Capitolo 28

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Grace
Saluto tutti avvisando che sto uscendo con Nathan, esco fuori e vedo che lui é già in macchina ad aspettarmi.
«Quindi? Dove andiamo?» chiedo entusiasta
«Segreto» dice ridendo.
Mette in moto la macchina e partiamo
«posso accendere la radio?» chiedo timidamente
«certo che puoi» dice continuando a fissare la strada. Mi incanto a guardarlo mentre guida, cercando di non farmi notare. É veramente bello.
Mentre guida, non mi è chiaro dove stiamo andando, non conosco tanti posti qui.
Quando ferma l'auto vedo che mi ha portata su una spiaggia.
«Nathan, che bello. Il mare di notte é magico», dico, affascinata dalla vista.
Nathan mi sorride, ferma la macchina e spegne il motore. Quando scendiamo il cielo stellato si espande su di noi.
«Il rumore del mare è così rilassante» dice, guardandolo
«É veramente il rumore più bello che esista» rispondo voltandomi anch'io a guardarlo.
Nel mentre sbircio anche Nathan che guarda il mare incantato.
«Come conosci questo posto? Sembra isolato» chiedo dopo qualche minuto di silenzio.
Si siede sulla sabbia e mi fa segno con la mano di sedermi di fianco a lui.
«Questo posto è speciale per me» dice
«Ci vieni spesso?» chiedo voltandosi a guardarlo
«Quando tutto diventa complicato. Quando ho bisogno di stare solo e pensare. È come se le stelle mi dicessero che anche nelle notti più buie, c'è sempre qualcosa di luminoso.» Mi volto verso di lui e una sensazione di calma mi avvolge.
Guardandolo vedo che anche lui si rilassa, buttando giù tutti i muri che si costruisce intorno.
«Quando ero piccolo» dice, mi volto verso di lui e sembra che il suo sguardo sia perso.
«Quando a casa le cose diventavano difficili, quando i miei iniziavano a urlare e a litigare, se non c'è Yas in casa, uscivo e correvo qui. Questa spiaggia é stata la mia seconda casa, il posto sicuro.»
Le stelle brillano sopra di noi, e il suono tranquillizzante delle onde diventa il nostro compagno silenzioso. Le sue mani stringono la sabbia come se cercassero conforto.
«Ero così piccolo» continua, «ma questo posto mi faceva sentire al sicuro.»
Guardo il cielo stellato, cercando le parole giuste da dire. Poggio la testa sulla sua spalla
«Anche io avevo un posto speciale quando ero piccola. Era il mio rifugio, ma non per le stelle o il rumore del mare.»
Il suo sguardo mi incoraggia a continuare, e trovo la forza di condividere il lato più doloroso della mia storia.
«I miei genitori si sono separati quando ero piccola, ho scoperto che mio padre tradiva mia madre con la sua segretaria, nonché grande amica di mia madre. Era la sua più grande amica. Ho visto qualcosa che una bambina non dovrebbe mai vedere.»
Un lampo di dolore mi attraversa gli occhi.«Quello che ho scoperto ha segnato tanto la mia adolescenza. Dopo l'accaduto c'è stato un casino in casa. Mamma stava male, e io non reggevo più quel peso così grande. Mi sentivo impotente e non aver controllo della situazione mi struggeva, così ho preso il controllo di l'unica cosa di cui mi era concesso, il cibo. Preso controllo é una parolona, meglio dire perso.. caddi in un disturbo alimentare, l'anoressia.»
Lui mi guarda, mi accarezza la guancia e mi sorride.
Si avvicina lentamente, i nostri sguardi si intrecciano. Il cuore batte forte nel petto, il mio respiro diventa pesante. Poi, improvvisamente, le sue labbra si scontrano con le mie in un bacio che travolge ogni pensiero.

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