Appuntamento focoso

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Esattamente come aveva promesso, la settimana successiva Charli fece tappa a Hogwarts per trovare Harry.
Gli fece una sorpresa entrando in classe con un mazzo di fiori e dei cioccolatini.
Harry appena lo vide, arrossì, tra le risatine degli studenti.
"Ragazzi" li richiamò io giovane professore  "facciamo che questa lezione è finita per oggi"

Ancora tra risatine e commenti, gli studenti si diressero fuori dall'aula.
A quel punto Charlie si avvicino e, dopo aver poggiato i doni porti, afferrò delicatamente i fianchi di Harry per portarlo a se e baciarlo.

Harry all'inizio lo assecondò ma poi si allontanò.

"Scusa" disse Harry facendo qualche passo indietro

"Che succede?" Chiese Charlie

"Io non posso. Ho sbagliato, non posso"

Charlie sospirò "Harry, lui potrebbe non tornare, quasi sicuramente non lo farà. Tu-"

"No, non capisci" lo interruppe Harry

"Allora spiegami! Cos'è che non capisco? A pranzo, domenica, mi sembravi convinto. Avevi detto che ti andava bene se venivo, e sono venuto "

"Io..."

"Harry, sto cercando di essere paziente." Disse Charlie "ci sto provando a capire. Non voglio metterti né fretta, né pressione anche se sono già passati 7 anni fa quando Severus se n'è andato. Io però non posso seguirti sempre."

"Seguirmi sempre?" Chiese Harry quasi arrabbiato

"Non fraintendermi" iniziò Charlie "voglio solo mettere le cose in chiaro. Non posso seguirti, non ce la farei Harry. Tu vai avanti e poi indietro, e poi avanti, e poi di nuovo indietro. Io non posso seguirti sempre. Perciò se non sei sicuro di voler andare avanti, io mi fermerei qui. Tu mi piaci, che sia chiaro. Ma ho anche un po' di amor proprio , perciò -"

Charlie non potè terminare la frase perché Harry lo prese per il colletto e lo baciò appassionatamente.
Charlie lo assecondò e lo strinse a sé.
Preso dall'enfasi Harry iniziò a indietreggiare portando Charlie con sé.
Arrivarono sulla scrivania.
Il maggiore lo afferrò per i fianchi e lo fece sedere su di essa.
Dopo di che afferrò la camicia del minore e la strappò letteralmente, tutto ciò continuando a baciarlo.
Harry afferrò la cintura del rosso e iniziò goffamente a slacciarla.
Nel frattempo Charlie era passato dalle labbra al collo facendo gemere Harry, lasciando allo stesso tempo dei segni ben evidenti.

"Aaaah~ Charlie" gemette il moro

"Tranquillo piccolo. Ci penso io e te adesso." Ringhiò Charlie con possesso.
Dopo si che scese con le labbra per concentrarsi sui capezzoli.

Gli occhi di Harry rotearono dal piacere e ancora di più quando Charlie infilò una mano nel suo pantaloni iniziando a stuzzicare il suo cavallo.

"Charlie ti prego" supplicò Harry

"Cosa vuoi?"

"Lo sai"

"Come desideri" affermò Charlie e prendendo la bacchetta fece scomparire tutti i loro vestiti.

Con estrema sorpresa di Harry, Charlie non attese ed entrò in lui con irruenza.

"Aaah~" gemette il moro

"Oh musica per le mie orecchie. Sei così eccitante piccolo"

"Fallo ti prego"

Charlie non se lo fece ripetere due volte. Iniziò a muoversi dentro di lui ad un ritmo, man mano, sempre più animalesco.

I gemini di Harry aumentarono al tal ponto che il maggiore dovette coprirgli la bocca con la mano mentre piangeva in lui.

Il piacere aumentava e con esso il ritmo e i gemiti.

"Harry ... Ci sono quasi..." Raucò Charlie

Harry soggetto al piacere non ci pensò. Spinse contro il bacino di Charlie chiedendo di più.
In poco tempo , il moro venne sui loro petti e il rosso dentro di lui.

Esausto dal piacere si stessero a terra, coprendosi con quel pochi vestiti rimasti vicini.

Charlie allungò il braccio e strinse Harry a se.
"Sei stato bravissimo piccolo"

Harry non rispose.
Forse perché troppo stanco.
Forse perché non ancora bene cosciente di ciò che era appena successo.
Forse perché ancora leggermente stordito.
Non sapeva bene ancora cosa provava.
Seppe solo che pochi minuti dopo si rivesti nella maniera più mandestra possibile per poi scappare via nei suoi alloggi.
Charlie provò a chiamarlo ma lui non si voltò a dare spiegazioni e fuggì via.

Si rifugiò nei suoi appartamenti, nelle sue stanze. Si mise contro la porta e ,sentendosi ormai al sicuro, iniziò a piangere lasciandosi cadere a terra stringendo le ginocchia al petto.

Dentro la sua mente una incessante domanda: "che cosa io fatto?"

Matrimonio CombinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora