Mio Dio.
Mio. Dio.
Ma che cosa diamine voleva dire?!
Giungo alla fine dell'intercapedine. Mi fermo. Mi giro di centottanta gradi, e ricomincio a camminare.
Mio Dio.
Quel, quel...!
Non trovo le parole.
Ma cosa diavolo ha fatto?! Perché?! Che significato aveva?!
Ho voglia di spaccare qualcosa. Ma cosa?! Non c'è niente, qui dietro, a parte i libri! Ecco, bell'idea. E se strappassi questa stupida sovracopertina, ché è, tipo, la quarta volta che ci sbatto contro?! Maledetta carta colorata, perché mi devi ostruire il passaggio? Oltretutto, è già mezza mangiucchiata dalle termiti. Chi mai ci farebbe caso?
Con un colpo di gomito, la spingo di lato e mi faccio strada. Cinque passi. Di nuovo la fine del cunicolo. Mi giro di centottanta gradi. Riparto.
Dio, non riesco a farmi passare l'agitazione. Perché Kurt mi ha dato... Cioè, quella... cosa. Perché si è comportato così? E perché, dopo, ha detto "così"?! Cosa gli avevo chiesto?! Cosa...
Oh, Dio. E se ci avesse visto qualcuno...? No, no. Col cavolo che esco, oggi. Io mi ritiro dalle scene. Per sempre. Carriera di persona socievole finita. E se mi avesse visto qualcuno di classe mia...? Oddio, non ci voglio pensare. Mi prenderebbero in giro fino alla fine dei tempi. Non sono mai stato così sollevato di non essere a casa.
Fine del cunicolo. Mi giro. Riparto.
Possibile che abbia solo trovato un modo contorto per prendersi gioco di me?! Questa è un'ipotesi che devo assolutamente valutare. Non la può prendere sotto gamba. Solo che... quale dovrebbe essere lo scopo?! Perché?! E perché così?! Dio, sto girando in tondo da ieri, sempre sulle stesse domande. Devo smetterla! Devo darmi una calmata!
Blocco il passo a metà del cunicolo. Accanto a me, lo skateboard è appoggiato al fondo della libreria per lungo.
Pensa, Will, pensa. Quale potrebbe essere il suo piano? In che modo potrebbe aver usato questa... cosa, per farsi beffe di me...? Non... Non riesco a capire. A meno che...
Oh, okay, forse ci sono. Allora. Lui... è convinto che io sia gay. Quindi, ha pensato che avrebbe potuto sedurmi, farmi innamorare di lui, e poi attrarmi in una meschina trappola per umiliarmi davanti a tutti, come... Come...
Oh, mamma. Come è successo a quello del terzo anno. Mio Dio, come si chiamava? Tucker? Colin Tucker...? Colin, Cole, Cody... Ma chi diavolo se lo ricorda, il nome?!
Sospiro. Riprendo a camminare.
Era un tipo basso, magrolino, a cui tutti facevano il verso perché parlava con la voce nasale. Gli... Gli... Gli è successo qualcosa, in primavera. Dannazione, devo cercare di ricostruire tutto per filo e per segno, potrebbe trattarsi della stessa tattica.
Fine del cunicolo. Mi giro. Riprendo a camminare
Qualcuno della sua classe. Sì! Sì, è così! Qualcuno della sua classe ha usato... un account fasullo, forse? O... un numero anonimo. Va be', forse questo dettaglio non è importante. E ha fatto finta di provarci con lui. Poi, gli ha dato appuntamento da qualche parte, Vancouver. M-mio... Mio Dio. Sì, è andata proprio così. E sul luogo dell'appuntamento... c'erano almeno cinque di loro, ad aspettarlo. E poi le loro conversazioni in chat hanno fatto il giro della scuola, e lui...
No, no. Devo stare attento. Non posso rischiare. Non voglio fare la stessa fine.
Dio mio, ma che sto dicendo?! Questa cosa non può succedere per principio...!
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Incompleti
FantasyWill Donovan ha 17 anni. Sa di vivere a Vancouver, nel quartiere di Downtown Eastside. A parte questo, non ricorda nient'altro della sua vita. Da quando è finito 𝘲𝘶𝘪, la sua memoria è incompleta. E tutto ciò di cui gli importa è tornare a casa.