"Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo."-Eugenio Montale
🌕
Sono all'angolo di via Mezzocannone.
Dove sei?
12:43
Invio velocemente il messaggio a Bruno.
Tengo stretto lo zaino sulle spalle, e lancio sguardi a destra e a manca, furtivi e sospettosi; i pensieri vorticano copiosi nel mio cervello, scorticandone le pareti, e scivolando fino allo stomaco, che si contorce dolorosamente. Gli attimi di attesa somigliano ad ore infinite, mentre controllo l'orario sul cellulare di tanto in tanto. Sbuffo, e sono quasi tentata di andare via, scappare a gambe levate da quello che -ho una strana sensazione- sia un destino già scritto, e anche piuttosto crudele. Non che io abbia paura.
Il mio problema principale è Bruno Bucciarati.
Un'auto accosta improvvisamente accanto a me. Aggrotto appena le sopracciglia, e i miei sensi si allertano, facendomi automaticamente raddrizzare la schiena. Un finestrino viene abbassato lentamente -o forse è solo la mia errata percezione- e resto interdetta nel riconoscere Bruno. Perché ha preso la sua auto?
«Sali, presto.» il suo è un ordine inattaccabile, fomentato da quelle iridi puntualmente ghiacciate, che penetrano lentamente la mia pelle, giungendo a ledere il mio cuore, se ancora ne posseggo uno.
Mi limito ad acconsentire, e mi affretto a salire nella vettura, con la curiosità che mi divora lo stomaco, condita però da una diffidenza che non posso ignorare.
«Posso sapere per quale motivo mi hai fatta venire di corsa qui? Perché sappi che se hai intenzione di rapirmi, non ci metterò due volte a spaccarti la faccia.» parlo con estrema sincerità. Questa situazione mi desta non pochi sospetti.
Perché prendere l'auto, se fino a poco fa era all'università?
Non avremmo potuto prendere un caffè in un bar nei dintorni?
«Immagino che tu sia ancora incazzata per il litigio di prima in aula.» il moro ingrana la marcia, immettendosi nella carreggiata, con il traffico di vetture che sfrecciano. Stringo i denti, voltandomi nella sua direzione «Meriteresti tantissimi schiaffi.» commento, con l'ira che funesta percorre ad alta velocità le mie vene, il sangue che pulsa doloroso al cervello «Comunque hai sviato l'argomento.» la sua tecnica non ha funzionato «Ti conviene rispondere alla mia domanda.» aggiungo. Osservo il suo profilo mascolino, la mandibola definita, e i capelli neri carezzargli dolcemente i lineamenti; pettinatura insolita, la sua, eppure gli dipinge il viso a pennello, donandogli una certa sensualità. E sarebbe inutile negarlo, da ipocriti.
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Black Swan [Bruno Bucciarati]
Fiksi Penggemar«Quindi lavori qui, dopo l'università?» «Ti dispiace?» «Al momento no.» 🌕 «Hai degli occhi tremendamente belli, per essere così vuoti.» «Che ne sai tu? Non conosci niente di me.» «Non ho bisogno di conoscerti per capire quanto tu sia cresciuta in f...