La festa (parte terza)

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Una confusione generata da urla e musica,fa sbandare da una parte all'altra Giulia,che cerca di raggiungere un punto meno popoloso e più silenzioso del ristorante per non rischiare di far esplodere la sua testa.

L'avverte così pesante che non riesce neppure a tenere gli occhi ben aperti,soltanto a testare con le mani le pareti a cui cerca un aiuto per sostenersi.Vuole recarsi in bagno perché sente un nodo forte nello stomaco che pensa di rigettare da un momento all'altro.

Non si è limitata a bere gli unici tre cocktail già pagati,ma ha bevuto anche due di quelli che spettavano a Luigi,nella calca che cerca di lasciare,lo ha perso di vista.Lei ammette di aver esagerato,non ha mai provato a gestire ciò che l'alcol provoca su di lei perché non ha mai bevuto più di un bicchiere alla volta.

Sono lontani gli avvisi ricevuti dai genitori e dalla sorella,ma anche da Giada e Damiano,nel saper gestire al meglio il divertimento a sua disposizione.Lo ha totalmente capovolto,facendolo ritorcere contro sé stessa.Per affogarci dentro tutti i suoi dispiaceri,che preferisce divagare piuttosto che affrontare a viso aperto.

La sua vista fortunatamente riesce a vedere il cartello con cui viene distinto il bagno utilizzato dalle ragazze e una volta che vi entra dentro,raggiunge immediatamente il WC dove il nodo provato dentro si scioglie,facendole rigurgitare tutto ciò che ha bevuto.

Dopo averlo fatto per più di una volta,Giulia si sente libera da quel peso che gravava nello stomaco,ma scoppia in un grande pianto.Non riesce a frenare in nessuna maniera le lacrime che iniziano a scendere imperiturite sulle sue guance,lasciando sfogare tutto ciò che ha accumulato nei giorni precedenti.

E soprattutto,si sente delusa da sé stessa,perché decidendo di ubriacarsi ha raggiunto il fondo,piuttosto che risalire da esso come si era promessa di fare.Non si è mai spinta così oltre ed è per questo che non riesce a riconoscersi.

Non vuole diventare un estranea,non vuole perdersi,non vuole rimanere sola.Sembra proprio che la sua disperazione non venga ascoltata da nessuno,però in realtà è Matteo a raggiungerla e a sua volta,lui rimane deluso dalla propria persona.

Come ha potuto non capire il malessere che cresceva dentro di lei?.Come ha potuto pensare sempre e soltanto a sé stesso,non avendo nessun minimo di empatia?.Si fa ribrezzo da solo,specialmente quando gli occhi vuoti di Giulia iniziano a guardarlo.

"Ehi,sono qui adesso,insieme a te.Non avere paura di niente,non ti lascio più da sola."si abbassa alla sua altezza e le accarezza delicatamente il viso,per asciugarle le lacrime:"Andrà tutto bene,adesso ti aiuto a rialzarti."

"Io...Ho sempre nutrito un grande e forte sentimento nei tuoi confronti.Che pensavo mi avrebbe reso una ragazza speciale,ma in realtà è soltanto la mia condanna."le parole escono spontanee dalla bocca di lei e probabilmente deve ringraziare il residuo di alcol presente per renderla così audace,altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta a donare una voce a queste parole.

"Mi dispiace non averti compresa,non sai quanto.Ma da adesso in poi non accadrà più,te lo prometto.Costruiremo un rapporto molto più bello e sincero rispetto a quello che ci ha unito fino ad adesso."in realtà,nella loro amicizia,ognuno si è fatto i fatti propri ammette a sé stesso il ragazzo. È ora di cambiare questa concezione e di crearne una del tutto nuova.

"Ormai è troppo tardi...Troppo tardi...Tardi..."Giulia sente che il mal di testa ritorna ancor di più prepotentemente e la vista le si offusca un'altra volta,quando si avvicina al volto contratto di Matteo:"No!.Tu sei solita a ripetere questa frase,meglio tardi che mai!.Ed è adatta per la situazione in cui ci ritroviamo.Abbiamo il diritto di concedere al nostro rapporto,una seconda possibilità."

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