Dire che mi tremavano le gambe è dire poco.
Quando finalmente questa moto si arresta proprio di fronte al Tipsy, ho gli arti talmente paralizzati che non riesco a scollarli dal petto di Ryan al quale mi ero dovuta attaccare, se no sarei volata via.
Dopo aver comprato le sigarette, Ryan ha rimesso in moto e siamo ripartiti ma mai avrei pensato che avrebbe raggiunto quella velocità. Non so quante macchine ci hanno suonato e quanti veicoli abbiamo sorpassato con manovre a zig-zag pericolosissime. Questa volta ho temuto veramente per la mia incolumità.
«Tu sei pazzo» commento in un sussurro mentre sciolgo la presa ferrea intorno al suo dorso mentre brevi flashback della sua guida spericolata mi tornano alla mente.
«Forse il tuo ex andava un po' più lento» risponde quasi a mo' di presa per il culo. Ignoro la sua battutina e raddrizzo la schiena mentre Ryan scende dalla moto. A quel punto mi porge un braccio, come a voler darmi un appiglio per aiutarmi a scendere. Lo guardo di sbieco ma non rifiuto il suo aiuto, credo che se non mi fossi tenuta le mie gambe non avrebbero retto e sarei finita a terra per quanto tremavano.
Come immaginavo, non appena i miei piedi toccano terra mi ci vuole un millesimo di secondo in più per ristabilizzarmi.
«Grazie» mormoro impercettibilmente dopo aver allontanato la mano dalla sua. Decido di rivolgere l'attenzione ad altro, allo specifico alla facciata del Tipsy il cui nome spicca grazie all'insegna al neon bianco attaccata proprio al di sopra della porta d'ingresso. La sua architettura riflette uno stile moderno e accogliente, con una combinazione di mattoni rossi e acciaio che conferisce un'aria contemporanea e urbana.
Il Tipsy è uno dei locali più frequentati di tutta San Diego, specialmente quando organizza serate con attività particolari proprio come il karaoke previsto stasera. Infatti, all'esterno giunge ovattata una musica sovrastata da voci poco intonate.
Ryan avanza passando tra le macchine posteggiate al di fuori e così seguo i suoi passi. Non appena spingiamo verso l'interno la grande porta in vetro, l'atmosfera vivace del pub notturno si scaraventa contro di noi assieme a una marea di luci psichedeliche.
Ryan intercetta subito i suoi amici, accomodati in un angolo del bar sopra dei divanetti bianchi mentre chiacchierano con delle ragazze, e senza perdere altro tempo li raggiunge. Io, invece, mi dirigo da Erica, Taylor e Rachel che trovo sedute al bancone mentre sorseggiano i rispettivi drink.
«Tu mi devi delle spiegazioni» esordisco puntando il dito contro la prima. Mi accascio su uno sgabello trovato libero proprio accanto alle mie amiche.
«Perché quella faccia?» risponde allora lei, «Sembra tu abbia visto la Madonna.»
«Ci sono andata vicino» sospiro, per poi chiedere distrattamente al barista lo stesso drink che ha servito a Erica.
«Perché?» indaga a quel punto Taylor.
«Non avete idea a a quale velocità andava Ryan... a parte che non ho capito perché caspita sia venuto lui a prendermi.»
«Sei venuta con Ryan Clarke?» chiede conferma Rachel strabuzzando gli occhi.
«Andiamo bella» Erica mi da una gomitata, osservandomi con un sorrisetto malizioso, «non sai quante ragazze sarebbero volute salire in moto con quel pezzo di manzo. Ammetto io stessa che ti invidio.»
«Sei venuta con Ryan Clarke... in moto?!» Rachel continua imperterrita a cercare spiegazioni per i suoi poveri pensieri confusi che si sono concretizzati in una faccia sconvolta piuttosto divertente.
«E si lamenta pure» aggiunge Taylor, stringendo tra i denti l'apice della cannuccia.
Sbuffo. Era inutile provare a spiegare, non mi avrebbero capita. «Quantomeno mi sarebbe piaciuto essere avvertita» e nel dirlo lancio un'occhiataccia a Erica.
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Alive
RomanceKaylee Carter aveva solo dodici anni quando sua mamma venne a mancare. Da quel giorno niente fu più lo stesso, tutta la realtà a cui si era abituata si sgretolò in uno schiocco di dita. Sette anni dopo, Kaylee non è più la bambina vivace di un temp...