Un amico per Dylan

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Dalla loro chiacchierata con il thè i fratelli di Severus restarono ospiti alla villa.

Passarono giorni estremamente tranquilli, e nonostante i fratelli Piton sapessero chi erano i genitori di Harry, decisero di dargli una possibilità e conoscerlo affondo.

Tra i vari discorsi affrontati nel corso di quel giorni, Harry non aveva mai avuto il coraggio di chiedere ai suoi cognati delle loro situazioni amorose.

Situazione che rimase in bilico fino a quel fatidico pomeriggio quando alla porta di villa Piton apparve un misterioso ragazzo e fu proprio Harry ad accoglierlo.

"Ciao, tu saresti?" chiese Harry gentilmente

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"Ciao, tu saresti?" chiese Harry gentilmente

"Io sono Ethan. Ethan Brown. Sto cercando il signor Piton" disse il ragazzo corrucciato.

Harry ridacchiò "perdonami, quale Piton cerchi precisamente?"

"come scusa?"

"Quale Piton desideri vedere? Mio marito, o forse uno dei suoi fratelli."

"D-Dylan- aspetta un secondo, fratelli? Quali fratelli? Dylan è tuo marito?"

"cosa? No. No. Sta tranquillo. Dylan è il fratello minore di mio marito, Severus. Adesso però sono a caccia con il resto della nobiltà. Anche io sono stato invitato, ma non amo molto la caccia."

Più Harry parlava, più il ragazzo davanti a lui sembrava confuso.

"n-nobiltà?" chiese ancora

Harry allora lo guardò in modo curioso.

"Dobby!" Harry chiamò l'elfo domestico "prepara un merenda pomeridiana per il nostro ospite in attesa del ritorno di Severus e dei suoi fratelli. Io ed Ethan abbiamo molto di cui parlare" disse e condusse il ragazzo nel salotto devo accoglievano solitamente gli ospiti.

Harry ed Ethan ebbero modo di parlare di molte cose, soprattutto su tutto ciò che Ethan sembrava non sapere.

Infatti, parlando con lui, Harry venne a sapere che Ethan non era a conoscenza dei fratelli di Dylan, che non sapeva fosse un nobile e che non sapeva facesse parte di una potente famiglia di maghi.

"Quindi tu e Dylan siete... fidanzati?" chiese Harry

"Cosi credevo. Non ce lo siamo mai detto ma non pensavo servisse. Poi un giorno abbiamo discusso e lui è sparito. Credevo gli servisse tempo, ma quando dopo il terzo giorno non si è fatto vivo, ho saputo dai suoi amici che era partito ed era venuto qui. Non sapevo nulla di tutto ciò che mi hai raccontato."

"Mi dispiace" disse Harry "forse non era neanche compito mio dirtelo, però adesso sai la verità"

Harry fece appena in tempo a terminare la frase che subito sentirono dei rumori.

"Harry, cucciolo, siamo tornati" urlò Severus dall'ingresso.

Harry si voltò verso Ethan "stai bene?" chiese "so cosa significa essere così giovane e confrontarsi con un uomo. Mio marito ha 21 anni in più di me"

Ethan annuì "adesso o mai più" disse e insieme uscirono dal salotto.

Appena Dylan vide il ragazzo, sbiancò.

"E-Ethan, c-cosa ci fai qui?" chiese

"Sono venuto a cercarti visto che sei sparito, ma forse ho fatto male. O forse ho fatto bene. Chissà per quanto mi avresti mentito altrimenti."

Il suo tono era decisamente furioso, eppure , il ragazzo mantenne un aria pacifica e serene. Calmo e intoccabile. Un arma difensiva perfetta.

"Ethan, io-"

"Tu? Tu cosa? Mi hai mentito. Mi hai sempre mentito. Non mi hai detto che sei di famiglia nobile. Non mi hai detto che fai parte di una delle famiglie preferite dalla regina. Non mi ha detto che hai dei fratelli. Il suo nome è veramente Dylan o hai mentito anche su quello?"

Dylan sospirò "No. No il mio nome è veramente Dylan. Ethan io... Mi dispiace. Ma io e te..." si avvicinò a lui e sussurro: " possiamo parlarne dopo? Quando sarai più calmo? Ci sono i miei fratelli e non mi sembra il caso"

Ethan allora con espressione colpita e delusa fece un passo indietro.

"Perché? Perché ti vergogni a dire ai tuoi fratelli che ti scopi un trovatello dei bassi fondi?"

"sssssh! Abbassa la voce! Voi mettermi in ridicolo con l'intera famiglia?"

"In ridicolo... certo..."

"Non intendevo dire quello, lo sai. È solo che ... è complicato, va bene?"

"Sta tranquillo, te le rendo semplicissima. Finisce qui" disse Ethan sorpassandolo.

Dylan lo bloccò afferrandolo per un braccio.

"cosa?"

"Cos'è? Credevi davvero che avrei ceduto alla tua supplica? Mi hai mentito e pretendi pure che io stia alle tue condizioni. Non sono la tua puttana"

Allora Dylan si avvicinò con rabbia e ridusse la distanza tra i loro visi.

"Ti piacerebbe essere la mia puttana" sputò con rabbia

Ethan, gli si incupì lo sguardo e divenne imperscrutabile.

"Oh, no, Dylan, non farlo, non rispondermi con rabbia. La rabbia toglie grazia e giustezza. E le puttane hanno un prezzo, chiunque può darsi un prezzo. Io invece ho scelto di darmi un valore e questo è il motivo per cui non sarò mai una delle tue puttane. E tu dovresti imparare a non venderti al primo che capita. Quando imparerai ad amarti davvero, allora potrai farmi la morale"

Con eleganza Ethan si divincolò dalla presa del maggiore e si diresse verso la porta.

"Ethan, aspetta" disse Harry raggiungendolo "ti prego, rimani. Lo so che stare qui , forse, ti mette a disagio, ma vorrei davvero che tu rimanessi."

Ethan ci pensò un po' su e poi annui. Pensò che Harry aveva un certo magnetismo sugli altri e questo lo incuriosiva.

Harry richiese gli elfi di preparare una stanza per il ragazzo e rassicurò i fratelli che ci avrebbe pensato lui e che avrebbe risolto tutto. Un po' Harry lo fece perché aveva compreso che essere il marito di Severus comprendeva delle responsabilità, come tenere alto l'onore della famiglia. Ma soprattutto lo fece perché un po'capiva Ethan e voleva aiutarlo.

Dylan non era d'accordo, ma quella era a casa di suo fratello maggiore e Harry suo marito, perciò non obbiettò più di tanto.

Intanto, tutti i fratelli, compreso Severus erano confusi e allibiti ma lasciarono che Harry si occupasse di tutto. 

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