silente e i suoi sentimenti personali lo tormentava profondamente. Un misto di rabbia e sconforto si rifletteva nei suoi occhi scuri, mentre cercava di comprendere le implicazioni morali e emotive di ciò che gli era stato richiesto.

Piton era consapevole che, per proteggere la sua copertura e mantenere la fiducia di Voldemort, doveva accettare l'incarico senza dar mostra di dissenso. Tuttavia, il peso della prospettiva di uccidere l'uomo che considerava un mentore e un amico lo affliggeva profondamente, alimentando la sua frustrazione e confusione interiore.

La sala silenziosa e desolata sembrava amplificare le sue preoccupazioni e l'ambivalenza dei suoi sentimenti. Non poteva condividere il peso di questa responsabilità con nessuno, né poteva rivelare i suoi veri tormenti a nessuno intorno a lui.

Nella solitudine del suo ufficio, Piton continuava a combattere la sua guerra interiore, intrappolato tra le spire della fedeltà e della frustrazione, incapace di mostrare il suo reale turbamento, ma gravato dal peso dell'incarico oscuro che gli era stato affidato da Silente.

Presto il momento sarebbe giunto e lui avrebbe detto addio a tutto. 

Alla sua cattedra, alla stima degli inseganti, al poco rispetto che aveva ottenuto dai suoi alunni, alla sua posizione, al suo nome e ... a Harry. 

La cosa più dolorosa ... dire addio al ragazzo di cui era consapevolmente innamorato e da cui si sarebbe consapevolmente fatto odiare .

Più volte Harry era andato da lui a rivelargli la sue preoccupazioni su Draco, su ciò che nascondeva, sull'armadio svanitore, sul fatto che fosse un mangiamorte ma lui lo aveva ignorato. 

Aveva fatto passare le sue preoccupazioni , fondate, per paranoie e sciocchezze e questo li aveva separati ancora i più. 

Improvvisamente il fuoco del suo camino divenne verde e da esso uscirono Sebastian e Lucius assai preoccupati.

"Che succede?" chiese Severus

"Il signore oscuro si è fatto convincere da Bellatrix. La cosa si farà domani. Dovevamo dirtelo in caso tu volessi sistemare le cose con Harry " disse direttamente Lucius 

Severus negò "Vi ringrazio ma non si possono sistemare. Non potranno mai sistemarsi. Quel ragazzino non sa neanche se mi ama e già inizierà ad odiarmi. E lo capisco... Mi odio anche io"

Sebastian sospirò "il vecchio non ha proprio cambiato idea eh? Devi farlo tu!"

Severus annui "devo farlo io. Sarò io stesso a firmare la mia condanna a morte"

Severus Piton continuava a camminare avanti e indietro nel suo ufficio, ignorando quasi completamente gli sguardi scrutatori dei suoi due amici, Lucius Malfoy e Sebastian Avery, che lo osservavano con curiosità mista a preoccupazione. La sua camminata era veloce e nervosa, con passi decisi che riflettevano l'agitazione interiore che lo affliggeva.

Il volto di Piton era tirato in una maschera di determinazione, ma le linee del suo viso rivelavano una tensione profonda e un'angoscia celata. Nonostante il suo sguardo fosse concentrato sul pavimento di pietra, sembrava perso nei suoi pensieri, distratto dalla tumultuosa tempesta emotiva che stava vivendo.

Lucius e Sebastian scambiavano sguardi di preoccupazione, notando la tormentata inquietudine di Piton. Erano consapevoli che qualcosa lo tormentava profondamente, ma non osavano interrompere il suo stato d'animo apparentemente tormentato.

Mentre Piton continuava a percorrere avanti e indietro, le pieghe della sua veste nera si muovevano con il suo passo rapido e inquieto. Il suono dei suoi passi risuonava nell'aria carica di tensione, accompagnato solo dallo scoppiettare leggero del fuoco nel camino.

Nonostante il silenzio che avvolgeva la stanza, l'atmosfera era carica di una palpabile sensazione di inquietudine e incertezza. Piton sembrava immerso nei suoi pensieri, ignorando la presenza dei suoi amici, mentre continuava a cercare una risposta o una soluzione al conflitto interiore che lo tormentava.

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