Capitolo 12

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                             Grace
É passato un mese dal litigio con Nate, non si è più fatto sentire e ringrazio chiunque ci sia lassù.
In questo mese sono cambiate tante cose, ho legato molto con Logan e Jacob, sono rimasta seduta al banco con loro dal giorno che mi hanno chiesto se potessi spostarmi al loro banco per spiegargli alcuni argomenti che poi in realtà hanno capito molto bene.
Invece con Nathan le cose non sono cambiate molto, le battutine continuano anzi sono aumentate ma forse mi sta meno sulle palle.
Immersa nei pensieri mi rendo conto di essere arrivata in aula, raggiungo  Logan e Jacob e noto che Nathan sta giocando con il telefono
«Buongiorno ragazzi» tutti salutano tranne Nathan impegnato a giocare, mi volto verso di lui
«Ho salutato rincoglionito e posa questo aggeggio altrimenti non ti darò ripetizioni come promesso, non sarò mica io ad ascoltare e poi a ficcarti le cose in testa. Siamo rimasti che tu ascolti e io ti spiego ciò che non comprendi.» eh si, proprio così, ho perso una scommessa con lui 3 giorni fa quindi devo dargli ripetizioni, stava giocando con quel giochino del cavolo e mi ha sfidato, ho perso ed eccoci qui mi ritrovo a dare ripetizioni a questa testa vuota.
«Giuro un ultima partita!!» dice in modo buffo, sembra un bambino che chiede alla madre il permesso di fare l'ultima partita prima di andare a letto
«Niente ripetizioni per Scuttle» dico canticchiando, i ragazzi ridono, lui sbuffa poggia il telefono sul banco e ascolta la lezione.
Finita la lezione sto per andare via ma lui mi ferma, «Ascolta, siamo rimasti che le ripetizioni le facciamo oggi solo che c'è stato un cambio di programma con la squadra quindi probabilmente per le 17 non ci sarò, potresti fermarti un'ora in più qui così a fine lezioni ci vediamo e facciamo un oretta di ripetizioni qui?»
«Va bene. Ma non un minuto in più ho da fare» rispondo
«Perfetto, a dopo grazie » si avvicina e mi lascia un bacio sulla testa, lo guardo stranita e lui sorride, rimango imbambolata mentre lui va via. 
Raggiungo gli altri in mensa e mentre Vic e Dustin parlano io mi perdo nei miei pensieri, ok sbaglio a farlo e lo so, ma quel bacio perché? Cosa significa? Cioè non è da lui. Va bene che il nostro bisticciare è diventato ormai quasi "divertente" ma non capisco..
«Oh ma ci senti?» dice Vic
«E? Si scusa stavo pensando, cosa dicevate?»
«Stiamo tornando a casa»
«Io rimango qui, devo dare ripetizioni a Nathan »
«Ah già, le famosi ripetizioni» mi prende in giro Dustin. Usciamo fuori, mi salutano e vanno via io invece vado in giardino e aspetto che esca dalla palestra Nathan, nel mentre mi siedo su una panchina e per passare il tempo leggo "chiamami col tuo nome."
«Ogni cellula del mio corpo crede che ogni cellula del tuo non debba morire, mai, ma se proprio deve, che muoia allora dentro il mio corpo » alzo la testa e trovo davanti a me Nathan
«L'hai letto..» dico meravigliata
«Mh probabile» risponde sorridendo
«Fumo una sigaretta e iniziamo, possiamo stare qui che dici? Si sta bene» dice
«Si va bene» rispondo riprendendo a leggere.
Mentre fuma accende il cellulare e inizia a giocare al gioco a cui ho perso la scommessa, lui si volta verso di me
«Che dici? Ti va di giocare? Rischi?»
«Cosa dovrei rischiare? Ho già perso la scommessa» dico fingendomi offesa
«Allora facciamo così, ogni volta che vinco ti do un bacio» dice, lo guardo ridendo
«Ti piacerebbe! Allora ogni volta che perdo te lo impedirò»
«Così non vale, sei scarsa quindi perderesti subito. Facciamo che ti impegni e ogni volta che vinci ti permetti di rifiutarlo» dice con un sorriso fantastico e mentre il sole illumina il suo volto io mi perdo nei suoi occhi
«Mh va bene» rispondo stando al gioco
Facciamo 8 partite ciascuno, io ne vinco solamente 1, lui le vince tutte.
«Bene, ho 8 baci da darti»
«Sarebbero 7, uno devo rifiutarlo, ho vinto»
«Sarebbero? Ho vinto quindi sono 7» dice ridendo e mentre lo fa si stringono gli occhi e sembra quasi che brillano
«Sicuro che io te lo lasci fare? E ora dai su iniziamo con le ripetizioni»
Lui ride e prende il quaderno dove ha scritto tutti gli appunti che gli avevo lasciato
«Bene, parliamo di Publio Cornelio Tacito» dico
«Publio Cornelio Tacito, indicato come Gaio Cornelio Tacito, è stato uno storico, oratore e senatore romano ed è considerato tra i più grandi e influenti esponenti del genere storiografico nella letteratura latina.» inizio a spiegare.
Dopo mezz'ora che spiego, mi giri e gli chiedo cosa abbia capito
«Quindi, in alcune lettere di Sidonio Apollinare e in alcuni vecchi scritti di poca rilevanza letteraria lo storico è nominato con Gaius, ma nel manoscritto principale della tradizione, con Publius.» dice, grattandosi il mento
«Esatto»
«Le opere che gli sono state attribuite e che sono sopravvissute sono 5, almeno in una parte sostanziale di esse. E le ultime due opere hanno richiesto alcuni anni per essere completate» dice
Andiamo avanti così per quaranta minuti circa e concludiamo.
«Ok perfetto, bravissimo. Per oggi direi che basta»
«Si, ne ho le palle piene di storia e vorrei tornare a casa a riposare, 2 ore di allenamento e quasi 2 di storia, potrei morire a minuti»
«No ti prego, non qui. Risulterei la giusta persona da incolpare» dico sbattendomi la mano sulla fronte
«Mh, mi uccideresti?» dice avvicinando di più a me
«Probabile» rido prendendolo in giro
«Va bene Ariel, starò attento allora» dice mettendomi un ciuffo dietro l'orecchio
«Scuttle, taci»
«Ma la finisci con questo nome? Un gabbiano poi ma pensa tu» alza gli occhi in aria
«E tu smettila con sto Ariel»
«Mai, Ariel» ride lui
Gli faccio la linguaccia e lui mi guarda ridendo
«So che hai perso una scommessa, ma vuoi il bacio proprio ora dopo 2 ore passate a parlare di Publio Cornelio Tacito?» ride
«Ma smettila idiota»
Prendo le mie cose, le sistemo nella borsa, prendo il telefono e noto che è scarico
«Cazzo!» impreco
«cos'è successo»
«Potresti prestarmi il tuo telefono? il mio si è scaricato devo chiamare un taxi»
«Non hai la macchina?»
«No l'ho data a Victoria e Dustin»
«Ti do io un passaggio»
«Non c'è né bisogno»
«Sei rimasta qui e senza macchina per fare ripetizioni a me, quindi si ti do un passaggio»
«Se la metti così accetto» dico ridendo

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