Capitolo 42🔴

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"Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole
Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri."

-Albachiara,
Vasco Rossi

🌕

Albachiara di Vasco Rossi si diffonde delicatamente in casa

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Albachiara di Vasco Rossi si diffonde delicatamente in casa.

Acuisco l'udito, rapita dalle note meravigliose di questa canzone, e istintivamente esco dalla camera da letto.

Sono trascorsi alcuni di giorni da quando io e Bruno abbiamo litigato; e il rapporto pare essersi ricucito senza alcun chiarimento. Abbiamo semplicemente accantonato le urla, gli insulti, l'ardore di quell'attimo; come se nulla fosse accaduto, un dettaglio di poco conto.

Ma in fondo tra noi ha sempre funzionato così.

Non abbiamo mai chiarito, non ci siamo mai spinti fino in fondo, eccetto se si trattava delle fauci dell'inferno; in quelle ci siamo gettati a capofitto, senza riflettere neanche un momento.

Siamo spaventati dall'idea di conoscerci, invece.

Terrorizzati dall'idea di scavare nei nostri meandri. Non ci porgeremo mai delle scuse.

Giungo nella zona giorno senza nemmeno accorgermene. Sono stata rapita dalla canzone, forse.

«Ti piace Vasco?» chiedo ad un tratto, notando Bruno che armeggia ai fornelli. È ora di pranzo «Si.»

«Oh, io lo adoro.» sorrido, mente eseguo dei passi verso la sua figura «Che cucini?» mi sporgo appena, curiosa «Zucchine. E dell'ottima carne.»

«Questo lascialo dire a me.» lo prendo in giro, prima di pungolargli un fianco. Sobbalza, e non mi sfugge il suo sguardo contrariato, spennellato di un lieve divertimento «Stasera cucini tu, saputella.»

«No, stasera pizza.» gli regalo un occhiolino.

«Col cazzo. Devi cucinare. Voglio proprio vedere che sai fare.» Bruno mi lancia uno sguardo divertito, stavolta.

Perché noi viaggiamo su due estremità opposte: siamo solo bianco o solo nero, senza alcuna scala di grigi.

Alterniamo momenti tranquilli, di prese in giro amichevoli, a sprazzi di rabbia totale, di odio, e di violenza, anche. Perché la pistola nella sua auto e il coltello da Black Swan resteranno impressi per sempre nella mia mente, a stridere dolorosamente con le meningi, in disastrosi ricordi dal sapore dolce della lussuria. Una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo, l'eccitazione mi stordisce per un momento. Fatico a rimanere stabile sulle gambe, forse proprio a livello mentale.

Credo di viaggiare costantemente un mondo squilibrato.

«Guarda che so cucinare.» incrocio le braccia al seno «Ma potrei avvelenare la tua porzione, che ne pensi?»

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora