Conoscenze

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A volte,anche quando il silenzio sembra essere la linea guida in determinati momenti,non riesce a prendere il sopravvento poiché la curiosità di scoprire è molto più forte.

E così Enrico e Alice non riescono a frenare la conversazione che vuole essere un permesso,affinché possano conoscere tutto ciò che è accaduto nelle rispettive esistenze negli ultimi dodici anni.

Sono racconti intrisi di avventure e delle spiegazioni necessarie che servono a fugare ogni dubbio residuo:lui le spiega di quanto sia stata difficile la detenzione.Molte volte ha pensato di non poter mai più gustare il sapore della libertà.

Alla fine però sarebbe stata una giusta pena per scontare le scelte discutibili che aveva preso,specialmente sotto inculcazione da parte del padre.Ammette che forse è perché non ha avuto un buon esempio di questo ruolo che il suo non l'ha saputo svolgere come si conveniva.

Ma nei 4.380 giorni che ha contato con estrema cura,ha imparato a cambiare e a crescere come mai sarebbe stato capace di fare.E così ha deciso dapprima di iniziare a collaborare con la giustizia,rivelando importanti informazioni che hanno portato alla dissoluzione del clan criminale di cui faceva parte.

E anche al rinnegamento da parte della sua famiglia...Non hanno mai accettato il suo pentimento,considerandolo come un onta per il loro onore.Ma nonostante questo ha continuato a percorrere questa strada di redenzione che lo ha portato a conseguire,pochi mesi prima di uscire dalla prigione,la laurea in psicologia.

Ammette di essere entrato fin nel profondo della psiche di molti detenuti e questo lo ha condotto a prendere questa scelta rivoluzionaria.Conclude il suo racconto dicendo alla figlia del sogno di riscatto,rappresentato dall'apertura di uno studio di assistenza psicologica a Crotone,la città che le ha regalato solo felicità,tuttavia prova paura nell'essere contrastato da chi lo considera ancora un traditore.

"Hai avuto il coraggio di rivelare la struttura di un'organizzazione tanto potente che poi si è sciolta come neve al sole...E adesso hai paura di iniziare a vivere la tua vita fuori le sbarre?."domanda la figlia,la loro conversazione avviene davanti un buon piatto di tagliatelle ai funghi,la preparazione migliore che effettua il ristorante Bianchi.

Hanno deciso di convidividere insieme un pranzo per parlare con tutta la calma che è mancata:"Sì ho paura.Perché sapevo bene oramai come funzionasse il carcere,invece adesso per me è tutto nuovo.Anche tu."E quando pronuncia questa ammissione i suoi occhi verdi si riempiono di lacrime piene di rimpianto.Non ha goduto della sua crescita e questo è un rammarico che graverà sempre come un macigno su di sé.

"Con il tempo tutto cambia."replica lei,l'evoluzione risulta sempre essere inevitabile da fermare:"Magari adesso che hai cambiato totalmente vita,il peso delle tue decisioni ne ha assunto uno più leggero."sono parole piene di speranza,adesso che lo ha trovato non vorrebbe più perderlo.

"Me lo auguro.Però forse...Sarebbe più opportuno che lo aprissi qui,a Firenze.Così non resterei più lontano da te."adesso non vuole pensare solo per sé stesso,lo ha già fatto per troppo tempo.Ora nei suoi progetti lo spazio più grande spetta a colei che finalmente riesce a chiamare figlia.

"Però immagina uno studio che si affaccia direttamente sul mare.Il suo odore,il rumore delle sue onde,i suoi colori... Possono già essere delle ottime terapie per il paziente."lo incita,non è giusto che rinunci ancora alla sua identità,lo ha fatto per troppo tempo:"Non avere paura che qualcuno ci possa separare nuovamente.La vita non si ripete per più di una volta."questo non se lo augura poiché ha già imparato a sue spese che è così.

"Sai,non approvo tutte le motivazioni che ti spingono ad essere arrabbiata con tua madre.Lei ha cercato soltanto di tenerti lontana dal mondo che avevo scelto di abitare."ammette Enrico e queste sue parole provocano nella ragazza un gesto di stizza.

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