capitolo 14

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Indossai il vestito che mi aveva regalato Liam. Era bellissimo. Mi misi un filo di trucco e uscì di casa dopo aver salutato i miei genitori. Ryann mi avrebbe accompagnata ad un pub, dove i miei amici mi stavano aspettando. Era molto sexy. Indossava un smoking, che evidenziava ogni parte del suo fisico perfetto da atleta.  Salimmo in macchina.

-Stai attenta rossa!-

-so badare a me stessa-

-mi devo preoccupare?- il suo tono di voce era completamente ironico ma si poteva udire anche un filo di malinconia. Ci teneva a me. Aveva paura se Niall sarebbe tornato. Ma il mio pensiero non era su Niall. Non vedevo da almeno un mese quell’uomo con il passamontagna, che mi aveva incasinato la vita. I miei occhi scrutarono attenti ogni singola parte della strada, quando la mia attenzione fu colta da un uomo, sotto i riflettori di una luce fioca. Era vestito di nero. Metteva i brividi. Scossi la testa. Non poteva essere lui. Eppure quella paura che un mese fa si impadroniva del mio corpo, era tornata. Mi si congelò il cuore appena vidi che correva. Veniva verso di noi. Verso di me. Riuscì ad intravedere il suo sguardo. Occhi castani e colmi di odio.

Chiusi gli occhi per poi aprirli un attimo dopo. Non c’era più. Quell’uomo era sparito. Mi strofinai gli occhi. Il tocco di Ryann mi fece sussultare.

-ehi…siamo arrivati-

-sisi-

Scesi dall’auto.

-alle 9 ti vengo a prendere…-

Annuì. Aspettai che la macchina se ne andasse. Entrai nel pub e trovai Harry baciarsi con Sophie. Mi avvicinai a loro.

-Dov’è Liam?-

Entrambi si separarono all’istante per abbracciarmi.

-tanti auguri Julie!-

Accolsi volentieri il loro abbraccio caldo e mi lasciai per un attimo andare. Fu Harry a rispondere alla mia domanda.

-non verrà-

Il mio sguardo passò da quello di Harry a quello di Sophie. Sapevano come l’avrei presa. Mi intristì. Perché? Perché non era venuto? Cosa avevo fatto per non farlo venire? Me l’aveva promesso… Tirai su con il naso appena sentì alcune lacrime scorrermi sul viso. Le mie iridi verdi incontrarono quelle di Sophie. Ma lei guardava da un’altra parte. Lei guardava dietro di me. Percepì subito il terrore che le emanavano gli occhi e con fare protettivo Harry si mise davanti a noi due.

Due occhi azzurri mi penetrarono l’animo. I suoi capelli biondi, i suoi denti storti, il suo fisico magro… Niall. Niall era lì. Era tornato.

-Levati dai coglioni Niall!- la voce roca e protettiva di Harry mi rassicurò leggermente.

-perché altrimenti che fai?- fece due passi lunghi raggiungendo il viso di Harry. Sentì la mano di Harry stringermi sempre di più il polso. Gli occhi di Niall si concentrarono sui miei. Fece un sorriso provocatorio.

-ciao Julie… è da tanto che non ci si vede…-

-TI HO DETTO DI ANDARTENE!- Harry mi lasciò il polso e diede una forte spinta a Niall, che indietreggiò di almeno cinque passi. Ma Niall non era solo. Al suo fianco c’erano altri due ragazzi, entrambi esili di corporatura tranne uno, il mulatto. Era più muscoloso fra i due. I suoi occhi castani furiosi erano diretti a Harry, mentre l’altro ragazzo, dall’aria infantile e dolce, guardava Sophie.

-  Dov’è Liam? Ti ha lasciata il giorno del tuo compleanno? Io non l’avrei mai fatto…-

Sapeva benissimo dove andava a parare. Sapeva bene che quando ci tenevo ad una cosa o ad una persona l’avrei difesa in tutti i modi. Quel suo sorriso provocatorio fece nascere in me rabbia. Avanzai di qualche passo prima che Niall mi prendesse il viso e mi baciasse. Con la coda dell’occhio vidi i due ragazzi prendere Harry e Sophie in “ostaggio”, per dare spazio a Niall di prendersi gioco di me. Mi ci volle un po’ prima di separarmi da lui.

-che cosa vuoi Niall?-

-te…era logico-

-tu non mi avrai mai! MAI.-

-lo sai che Liam lavora per tuo padre?-

 Mio padre. Cosa centrava lui. E con Liam… Ricordai tutte le scene in cui appariva l’uomo con il passamontagna. Occhi castani divorati dall’odio e dal rimpianto. Labbra fine che formavano, ogni volta che mi faceva soffrire, un sorriso  provocatorio e soddisfacente.

La paura si impossessò nuovamente su di me. I miei occhi restarono spalancati. Il mio cuore batteva lento. Non riuscivo a respirare. Mi portai una mano sul collo.

-c….come…..non è vero…non può essere….-

Tutte le volta che Liam si assentava era perché doveva incontrare quella perfida bestia che mi aveva distrutto la vita tanti anni fa. Le gambe tremolanti cedettero e con un tonfo cadetti a terra.

Aprì la bocca per riaccumulare aria. Ma non ci riuscivo, i polmoni non rispondevano ai miei comandi.  Ogni volta che chiudevo gli occhi quel terribile ricordo invadeva il mio spazio visivo. Grida, lividi, mamma, frusta, sangue. Gridi, lividi, mamma, frusta sangue. Gridi, lividi, mamma, frusta, sangue. E la sequenza continuava a ripetersi. Sentì freddo, un freddo allucinante invadermi tutto il corpo. Non riuscivo più a distinguere i suoni, i visi della gente che mi stava intorno. Poi ad un tratto calai nel silenzio e nell’oscurità più totale.

The Hell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora