Capitolo 45

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"Il silenzio è il linguaggio delle forti passioni."

-Giacomo Leopardi

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«Mamma? Cosa ci fai qui?»

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«Mamma? Cosa ci fai qui?»

L'espressione che si dipinge sul viso di Bruno è puro shock. Tiene le iridi puntate in direzione della donna che sosta sull'uscio di casa. Ed io, dietro di lui, resto altrettanto interdetta.

Soprattutto per la somiglianza che c'è tra loro. I capelli corvini, le iridi dannatamente chiare e il naso perfetto, lievemente all'insù.

«Non posso venire a trovare mio figlio, ogni tanto?» la voce della donna è delicata, e il sorriso che riserba a suo figlio è molto dolce.

Bruno, dal canto suo, resta impalato, ancora sotto shock. Non muove di un millimetro il suo corpo, probabilmente col cervello in panne. Mi ha sempre raccontato di avere con sua madre un rapporto conflittuale.

Lei non è mai stata molto presente nella sua vita, troppo impegnata a godersi il secondo marito; e non gli ha nemmeno mostrato tanto amore, nel corso degli anni.

«Allora...mi fai entrare?» la donna incrocia le mani, e il suo imbarazzo è palpabile.

Decido di intervenire.

«Certo, si accomodi pure.» eseguo dei passi in avanti, e lei pare notarmi solo adesso.

Mi osserva stupita, infatti, schiudendo le labbra; lo sguardo pare illuminarsi, mentre scorre fulmineo verso suo figlio, e nuovamente nella mia direzione «Bruno, non sapevo avessi una fidanzata.» per un attimo vengo percossa da un brivido. Drizzo la schiena, mentre sorrido «Non vedevo l'ora di conoscerla, signora...» lascio la frase a mezz'aria. Non è più la signora Bucciarati.

«De Rosa.» la donna mi sorride, e solo adesso noto quanto sia giovane.

«Si accomodi, prego.» le indico verso l'interno, e lei non se lo lascia ripetere. Chiudo la porta, e il mio sguardo corre a quello di Bruno. È nervoso, lo noterebbe persino un cieco.

So che non avrebbe voluto sua madre in casa, che probabilmente l'avrebbe liquidata con una scusa. Ma il mio istinto ha prevalso; soprattutto la mia buona educazione.

Faccio cenno a Bruno di raggiungere sua madre, severa in volto. E il moro stringe la mandibola, prima di eseguire il mio ordine.

«Scusi il disordine.» parlo intanto, avvicinandomi «Ci siamo svegliati tardi, e abbiamo delle commissioni da fare.»

«Oh, scusate, se volete passo un altro giorno.» la madre di Bruno fa per alzarsi, in un gesto spontaneo.

«Dovresti.» la freddezza di suo figlio mi lascia interdetta, fino a rendermi nervosa. Sua madre incassa il colpo in silenzio; ma nei suoi occhi è spennellato un lieve dolore.

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora