"Non sei più dov'eri,
Ma ovunque io sia."-Victor Hugo
🌕
«La sala è abbastanza grande da ospitare più persone di quante effettivamente sono segnate nell'elenco. Noi mettiamo sempre in conto che degli invitati possano portarsi dietro qualche amico, o amica.» il maître mi sorride, mentre percorriamo l'intero perimetro del locale «Adesso la condurrò direttamente dal proprietario, signor Bucciarati. Così potrete rivedere meglio gli accordi per la serata.» mi limito ad annuire, e Fabio mi fa cenno di seguirlo.
Conosco questo locale da tempo. Abbastanza da poter affermare che ha sempre fruttato un guadagno da capogiro.
Più di una flûte di champagne.
Le mie tasche si sono sempre riempite di soldi, troppi per appartenere ad una sola persona, e decisamente lerci.
Ma, d'altronde, i miei guadagni hanno sempre avuto il profumo dolce del sangue, estirpato da povere vittime, o da individui che hanno scelto di schierarsi dalla parte sbagliata.
«Ecco a lei, signore.» il maître mi indica l'ufficio del padrone. E giusto un minuto più tardi busso alla porta.
«Avanti.» la voce dall'altra parte giunge ovattata, ma ugualmente imponente.
Così varco l'ingresso dello studio, trovandomi davanti agli occhi la solita scrivania in legno, e le pareti di un bianco quasi candido, che stona decisamente con le attività che vengono svolte qui dentro.
«Bruno, accomodati.» di nuovo, la sua voce penetra nel mio campo uditivo; stavolta più nitida e intimidatoria. Ma ho imparato a conoscerla e di certo non mi spaventa.
Mi siedo giusto di fronte a Lorenzo.
«Come stai, ragazzo?» la sua domanda mi fa sorridere appena. Raramente mi viene chiesto come io stia. E attualmente il mio stato d'animo verte in un limbo di oscuri dubbi, o forse di evidenti realtà.
«Si tira avanti.» la mia risposta è atona, al solito priva di sentimento.
Lorenzo si limita a sorridere, forse contagiato dal mio gesto di poc'anzi. Ci conosciamo da moltissimo tempo, e abbiamo condiviso molti affari. Si tratta di un uomo che possiede una certa esperienza, con moglie e figlia. Tiene a loro più della sua stessa vita.
E so bene che anch'io gli sto a cuore.
Tra noi trascorrono almeno vent'anni di differenza.
«Va bene, pensiamo agli affari.» Lorenzo si sporge verso di me «Ti ho sentito parlare a telefono, prima.»
«Si. Discutevo dell'orario di arrivo del fornitore.» lascio intendere, limitandomi ad uno sguardo d'intesa, che l'uomo a me di fronte coglie attento «Perfetto. Hai un'ora di tempo per distribuire tutto il carico. Pensi di farcela?»
STAI LEGGENDO
Black Swan [Bruno Bucciarati]
Fanfiction«Quindi lavori qui, dopo l'università?» «Ti dispiace?» «Al momento no.» 🌕 «Hai degli occhi tremendamente belli, per essere così vuoti.» «Che ne sai tu? Non conosci niente di me.» «Non ho bisogno di conoscerti per capire quanto tu sia cresciuta in f...