Capitolo 50

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"A volte essere un fratello è ancora meglio che essere un supereroe."

- Marc Brown

🌕

«Cazzo, fra

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«Cazzo, fra. Che situazione.» Guido mi osserva, a metà tra il sorpreso e l'eccitato.

«Io avevo sempre notato una certa somiglianza, ma non avrei mai immaginato che Lorenzo fosse tuo padre.» Leone incrocia le braccia al petto, ed io scrollo le spalle.

Ho deciso di essere sincero, di raccontare tutta la verità ai miei amici; e loro sono rimasti semplicemente in silenzio, senza giudicarmi, senza criticare mio padre nemmeno per un secondo.

È ancora strano chiamarlo in questo modo, ma non troppo da farmi essere restio.

Un padre è tutto ciò che ho sempre desiderato, e Dio mi ha fatto un regalo enorme dopo anni di sofferenze e fiducia scemata. Tento solo di godermi il momento, senza sospettare niente e senza pormi alcuna domanda.

Lorenzo è mio padre, mi vuole bene, mi è sempre stato accanto, anche se in maniera diversa, e ha lottato affinché potessi essere una persona istruita. È riuscito nel suo intento, ed io gli sono semplicemente grato.

«Vabbè, almeno abbiamo una sorta di spia che può recapitarci informazioni.» Giorno mi risveglia dai pensieri, e mi lascio sfuggire un sorriso compiaciuto «Si, possiamo dire così.»

«Be', allora dobbiamo festeggiare, no?» la voce squillante di Emilia attira la mia attenzione. La osservo, seduta accanto a Venere e Rossana.

Siamo in un bar al centro storico, molto accogliente; e soprattutto caldo.

«Piuttosto-» Narancia interviene nella conversazione «Cosa facciamo a capodanno?»

«Vero! Non abbiamo organizzato niente, e mancano solo due giorni!» Guido lancia degli sguardi quasi allarmati. Gli anni scorsi siamo sempre andati in qualche locale esclusivo a bere, nel tentativo di trovare anche una bella ragazza con cui trascorrere la notte.

Ma quest'anno è diverso. Perché l'amore ha bussato alle porte di Leone e Guido.

Narancia è ancora un ragazzino, Giorno è un ragazzo tranquillo.

Ed io?

Io non saprei descrivere cosa sia accaduto nel giro di due mesi.

Ma ho la certezza che la mia vita sia cambiata, stravolta da un paio di lapislazzuli delicati, in frantumi, che attualmente mi scrutano senza alcuna vergogna; come se fossimo soli, privi del mondo circostante.

E il lieve sorriso che lei tiene dipinto sulle labbra è un richiamo dritto in paradiso; perché ormai di Venere conosco i dettagli invisibili, e quel ghigno indica solo una cosa: sesso.

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora