Capitolo 32

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"Ella negli occhi pur mi restava,
e nell'incerto raggio del sol
vederla io credeva ancora."

- Giacomo Leopardi

🌕

Devo salvarla

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Devo salvarla. A costo della vita.

Navigo tra onde indemoniate, gestite dal soffio di Lucifero, in un tempo dove i secondi scorrono fulminei. Mi destreggio con una velocità che non credevo di possedere, e afferro la pistola.

La tenevo custodita nel cruscotto dell'auto.

A costo della vita.

E d'improvviso un colpo. È ancora vivo.

«No, non lo uccidere!» la sua è una preghiera che mi coglie impreparato. E non dovrebbe, perché Venere è buona.

Contro ogni logica decido di darle ascolto. Perché le sue iridi mi hanno implorato, lentamente pregato di non sporcarmi l'anima con l'ennesimo peccato mortale. Perché lei è fin troppo consapevole dello stato pietoso in cui verte il mio essere, completamente oscurato di pece.

E così mi alzo.

Poi, ennesimo boato. E ancora un altro.

Sangue e morte sull'asfalto. Un dolore lancinante mi squarcia il fianco, e s'impossessa delle mie forze.

Buio.

Sollevo le palpebre di scatto.

Respiro in maniera profonda, forse affanno; e fatico a collegare il raziocinio, i pensieri che sovvertono il mio cervello.

Riconosco la mia stanza, e soffermo lo sguardo sul soffitto. E intanto, un movimento sospetto mi fa subito voltare il capo.

Per un momento trattengo il respiro, quando la noto, stesa al mio fianco, dormiente, beata, con la delicatezza a rivestirle benignamente il corpo.

Quel corpo che ho assaggiato, posseduto, e che desidero tutt'ora, con l'ardore di chi ha commesso troppi errori, coi peccati capitali che rendono pesante la mia anima.

Ed è in questo istante che la ragione inizia a macinare ricordi.

Ho ucciso l'ex fidanzato di Venere.

Col solito sangue freddo, e l'indifferenza dipinta in volto. Eppure, lei mi ha pregato di non farlo.

E questo è l'ennesimo fardello che mi appresto a caricarmi in spalla.

La osservo, voltandomi completamente sul fianco sinistro. E probabilmente resterei ore a bearmi della tranquillità di questo momento, col silenzio a distendere le meningi, e la frenesia della mia vita spericolata che semplicemente resta arginata al domani, chiusa in un imminente futuro che vorrei non giungesse mai.

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora