Apro gli occhi. Di fronte a me, nella pagina bianca:
Will Donovan
### Heatley Ave, Downtown Eastside
Vancouver
Sospiro.
Voglia di uscire oggi: zero. Però, devo farlo. Non posso rimanere qui.
Mollo un pugno in avanti; la copertina del taccuino sbatte contro il fondo della libreria, aprendosi solo per uno spicchio. «Cribbio.» Una cascata di polvere mi piove in testa, mi finisce in bocca nel naso, e mi ritrovo a tossire. Hanno ficcato il mio taccuino proprio nell'intercapedine dietro ai tomi allineati in verticale. Sguscio fuori, con lo skateboard al seguito, e mi ritrovo nella penombra.
«Bonjour, nuovo arrivato!»
Sollevo la testa. Due stinchi, stretti in una calzamaglia bianca fino alle ginocchia, penzolano l'uno sull'altro dal taglio superiore di uno dei libri. Due scarpe di pelle, col tacco grande e squadrato e un fiocco davanti dondolano allegre a pochi palmi dalla mia faccia.
«Ehm... Ciao?»
Lassù, in controluce, un tizio con una vaporosa parrucca bianca in testa si sporge e mi guarda dall'alto in basso. Dal taschino di una giacca di velluto azzurra che gli arriva fino alle cosce estrae un fazzolettino di seta e se lo porta vicino al naso. Nel vano si spande un intenso profumo di mirra.
«Permettimi di presentarmi. Io sono Antoine-Florent Bouchard, Barone di La Roche.» Fa svolazzare con noncuranza il fazzolettino, e se lo rimette in tasca. «Ma, dal momento che condividiamo l'alcova, non sarà necessaria questa formalità. Chiamami pure Florent!»
Ah. Florent.
Fantastico. Mi hanno messo insieme al vampiro.
O, insomma... quello che ho sentito chiamare "vampiro".
Un brivido mi fa accapponare la pelle della schiena.
Ma poi, oltretutto, i vampiri non dovrebbero avere i denti appuntiti, qualcosa del genere...? Lui non mi pare che... No, okay. Non mi interessa. Non voglio indagare.
«O-okay, Florent...»
«Mentre tu...» Protende un poco la schiena in avanti. «Tu devi essere le Monsieur William Donovàn.»
«Ehm, sì, va... Va bene Will...» Uhm. Non so cosa pensare. Fino a che punto si è spinta l'inaccortezza di Kurt nei miei confronti? Voglio dire: questo tizio è solo stravagante... o mi devo preoccupare per la mia incolumità? Perché per il momento non sembra aggressivo, sembra solo un tizio uscito dal mio libro di storia, dal capitolo sull'Età dei Lumi. Però ricordo con chiarezza che Kurt lo ha chiamato proprio "vampiro".
«È un piacere conoscerti, giovani Will. Sono lieto di poterti dire che nella giornata di ieri ho preso parte alla spedizione di recupero del tuo amato quaderno.»
«Già, grazie.»
«Scenderei a stringerti la mano, ma, sai...» La sua bocca si storce in una smorfia di disgusto. «Preferisco... rimanere quassù.»
«Non fa niente.» Nemmeno a me va di restare in questo buco, a dirla tutta. Anzi, me la filo. Solo... come? «Uhm... Scusa, Florent?»
«Sì?»
«Da dov'è che si esce...?»
Il vampiro mi scruta, curioso, e solleva le sopracciglia ad arco. Stende il braccio sinistra, lo punta poco più avanti. L'indice nodoso sporge dalla manica a sbuffo.
STAI LEGGENDO
Incompleti
FantasyWill Donovan ha 17 anni. Sa di vivere a Vancouver, nel quartiere di Downtown Eastside. A parte questo, non ricorda nient'altro della sua vita. Da quando è finito 𝘲𝘶𝘪, la sua memoria è incompleta. E tutto ciò di cui gli importa è tornare a casa.