Capitolo 41

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Grace
Sono a casa, Nathan é uscito dicendomi che torna presto, è andato all'incontro di cui si erano messi d'accordo. É passata mezz'ora e non è ancora tornato, ho l'ansia che mi stringe la gola, non riesco a respirare. Immersa nei miei pensieri sento bussare alla porta, mi alzo di scatto e corro ad aprire. Difronte ho Nathan, sano e salvo.
Ci sediamo nel soggiorno, la luce soffusa crea un'atmosfera rassicurante. Nathan tiene la mia mano con fermezza, come se volesse assicurarsi che non stia scomparendo da lui. I nostri sguardi si incrociano, comunicando una miriade di emozioni senza bisogno di parole.
Nathan si accorge delle tracce di preoccupazione sul mio volto, accarezza il dorso della mia mano con il pollice. I suoi occhi, intensi e premurosi, scrutano i miei come se volessero leggere ogni sfumatura delle mie emozioni.
«Grace, sei sicura che stai bene?» chiede, la sua voce morbida come una carezza.
Stringo un po' di più la sua mano, cercando di tranquillizzarlo. «Ero tanto preoccupata per te, ma ora che sei qui sto bene.»
I suoi occhi si riempiono di dolcezza. «Se solo potessi cancellare ogni momento di paura che hai vissuto oggi.» dice accarezzandomi «Non permetterò mai più che qualcuno ti faccia del male. Farò di tutto per proteggerti.»
«E tu? Come stai?» chiedo, preoccupata per la sua situazione.
«É tutto risolto» dice sorridendo  «Grazie, per essere rimasta con me nonostante tutto.»
Mi guarda negli occhi con un mix di gratitudine e amore. «Non so cosa avrei fatto se ti avessero fatto del male.»
Sorrido, cercando di alleviare il peso che si porta dentro. «Hai fatto di tutto per proteggermi, e sono qui, sana e salva, grazie a te.»
«Prometto di tenerti al sicuro, sempre.»
Passano un po' di minuti e noto che è diventato più silenzioso.
«Nath, che c'é?» chiedo preoccupata.
«Ti hanno parlato dell'omicidio probabilmente.»
«Ho sentito qualcosa, si» dico freddamente
«È stato un errore, Grace, lo giuro. Sono stata coinvolto in una rissa e le cose sono sfuggite di mano. Non volevo fare del male a nessuno, ma le circostanze mi hanno trascinato in una direzione terribile.»  dice pieno di senso di colpa.
«Perché non me ne hai mai parlato?»
«Avevo paura. Paura di perderti, di farti allontanare da me. Ero convinto che se avessi rivelato la verità, mi avresti visto con occhi diversi. Per il mostro che sono stato»
«Tu non sei un mostro Nathan. La vita ti ha messo davanti talmente tanti problemi, che qualsiasi persona avrebbe affrontato nel modo sbagliato. Soprattutto alla tua età. Eri solo un ragazzino e hai portato addosso un peso troppo grande per le tue spalle»

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