Capitolo 23

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Penso di essere rimasta qualche secondo di troppo in silenzio, lo deduco dallo sguardo apprensivo che la sconosciuta mi sta rivolgendo.

«Si. Tu chi sei?»

La mia risposta rompe di botto quella barriera di tensione che la ragazza ha eretto non appena ha notato che, ad aprirle la porta, non era chi esattamente si aspettava.

«Oh Dio, menomale, pensavo di aver sbagliato casa. Sai, Christine non mi aveva detto di avere anche una figlia femmina.»

Ma che cazzo?

«Christine non è mia mamma, io sono...» ma la frase si dissolve prima di raggiungere un punto fermo perché sopraffatta dalla voce di Ryan, che nel frattempo si era avvicinato. «Kaylee, hai preso il cibo?»

Il corpo di Ryan mi affianca non appena giunge all'ingresso. Quando i suoi occhi cadono sulla nostra ospite, scorgo un bagliore di confusione mischiato a sorpresa. Di certo non si aspettava che il presunto fattorino fosse così sexy, e posso giurare che la prima idea che è sobbalzata alla ragazza non appena ha visto Ryan sia stata la stessa.

«Immagino sia tu Ryan Clarke» esordisce lei, scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre abbozza un timido sorriso. Qualcuno mi cavi gli occhi, grazie.

«Ci conosciamo?» risponde a quel punto l'altro.

«No, ecco, sono l'animatrice. Sono qua per la festa di tuo fratello.» Finalmente la bionda rivela la sua identità, confondendomi più di quanto non sia già. Christine ha chiamato pure un'animatrice?

Corrugo la fronte mentre, osservando Ryan, attendo che questi confermi quanto detto. Il suo volto sembra illuminarsi d'un tratto, come se avesse appena rimesso insieme tutti i pezzi di un puzzle. Scommetto che si era dimenticato di questo piccolo dettaglio.

«Ah si, entra.» Ryan le fa spazio ma la ragazza non avanza di un passo. «Devo prendere prima delle cose. Sono nel furgoncino posteggiato laggiù, non è che mi aiuteresti?»

Ryan annuisce e così entrambi si dirigono all'esterno per trascinare in casa tutta l'attrezzatura. Incrocio le braccia e mi accosto contro lo stipite della porta d'ingresso mentre aspetto che Cip e Ciop tornino. Si rifanno vivi dopo un paio di minuti, entrambi abbracciando delle borse piuttosto ingombranti contenenti chissà cosa mentre chiacchierano animatamente. O meglio, lei chiacchiera animatamente, lui si limita ad ascoltarla e a concederle, quale volta, un piccolo cenno di testa.

Pensa te, a me nemmeno quello.

Non appena fanno ritorno mi faccio da parte e do loro libero accesso alla casa, ma nessuno dei due mi degna anche solo di uno sguardo.

Grazie per la considerazione, non c'è di che!

Rientro nell'abitazione e chiudo con più violenza del previsto la porta. Percorro tutto il corridoio e giungo nel giardino sul retro dove trovo i due concentrati ad allestire un angolo del cortile con delle casse e... uno schermo da proiezione portatile? Christine si è impegnata davvero per questa festa.

«Avete bisogno di aiuto?» cerco di farmi avanti e far notare la mia esistenza.

La ragazza, di cui ancora non conosco il nome, estrae un PC dalla sua borsa che apre sopra un piccolo tavolo, per poi accenderlo. «No, ti ringrazio. Tutto fatto.»

«Ava, stavo pensando...» Ryan riprende a parlare, attirando l'attenzione dell'animatrice chiamandola per nome. Vedo che non hanno perso tempo con le presentazioni. «Che mia mamma aveva detto che sareste venuti in due.»

«Ah si, ecco, a tal proposito, doveva venire anche mio fratello ma stamattina si è svegliato con la febbre.»

«Riesci a gestire tutto da sola?»

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