Capitolo 23

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"Don't wanna wait on it
Tonight, I wanna get nasty
What you waitin' for?"

-Nasty, Ariana Grande

🌕

«Grazie

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«Grazie.» Bruno osserva in direzione di Giorno, che gli ha guarito la ferita alla spalla.

Il silenzio si abbatte sui nostri corpi, ognuno perso nei suoi pensieri.

Osservo un punto fisso della stanza nella quale mi trovo. Siamo a casa di Bruno, come al solito.

È l'unico posto nel quale possiamo rifugiarci quando accade qualcosa di sgradevole, e direi che oggi è accaduto l'evento forse più catastrofico della mia vita.

Toccare l'università è stato un colpo basso persino per i nostri nemici, che hanno rischiato di farsi cogliere in flagrante da chiunque.

Eppure, attualmente, il peso di questo enorme guaio grava solo su di noi, a ledere la nostra pelle lentamente, fino a ridurci all'ombra di noi stessi.

Io sono abituata.

Ma Emilia? Rossana?

Guido? Abbacchio?

Bruno?

Forse lui è un'ombra vivente, è nato come tale, e si ostina ad imbrunire il suo corpo, a ricoprirlo di peccati. Ancora ho l'immagine, dinanzi agli occhi, della sua imperturbabilità, della fermezza con la quale ha impugnato quella pistola, e il luccichio omicida che gli ha attraversato le iridi in un attimo d'ira funesta.

Potrei giurare di aver anche calibrato il peso di quegli spari, i millesimi intercorsi tra un proiettile e l'altro. Lo invidio.

Non mi ha sconvolto questa scena, non mi ha scalfita minimamente; ha soltanto scosso la mia anima, spingendomi verso un interesse anormale, tra le grinfie della malvagità assoluta.

«Quindi adesso che facciamo?» la voce di Emilia rompe il silenzio. Gli sguardi cadono sul suo corpo, ed io trattengo per un momento il respiro. Mi mordo il labbro inferiore.

È colpa mia.

Osservo Rossana, che tiene le iridi posate in un punto indefinito della casa; è ancora provata dalla situazione, tanto da non voler nemmeno essere toccata da Leone.

«Dobbiamo avere sangue freddo.» Bruno si espone con calma, mantenendo però il senso del comando.

«Per te è facile.» stavolta la voce è di Rossana «Hai ucciso quell'uomo con un autocontrollo...» parla con una delicatezza che ti scalda l'animo, ed io tento di aggrapparmi a questa dolcissima fonte di calore; quasi fosse l'unico appiglio in grado di tenermi in vita. Perché dopo oggi, dopo che l'unico ambiente nel quale non mi sentivo giudicata, è stato macchiato dalle mie stesse mani, forse non ho davvero più motivo di vivere.

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora