"La beatitudine di sentirsi amato addolcisce ogni dolore."
-Ugo Foscolo
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«Ci vediamo più tardi, mamma.» saluto la donna, che è appena rientrata in casa da lavoro «Va bene, tesoro. Hai preso il pranzo?» mi osserva, un lieve sorriso sul volto «Si, tranquilla.» le stampo un bacio fugace sulla guancia, prima di raccogliere lo zaino e uscire di casa. Percorro velocemente le scale, giungendo in strada poco tempo dopo; e mi blocco alcuni passi più tardi, quando noto Abbacchio salutarmi con un cenno del capo. Sono le dieci del mattino, cosa ci fa sotto casa mia?
Mi avvicino, un lieve sorriso a contornarmi le labbra «Hey, come mai da queste parti?» mi mostro gentile e il giovane resta in silenzio, prendendo a camminare. Resto interdetta, ma lo seguo ugualmente.
«Da oggi in poi, ogni mattina, a turno, verrà uno di noi a prenderti per andare all'università. Fatti trovare dietro il vicoletto, così tua madre non si insospettirà.» stavolta sono io a chiudermi, senza dire una parola. Questa è sicuramente un'idea di Bruno.
«Puoi dire a Bucciarati che queste precauzioni sono una stronzata, perché potrebbero attaccarmi anche a casa mia, o se esco con le mie amiche.» indurisco lo sguardo «Non voglio le guardie del corpo.»
«Credi che Bruno cambierà idea così facilmente?» la domanda di Leone mi lascia spiazzata, e lui pare notarlo «Ho provato a spiegargli che per stare tranquilli realmente, dovremmo tenerti d'occhio ventiquattro ore su ventiquattro, il che è impossibile. Ma lui è più testardo di un mulo.» roteo gli occhi al cielo, stanca «Non capisco ancora per quale motivo gli diate ascolto.»
«Perché siamo amici.» la risposta del giovane è arida, semplice.
«A volte penso che lui vi usi solo per raggiungere i suoi scopi.» confesso, anche se in maniera involontaria.
«Ti sbagli.» e potrei giurare di aver intravisto un lievissimo sorriso sul volto di Abbacchio «Bruno mi ha aiutato in un momento della mia vita nel quale ho pensato anche al suicidio. Mi è rimasto accanto ogni secondo, anche quando era stanco.» la sua serietà m'investe, privandomi quasi del fiato. È incredibile quanto dietro ognuno di noi si nascondano verità differenti, ferite e traumi irrisolti.
«È il mio migliore amico.» la sincerità di queste parole giunge delicata a colorare la mia anima, e stavolta sono io a sorridere.
«Ti prego, non voglio compassione.» come immaginavo, il giovane mette dei paletti. Scuoto il capo «Non mi permetterei mai, signore, lungi da me una simil scortesia!» tento di stemperare la tensione.
Vengo distratta dalla vibrazione del mio cellulare. Lo estraggo dalla tasca, notando una notifica da parte di Rossana.
Ed è a questo punto che un'idea fulminea attraversa la mia mente «Ah, quasi dimenticavo.» Mi volto in direzione del mio accompagnatore, che ricambia lo sguardo «Rossana ha difficoltà con l'esame di Storia Moderna. Tu fai Storia, vero?» so bene quale sia il suo corso di laurea, ma è meglio non destare sospetti. Il ragazzo annuisce, e le sue iridi fanno emergere un luccichio di curiosità.
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Black Swan [Bruno Bucciarati]
Fanfiction«Quindi lavori qui, dopo l'università?» «Ti dispiace?» «Al momento no.» 🌕 «Hai degli occhi tremendamente belli, per essere così vuoti.» «Che ne sai tu? Non conosci niente di me.» «Non ho bisogno di conoscerti per capire quanto tu sia cresciuta in f...