Capitolo 51🔴

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"Dicono che la mia
sia una poesia d'inappartenenza.
Ma s'era tua era di qualcuno;
di te che non sei più forma, ma essenza.
Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.
Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.
Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.
Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una cosa sola".

-Xenia 1,
Eugenio Montale

🌕

Le risate riempiono le mura di casa, in una serata tranquilla di fine dicembre

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Le risate riempiono le mura di casa, in una serata tranquilla di fine dicembre.

Tranquilla dopo un evento che ha sconvolto l'equilibrio iniziale. La morte scampata di Francesca è stato un colpo dritto allo stomaco, e ovviamente inaspettato. Quando Bruno mi ha telefonato, il panico che gli attraversava la voce mi ha scuoiato la pelle, e per un attimo il mio cervello ha vorticato. Le dita mi tremavano mentre digitavo il nome di Giorno in rubrica; e lui è accorso senza nemmeno riflettere, con gli occhi curiosi e spennellati di una certa preoccupazione.

Bruno e Francesca si sono appena ritrovati, dopo una vita da estranei, colma di menzogne e chissà quali altri segreti.

Sarebbe stato un finale tragico se lei fosse morta per mano di un fidanzato possessivo.

Non sarebbe dovuta andare a quell'appuntamento, perché era quasi ovvio che Genny volesse ucciderla.

Ma non la giudico.

Perché ho attraversato anch'io una situazione simile, e la mia anima è ancora macchiata da tutta la violenza che ho subito; la mente mi costringe a rivivere i ricordi di ogni schiaffo, dei pugni allo stomaco, e i lividi dolorosi su ogni parte del corpo.

Lo stupro.

A volte ho l'impressione di avvertire di nuovo il suo tocco indesiderato sul mio corpo; e poi rivedo il sangue sul preservativo.

Il mio sangue.

Da quando ho scoperto che Ettore è ancora vivo, pare che i ricordi siano più vividi, il suo respiro che s'infrange sul mio collo, e il disgusto che mi attanaglia lo stomaco.

Sono quasi morta a causa sua.

E un brivido si staglia sulla mia spina dorsale al pensiero che potrei ritrovarmelo davanti, magari armato, pronto ad eliminarmi davvero, stavolta. Ed io non avrei scampo.

Bruno cerca sempre di starmi accanto; non mi perde mai di vista, nemmeno per la commissione più stupida.

E i miei incubi paiono rallentare quando mi stringe, permettendomi di respirare il suo profumo, che ormai rappresenta il mio posto sicuro. Il luogo nel quale mi rintano ogni volta che la mia vita pare crollare. E lui mi accoglie senza fare domande, pronto a proteggermi dai miei demoni.

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora