Capitolo 35

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Nathan
Il primo luccichio del mattino si infila attraverso la finestra socchiusa. Mentre apro gli occhi una sensazione di calma mi attraversa. La presenza di Grace accanto a me rende il risveglio ancora più sereno. Riposa con dolcezza, come se il sonno avesse sciolto ogni traccia di preoccupazione dal suo viso. Guardandola, abbozzo un sorriso spontaneo. Trovo strano come il semplice fatto di averla accanto ha il potere di allontanare i problemi e i pensieri che avvolgono la mia anima.
Ieri sera, si è addormenta sul divano e l'ho portata in camera mia. Dormire insieme é sembrata la cosa più naturale del mondo. Ieri sera mi ha trasmesso una calma, che non pensavo potessi mai provare. Come se lei fosse il mio rifugio.
Mentre osservo il suo viso tranquillo, i ricordi della notte prima si fanno vivi nella mente.
I pensieri bui, che occupano un angolo oscuro della mia mente, sembrano meno gravi con lei al mio fianco. In lei trovo conforto, un conforto che non provavo ormai da anni.
Mi alzo dal letto con attenzione, cercando di non svegliarla. Esco dalla stanza, e mi dirigo in cucina. L'odore del caffè appena preparato si sente nell'aria, mentre preparo la colazione.
Con un vassoio tra le mani, arricchito da una tazza di caffè e alcuni dolci appena sfornati, ritorno nella stanza. Grace sta ancora dormendo, e la luce delicata del mattino fa risplendere la sua figura come un'opera d'arte.
Mi avvicino al letto con passi leggeri e mi siedo accanto a lei. Poggio il vassoio su un tavolino accanto al letto e mi chino per darle un delicato bacio sulla fronte.
«Buongiorno, Ariel.» sussurro dolcemente
Si risveglia lentamente, uno splendido sorriso nasce sul suo viso appena mi vede.
«Buongiorno» dice dolcemente, stampandomi un bacio
«Ho pensato che una colazione a letto fosse un modo perfetto per iniziare la giornata.» dico con un sorriso, porgendole la tazza di caffè.
I suoi occhi si illuminano di gioia, prende la tazza e mi ringrazia con un bacio affettuoso.
«Grazie Nath.» dice dolcemente, assaporando il caffè.
Il suono acuto del telefono aleggia nel silenzio della stanza, facendomi sobbalzare.
«Pronto?»
«Nathan, Nathan...» dice la voce, in tono sarcastico. «Ti ricordi di me? Ti do un indizio. Soldi e debito. Il capo é uscito di prigione e vuole ripagato. Spero tu abbia dei soldi da parte, altrimenti sai che saremo costretti a fare qualcosa di molto brutto»
Le parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Mi allontano dalla stanza per non far ascoltare la conversazione a Grace.
«Ah, molto dolce e bella la tua ragazza. Come si chiama..? Ah ecco, si, Grace.»  continua la voce, con malizia. «Sembra molto interessante, che ne dici se ci giochiamo un po'?»
Le parole risuonano nella mia mente come un campanello d'allarme. La rabbia si insinua dentro di me.
«Non rompere i coglioni e non permetterti a toccarla. Gli darò i soldi e chiudiamo la questione. Giù le mani da Grace» dico infuriato
«Hai una settimana per ripagare, Nathan. Le conseguenze potrebbero diventare spiacevoli, lo sai.»
Con un nodo alla gola e il cuore che batte forte nel petto, mi ritrovo a confrontarmi con le mie scelte passate.

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