Capitolo 14

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Mi dimeno a più non posso nel tentativo di risalire a galla, ma i vestiti che indosso mi appesantiscono e le gambe di Amanda che si agitano per mantenersi in superficie mi colpiscono senza tregua, ostacolando i miei vani sforzi.

Poi, inizio ad avvertire una serie di onde che si propagano per tutta la piscina, come se qualcosa si fosse tuffato. E prima che mi rendessi conto di qualsiasi altra cosa torno a respirare, tossendo via tutta l'acqua che avevo involontariamente ingurgitato.

«Ma che cazzo di problemi hai?!» Qualcuno sbraita in vicinanza. Finisco di tossire e, nella sfocatura del mio primo sguardo, riconosco la mandibola definita di Ryan, che con il viso serio guarda qualcuno dritto di fronte a se.

Sbatto le palpebre un paio di volte e mi guardo intorno. Non sono più in acqua, adesso sono in parte adagiata sul prato, con il busto leggermente inclinato verso l'alto e sorretto dal braccio teso di Ryan, accovacciato accanto a me. Ha i vestiti bagnati fradici, così come i capelli.

«È colpa sua! È andata a letto con il mio ragazzo!» lo rimbecca Amanda, adesso nuovamente con la voce incrinata per il pianto. È seduta sul bordo della piscina, anche lei completamente zuppa.

«Qua l'unica colpa ce l'ha il coglione del tuo fidanzato. E se tu non riesci ad accettare il fatto che ti abbia messo le corna allora veditela con te stessa, non con le persone che non c'entrano niente!» Ryan Clarke aveva appena assunto le mie difese?

«Mi dispiace» mormora Mark avvicinandosi a me.

«Risparmiati le tue scuse del cazzo. Sei solo un pezzo di merda» risponde al posto mio Ryan, che lo caccia in malo modo.

«Oh mio Dio, ma cos'è successo qua?!» esclama allarmata Erica, seguita da Ethan. Mi metto a sedere quando mi raggiungono. «Lunga storia. Preferirei tornare a casa, se non è un problema» rivelo un po' scossa mentre mi strizzo i capelli, e il mio amico annuisce comprensivo. Entrambi aiutano a tirarmi su.

«Ma che é successo?» chiede Ethan guardando Ryan. La camicia nera ha completamente aderito al suo petto, lasciando intravedere il solco dei suoi addominali.

«Fattelo spiegare da lei. Nemmeno io ci ho capito molto» con un rapido gesso porta i capelli scuri all'indietro, lasciando completamente scoperta la fronte liscia. «Nella macchina di Jason c'è la mia giacca, datela a lei per coprirsi» ci informa prima di allontanarsi da noi.

«Dio, che casino di serata» commenta esasperata Erica mentre facciamo il giro del giardino per raggiungere la macchina.

«Mi dispiace. Non vol-» ma la mia amica si affretta a rassicurarmi. «Non c'entri solo tu Lee, qua abbiamo un altro problema.»

Corrugo la fronte ma lei non aggiunge altro. Le mie idee si schiariscono da sé quando, arrivando alla macchina di Ethan, troviamo lo sportello del passeggero spalancato che rivela una Rachel china su se stessa per vomitare. Attorno a lei Taylor si assicura che nessun capello la intralci, mentre due figure maschili osservano la scena preoccupati. Una è Mason, l'altra non riesco a distinguerla.

«Che le è successo?!» Appena scorgo le condizioni della mia amica accelero per precipitarmi di fronte a lei, evitando di calpestare la chiazza che si era formata per terra.

«Ha bev- perché sei zuppa?!» Taylor sgrana gli occhi quando vede le mie condizioni. «Che cazzo è successo?» chiede infine a Erica e Ethan, visibilmente perplessa. Quest'ultimo estrae la famosa giacca di Ryan dalla macchina di Jason posteggiata a fianco e me la poggia sulle spalle. Poi rivela: «No. L'ho trovata distesa sull'erba mezza svenuta e Ryan, accanto a lei, che insultava una ragazza che piangeva. Ho capito solo che c'entrano corna.»

«È una storia lunga, poi vi racconto perché non è importante. Piuttosto, posso sapere che cavolo le è successo?» continuo a indagare preoccupata indicando Rachel che aveva appena smesso di vomitare e che ora era adagiata esausta contro il sedile.

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