"Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così:
amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza.
In me faccio triste esperienza di quel veto di piscitelli un famosissimo poeta:
'Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia?"-Francesco Petrarca,
Ascesa al monte ventoso🌕
Fin da bambino ho imparato ad accettare qualsiasi situazione che la vita -o il destino- mi abbia presentato. Non importa quanto grande o scioccante potesse essere. Io ho imparato a mostrami impassibile, ad incassare il colpo. Perché semplicemente non ho mai avuto possibilità di scelta, e ho capito immediatamente che l'esistenza che mi ostinavo a percorrere sarebbe stata sempre un equilibrio precario.
Un unico filo invisibile, sempre più consunto col trascorrere dei giorni.
Devi essere forte.
Non puoi piangere, non sei un bambino.
Hai ucciso due persone, non può spaventarti più niente.
Queste frasi sono diventate un mantra. Le ho tatuate sotto la pelle, collegate direttamente al cervello.
L'obiettivo è sempre stato quello di diventare un uomo forte, indipendente, temuto.
E i sacrifici hanno mostrato i loro risultati più in fretta del previsto.
L'unico elemento -forse il più importante- che non ho mai considerato è la rabbia.
Quell'ira che prende possesso del tuo sangue e schizza nel cervello, annebbiandolo completamente; ti priva della razionalità, di ogni respiro. Vedi solo nero, senza alcuna scala di colore. È il buio totale.
E attualmente è così che mi sento.
Ho il corpo in fiamme, lo stomaco che si contorce, il cuore che martella doloroso nella cassa toracica.
E vedo nero.
Fottutamente nero.
«Bruno, io sono tuo padre.»
È bastata questa confessione a scatenare l'inferno dentro di me.
E nessuno sarà in grado di fermarmi, nemmeno Dio se scendesse direttamente dal paradiso.
E quindi attacco, senza remore.
Mi avvento su Lorenzo, accecato da una rabbia che riverso sul suo corpo. Gli sferro un pugno dritto in volto, e poi un altro, e un altro ancora. Le mie iridi captano solo il suo sangue, ma non è abbastanza.
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Black Swan [Bruno Bucciarati]
Fanfic«Quindi lavori qui, dopo l'università?» «Ti dispiace?» «Al momento no.» 🌕 «Hai degli occhi tremendamente belli, per essere così vuoti.» «Che ne sai tu? Non conosci niente di me.» «Non ho bisogno di conoscerti per capire quanto tu sia cresciuta in f...