"Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo."-Raccolta Xenia,
Montale🌕
È incredibile quanto velocemente possano trascorrere i giorni, tutti uguali, dipinti di una monotonia furiosa di eventi.
La sessione si avvicina e ingloba con voracità ogni attimo della mia vita, accompagnata dalle notti movimentate da Black Swan.
La notizia della mia partecipazione a quella festa privata si è diffusa velocemente, e la clientela è nettamente aumentata, per la gioia delle mie colleghe, a mio parere fin troppo entusiaste.
Io, come al solito, mostro sempre la parte migliore di me, impegnandomi al massimo; e la mattina torno a casa distrutta, concedendomi qualche ora di sonno. È difficile mantenere il segreto con mia madre, guardarla negli occhi e continuare a raccontarle che fare la cameriera mi strema.
Più volte mi ha consigliato di lasciare questo lavoro, ma come spiegarle che lo stipendio da Black Swan farebbe vendere a chiunque l'anima al diavolo?
Semplicemente le rispondo che i miei colleghi sono un'ottima compagnia, e che mi diverto molto.
Bugie, una dietro l'altra.
Ma questa situazione ormai non è gestibile in altro modo. Perciò resto sui miei passi, salda, e mi limito a guardare sempre e solo in avanti. Non mi volto mai.
Il passato resta tale, e non accolgo mai con entusiasmo i ricordi. Ne posseggo di orribili, o forse di talmente belli che sarebbe meglio non rievocarli. Perché magari una persona con cui ho condiviso qualcosa di piacevole ormai non fa più parte della mia vita.
Perciò preferisco non distogliere mai lo sguardo dall'obiettivo, e non voltarmi mai indietro.
Eppure, da alcuni giorni a questa parte, avverto la monotonia appropriarsi non solo della mia vita, ma anche del mio corpo, pervaso da una stanchezza che non credo mi abbandonerà facilmente. A volte mi reggo in piedi per inerzia, e un paio di volte a lezione mi sono addormentata.
«Vin, mi stai ascoltando?» Emilia schiocca le dita davanti ai miei occhi. Scuoto il capo in un gesto istintivo, e sospiro, ovviamente stanca «Scusami, continua.»
«Non puoi prendere qualche giorno di ferie a lavoro? Sono certa che Camilla capirà.» la bionda mi osserva con un luccichio preoccupato nelle iridi «Dovrei staccare la spina da qualsiasi cosa.» sospiro «Comunque no, non posso, sai che mi servono soldi per aiutare mia madre con le spese. Ma penso di poter prendere un paio di giorni di pausa dallo studio.»
«È già qualcosa.» mi regala un lieve sorriso, gesto decisamente non da Emilia. Di solito i suoi sorrisi sono calorosi, genuini. Questo è sottile, un accenno appena visibile, intriso di malinconia.
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Black Swan [Bruno Bucciarati]
Fanfiction«Quindi lavori qui, dopo l'università?» «Ti dispiace?» «Al momento no.» 🌕 «Hai degli occhi tremendamente belli, per essere così vuoti.» «Che ne sai tu? Non conosci niente di me.» «Non ho bisogno di conoscerti per capire quanto tu sia cresciuta in f...