Capitolo 18

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"Due caratteri diversi
Prendon fuoco facilmente
Ma divisi siamo persi
Ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
Da un amore che ci dà
La profonda convinzione
Che nessuno ci dividerà."

-L'emozione non ha voce,
Adriano Celentano

🌕

Dicono che gli esseri umani, spesso, sono legati da un filo indissolubile, invisibile all'occhio umano, eppure talmente forte, da essere indistruttibile

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Dicono che gli esseri umani, spesso, sono legati da un filo indissolubile, invisibile all'occhio umano, eppure talmente forte, da essere indistruttibile.

Non ho mai creduto alle dicerie delle persone, perché la maggior parte delle volte ti riserbano giudizi cattivi, senza conoscere di te nemmeno il nome, quali siano le tue passioni e le tue paure.

La gente da aria alla bocca solo perché le parole sono gratuite, così come le cattiverie, le maldicenze e i pensieri malvagi. Elementi che in alcuni casi degenerano, trasformandosi in violenza pura -che si può manifestare ad ogni età- fino a giungere all'omicidio.

E considerando la situazione nella quale verto, io un omicidio l'ho commesso, ma soltanto per legittima difesa; perché avrei perso io la vita, se non mi fossi imposta con la forza su quell'uomo deplorevole, servo di un capo che probabilmente mi odia, e a sua volta vuole eliminarmi dalla terra.

E perché tutto questo mi eccita terribilmente?

Cosa scatta nel mio cervello?

Il calore che mi assale è imprevedibile, e si estende fino alle meningi, che si contraggono e rifiutano di rilasciare il raziocinio. Quasi desidero ritrovarmi a contatto diretto con colui -o colei- che mi vuole morta.

Le domande saltano da una parte all'altra della mia testa, ingombranti e dolorose; quasi mi portano via l'ossigeno.

«Che cosa ordiniamo?» la voce di Bruno irrompe con una delicatezza inverosimile. Tiene stretto fra le dita il menù, e le sue iridi lo scrutano con attenzione. Abbiamo pranzato da poco, e adesso siamo in un bar non troppo distante dall'università. Sono già le 15:00.

«Un caffè, no?» la mia domanda possiede un pizzico di ovvietà, e i miei occhi sono incollati alla figura del moro; e quando i nostri sguardi s'incontrano, fatico a mantenere il respiro stabile. Rallenta percettibilmente.

«Più un digestivo, direi.» Bruno interrompe il contatto visivo «Tipo un amaro.»

«Oppure?»

«Non lo so, c'è l'imbarazzo della scelta.» continua a scrutare il menù, ed io mi limito soltanto a scrollare le spalle, disinteressata «Io opto per il caffè.» concludo.

«Vabbè, lo prendo pure io.» il giovane chiude la brochure, posandola sul tavolo.

«Salve.» una voce maschile giunge alla mia sinistra «Volete ordinare?»

Black Swan [Bruno Bucciarati]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora