Capitolo 34

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«Gli faccio pentire di essere nato» è tutto ciò che dico prima di buttarmi in mezzo alla strada e avanzare a passo spedito verso quello che spero diventi l'ex della mia amica. O almeno è ciò che vorrei fare, se solo Ryan non mi trattenesse dal braccio.

«Ti vuoi far arrestare?»

«Sta tradendo la mia amica!» Lo indico col braccio libero mentre mi giro a guardare quei due, sorprendendoli a entrare nel bar di fronte. «Mollami Ryan.» Devo raggiungerlo, adesso.

«Magari è un'amica» azzarda Ryan e io lo guardo storto.

«Tu cammini mano nella mano con una tua amica?»

«Io non ho amiche, è diverso.»

«Ah già, dimenticavo con chi sto parlando» sollevo gli occhi al cielo, «fammi indovinare, tu hai solo scopamiche, vero?»

«Quindi questa testa sa anche ragionare» mi prende in giro lui, picchiettandomi la fronte.

Sbuffo. Nel frattempo molla la presa dal mio polso, così ne approfitto per arretrare di un passo. «Se vuoi venire con me bene, ma io devo entrare in quel bar e capire che intenzioni ha quel ragazzo, anche se mi sembrano piuttosto chiare.»

Non aspetto una sua risposta. Poco importa se mi segue... forse. Quindi gli rivolgo le spalle per attraversare ma compio appena due passi prima di bloccarmi di nuovo, quando lui mi richiama.

«Aspetta» esclama, e io detesto quel barlume di speranza che si è acceso nel mio cuore. Tuttavia, quando mi giro lui indica la mia testa, «se non vuoi dare nell'occhio ti contiene levarti il casco.»

Oh mamma, mi ero dimenticata di averlo ancora addosso. Me lo sfilo e glielo lancio, dopodiché attraverso di corsa la strada e mi precipito nel bar. Sono delusa, non so perché ma speravo che Ryan venisse con me, ma riesco a scacciare subito questa sensazione fastidiosa che viene rapidamente sostituita dall'odio che insorge non appena noto Steve parlare vivacemente con la bella biondina in un tavolo all'interno del locale.

Cammino a testa bassa cercando di non farmi notare e mi accomodo nel primo tavolo disponibile che trovo, abbastanza vicino da poterli osservare ma abbastanza lontano per non essere notata a primo impatto.

Apro il menu che fingo di leggere, quando in realtà mi serve solo per mascherare il viso.

Stanno parlando come due persone normali, nessun contatto questa volta. I sorrisi di lui però non mi convincono, sono troppo... smielati.

«Sembri un'agente sotto una copertura al quanto pietosa.» Il commento improvviso di Ryan, che si siede di fronte a me apparendo dal nulla, mi fa sobbalzare.

«Ma tu non te n'eri andato?»

«Non l'ho mai detto» mi fa notare, «Dovevo posare i caschi e sistemare la moto dato che me l'hai fatta lasciare praticamente in mezzo alla strada» finisce di spiegare, per poi strapparmi il menu dalle mani per sfogliarlo.

«Ridammelo, mi copriva» lo rimprovero cercando di riappropriarmene, ma lui ha i riflessi abbastanza pronti da impedirmelo. Proprio in quell'istante Steve si gira nella mia direzione e io, in meno di un secondo, mi ritrovo a ripiegarmi su me stessa come se dovessi allacciarmi le scarpe. «Cazzo.»

Sento Ryan ridere. «Sapevo che sarebbe stato divertente.»

«Se sei venuto qua per rompere le palle puoi pure andartene» lo informo, per poi domandare: «Mi sta ancora guardando?»

«Si.»

Il mio istinto mi suggerisce che mi sta prendendo per il culo. Infatti decido di non ascoltarlo e sollevare la testa quanto basta per accertarmi che avevo ragione. Lo fulmino con lo sguardo mentre lui se la spassa ridendo.

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