Il ticchettio del mio piede che sbatte ininterrottamente contro il pavimento del marciapiede accompagna il rumore assordante prodotto dal mio continuo frullare di pensieri.
La conversazione con Christine questa mattina non è durata molto. Mi è stato chiesto se fosse possibile discuterne il presenza e così mi ritrovo alle quattro del pomeriggio seduta su una panchina di fronte a un negozio di scarpe ad attendere una donna sconosciuta.
L'oceano alle mie spalle si scaglia possente contro la spiaggia. Il caldo estivo sta già da qualche giorno cedendo il posto al clima mite dell'autunno che sarebbe sopraggiunto tra poco meno di due settimane. La spiaggia, infatti, adesso brulica solo di qualche surfista che approfitta delle ultime giornate estive e di persone che sfruttano la leggera aria ventilata per dedicarsi a varie attività come portare a spasso il cane, giocare a pallavolo o leggere un libro.
Controllo per l'ennesima volta l'ora incisa sulla schermata del telefono. Sono le quattro e zero uno.
Osservo l'ambiente circostante alla ricerca di una possibile donna che si avvicini nella mia direzione. I miei occhi notano dopo un po' una signora camminare lungo il marciapiede opposto al mio e guardarsi attorno, come se fosse alla ricerca di qualcuno. Quando i suoi occhi cadono per caso nella mia direzione, il suo volto pare illuminarsi e, a questo punto, attraversa la strada. Faccio per alzarmi quando una figura maschile passa accanto alla panchina e va incontro alla donna che aveva appena raggiunto il marciapiede contro cui i miei piedi non avevano fatto altro che sbattervi. Le labbra di lei si incurvano in un sorriso raggiante mentre le braccia dell'altro le avvolgono la vita in un abbraccio caloroso.
Falso allarme.
«Kaylee?» Una voce femminile giunge al mio orecchio e per poco non sobbalzo. Mi volto in direzione del suono e mi accorgo di un paio di occhi azzurri scrutarmi curiosi in attesa di una risposta.
Mi alzo in piedi quasi in uno scatto. «Si, e lei è Christine?»
«Ti prego cara, dammi del tu.» Gli occhi blu dalle venature verdi si assottigliano accompagnando la formazione di un lieve sorriso che va a riempire le guance pallide lievemente scavate nelle quali spiccano due zigomi accentuati. I mossi capelli castani, che le sfiorano appena le spalle coperte da una camicetta verde scuro con delle maniche a volant, sono accuratamente pettinati e richiamano il colore della borsa appesa al suo braccio sinistro, decorato da numerosi bracciali argentati. Un pantalone bianco è ancorato alla vita grazie a una sottile cintura marrone e avvolge delicato le forme magre di una donna alla quale non avrei dato più di trent'anni.
«Piacere di conoscerti» ricambio il sorriso e le porgo la mano che lei stringe in segno di saluto.
«Piacere mio. Perdonami se ti ho chiesto di vederci con così poco preavviso, ma preferisco parlare di certe cose in presenza.»
«Lo capisco, non si-» mi blocco, correggendomi. «Non ti preoccupare.»
«Ti va di fare due passi?»
Annuisco sorridente e, così, prendiamo a passeggiare lungo una delle infinite strade di San Diego.
«Ho letto che frequenti il secondo anno della Golden Oaks University. Che corso di laurea hai scelto?»
«Vuoi diventare biologa?»
Una coppia di skaters sfreccia accanto a noi. «Sto studiando per diventare medico.»
«Che bello! Io faccio l'infermiera.»
«Davvero?»
Christine annuisce, avanzando lenta nell'immenso marciapiede costellato da palme disposte a precisi metri di distanza. «Mi sono laureata tardi in realtà, a trentadue anni.»
STAI LEGGENDO
Alive
RomanceKaylee Carter aveva solo dodici anni quando sua mamma venne a mancare. Da quel giorno niente fu più lo stesso, tutta la realtà a cui si era abituata si sgretolò in uno schiocco di dita. Sette anni dopo, Kaylee non è più la bambina vivace di un temp...