Capitolo 21

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«Oh Dio.» Se non mi ritrovassi in un vicolo microscopico incastrata tra la parete e il petto di Ryan, le mie gambe avrebbero già ceduto e sarei crollata a terra per il sollievo.

Un paio di voci però mi fanno subito da promemoria del fatto che non sono ancora salva, sono solo in compagnia. Infatti, nella stradina chiusa in cui mi sono ritrovata prima arrivano subito dopo quei due uomini da cui sono scappata. Si chiedono dove io sia andata, essendo abbastanza sicuri di avermi vista scappare da quella parte.

Ryan mima di fare silenzio e, con un cenno di testa, indica l'uscita opposta a quella viuzza in cui siamo nascosti. Appoggia un palmo sulla schiena e, esercitando una leggera pressione, mi incita a fare strada. Così mi trascino in avanti dopo essermi svincolata mentre l'altro segue i miei passi.

Quando arrivo in prossimità dell'uscita opposta mi blocco e spero che il rumore dei battiti frenetici del mio cuore non mi facciano scoprire.

«Aspetta» sussurra Ryan da dietro. Con non poca fatica mi supera e si mette in avanscoperta, facendo capolino con la testa.

«Cazzo» mormora poco dopo, nascondendosi nuovamente. Lo guardo con un'aria interrogativa ma non mi serve che lui risponda per capire: c'erano di nuovo quei due.

Come caspita sono riusciti a sbucare dall'altro lato se fino a un secondo prima erano nella parte opposta?!

«Non può essere andata molto lontano.»

«Questo perché non l'hai fermata!» sbraita uno dei due.

«Tremava come una foglia, potevo mai pensare che sarebbe stata in grado di romperti i coglioni con quel calcio?»

A quella rivelazione, le sopracciglia di Ryan si alzano mentre il suo viso si contorce in un'espressione stupita. Stringo le labbra trattenendo la soddisfazione.

«E' inutile che continuiamo a cercare.»

Poi, strani secondi di silenzio precedono un'affermazione che mi fa allarmare. «Aspetta un attimo» sono le parole che anticipano una serie di passi che si fanno sempre più vicini. Il sangue viene pompato a un ritmo forsennato in ogni parte del corpo, ma nonostante la frenesia dei miei battiti percepisco le mani diventare sempre più gelide, come se la circolazione stesse mancando.

«Non ti muovere» mima Ryan con la bocca prima di... uscire?! Ma è impazzito o cosa?!
Cerco di bloccarlo prima di farsi scoprire ma senza riscuotere successo.

«E tu chi saresti?» esordisce uno dei due uomini quando il ragazzo si mostra. Vedo solo il profilo il del corpo di Ryan che guarda dritto di fronte a sé con un'aria seria, tipica di chi non vuole perdere altro tempo.

«Qualche problema?» risponde il ragazzo e io infilo le mani nei capelli per la disperazione. Ma che gli passa per la testa?!

«Dovremmo chiederlo noi, questa è casa nostra.»

Ryan scruta le pareti frantumate che caratterizzano questo quartiere angusto. «Io, in questo punto esatto, non vedo case.»

«Ragazzino fuori dai coglioni.» La minaccia rimbomba forte e chiara, ma lui non sembra avere intenzione di muoversi. Così glielo ripetono, questa volta con tono ancora più intimidatorio: «O ti levi dalle palle tu o usiamo le maniere forti noi»

«Sono proprio curioso di sapere quali sono queste maniere forti.»

Sono tentata dall'uscire in avanscoperta e tirare un pugno in faccia a quella testa di cazzo. Perché diamine non si fa da parte?!

«Piccolo figlio di puttana che non sei altro...» sento borbottare, prima che in un misero istante una figura maschile sfrecci in avanti e si catapulti addosso a Ryan, buttandolo a terra.

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