capitolo 1

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La mia stanza era piena di scatoloni chiusi. C'era un forte odore di muffa infatti dovetti aprire la finestra della camera. Tutti i mobili erano ricoperti dal celofant e non c'era la luce. Usavamo le candele da almeno una settimana e la cosa era snervante.

Mi svegliai abbastanza presto per avere il bagno tutto per me. Mi feci una doccia con l'acqua completamente gelata e appena uscì presi il fono a batterie per asciugarmi i capelli e per riscaldarmi quel poco che bastava. Il clima a Mullingar era freddo, le nuvole coprivano il cielo e il mio umore era sempre depresso.

Mi manca il clima caldo dell'Italia, mi mancano i miei amici e soprattutto la mia migliore amica Valentina.

Guardai l'immagine riflessa nello specchio: ero così pallida, malinconica e avevo delle enormi occhiaie. Mi lavai i denti e con prudenza mi spazzolai i miei capelli ricci e rossi. Presi del correttore e coprii il nero che invadeva il mio contorno occhi, mi passai del fard sulle guance e mi misi della matita verde che evidenziava i miei occhioni verdi.

Oggi sarebbe stato il mio primo giorno di scuola, anche se eravamo a metà Marzo. Odiavo mia madre per essersi risposata con un irlandese di nome Bill più grande di lei di almeno 15 anni e in più aveva un figlio diciottenne: Ryann.

Andai in camera con l'asciugamano ancora indosso e mi trovai difronte Ryann che mi aspettava impaziente.

-che cavolo ci fai tu qui?-

-hei calmati, rossa! Il pulmino ci sta aspettando.-

-ESCI DA CAMERA MIA!-

-va bene... ti aspetto di sotto-

Mi guardò da cima a fondo per poi uscire dalla mia camera. Imprecai a bassa voce, lo odiavo. Era così arrogante e stronzo, che se fosse stato per me l'avrei ucciso per i dispetti che mi faceva. Una volta mi aveva legata ad un palo e mi aveva spalmato completamente il viso con della crema alle arachidi.

Indossai velocemente una felpa grigia abbinata alle Converse e un paio di jeans e presi la borsa con tre quaderni contati. Adesso che andavo al liceo potevo scegliere di fare alcuni corsi extra curriculari e sicuramente sarei andata a musica. E da quando avevo 7 anni che ho iniziato a suonare pianoforte e chitarra e inoltre, dopo aver frequentato scuola di canto in Italia, canto abbastanza bene.

Vidi Bill e mia madre seduti a tavola che consumavano la colazione tipica irlandese. Bill alzò gli occhi e incrociò il mio sguardo un po' ostile e assonnato.

-Buongiorno Julie... dormito bene?-

Sentivo lo sguardo dei miei genitori squadrarmi dalla testa ai piedi. Mi precipitai verso la porta e uscì di corsa vedendo che l'autobus stava per andarsene. Accelerai il passo e per un pelo entrai dentro . Mi sedetti accanto a mio fratello non avendo nessun amico, a parte lui. Vestiva sempre di nero, si truccava pesantemente gli occhi e in qualche modo era sempre a disagio quando c'ero io.

-comunque potevi anche bussare...-

Dissi a bassa voce ma non ricevetti nessuna risposta. Si era messo già le cuffie entrando nel suo mondo oscuro.

-va bene...-

Cercavo in tutti i modi di andare d'accordo con lui, ma non ci riuscivo. Fortunatamente il tragitto durò 15 minuti. Scesi dal pulmino e notai un ragazzo biondo che mi guardava da lontano. Sembrava amichevole e ed era molto carino, diverso dagli altri.

Mio fratello mi prese da un braccio con molto aggressività facendomi sussultare.

-ma che ti prende?-

Il suo sguardò gelido mi penetrò l'animo.

-qui io non ti conosco... non venirmi a rompere. Se hai bisogno ci sono le bidelle.-

The Hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora