capitolo 36

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Mio padre. Era lì, difronte a me. Inspiegabile ma vero. Sapevo che era lui. Capelli rossi, occhi verdi… eppure il suo volto era familiare e molto. Lo conoscevo, sapevo che era sangue del mio sangue.  I nostri mignoli erano legati da uno spago invisibile, per dire che ci appartenevamo.

Lo riconobbi. Mi venne una fitta al cuore. Non poteva essere lui.

-Tu?-

-Si Julie, sono io- la sua voce era profonda, agghiacciante.

Il suo sguardo mi trafisse l’animo. Mi aveva abbandonata e adesso era entrato nella mia vita. Perché lui? Perché Bill?

Iniziai a correre verso di lui, ma era irraggiungibile…

Mi svegliai di soprassalto. Il cuore mi batteva veloce, non aveva modo di fermarsi. Sentivo gli occhi bruciarmi dalle lacrime e il mio corpo era come paralizzato. Non riuscivo a calmarmi.

La mia memoria continuava a trasmettere le immagini di quell’incubo… Che c’entrava Bill in tutto ciò? Provai a capire, a riflettere…  ma poi qualcuno bussò alla porta.

-Julie sei pronta? Quando hai finito vieni nel salotto di ieri!-

Mi girai e fissai la porta. Respirai a fondo per poi dire un “si” chiaro e acuto.

Andai in bagno  mi feci una doccia fresca, mi sciugai e pettinai i capelli per poi racchiuderli in una morbida treccia lasciata cadere su una spalla, indossai l’ intimo,  gli short e una canottiera bianca del mio ragazzo con scritto “Believe in your self”

Annusai la canottiera e le mie labbra formarono un dolce sorriso. Odorava ancora della sua pelle profumata da un bagno schiuma che amavo. Mi persi nei miei pensieri ricordandomi il tocco caldo di Niall, i suoi occhi, il suo sorriso… poi scossi la testa e ritornai alla realtà.

Calzai un paio di ballerine rosse e uscì dalla stanza, chiudendola con la chiava dell’albergo. Ero nella stanza 666… la stanza del diavolo… non poteva andare meglio di così!

Consegnai la chiave alla reception per poi andare nel salotto. Cercai con lo sguardo finché degli occhi color nocciola mi catturarono. Andai verso Alex, sedendomi accanto a lui. Mi diede un bacio sulla guancia ed io ricambiai.

-Stai bene?-

-Si… ma ho fatto un sogno assurdo, strano.-

-Dimmi tutto tesoro-

-Ho sognato Bill… e lui era mio padre…  è strano, vero?-

Lo guardai cercando approvazione, ma sembrava pensieroso… stava riflettendo.  La sua mascella era tesa, lo sguardo era perso nel vuoto ed ogni centimetro del suo corpo era immobile.. anche il suo respiro era fermo. Poi sospirò.

-Beh…può darsi che sia tuo padre… Stessi occhi, stesso colore di capelli, stessa carnagione… dobbiamo cercare e trovare altri indizi… per il momento niente è sicuro-  mi prese la mano in segno di conforto – lo troveremo Julie e lo sbatteremo in carcere, te lo prometto-

-Non promettermi cose che neanche tu stesso sai di poterle mantenere!-

-Julie…-

-Niente Julie… Andiamo, non sprecherò altro tempo prezioso a parlare… dobbiamo agire e SUBITO-

Annuì. Ci alzammo entrambi. Chiamò un taxi mentre mandavo un messaggio a Niall. Mi soffermai un po’ a vedere l’immagine di noi due vicine. Mi mancava davvero tanto…. Lo amavo. Lo stavo facendo per lui, per me stessa. Dovevo scoprire chi era MIO padre. Niente e nessuno me l’avrebbe impedito. Aprì la finestra dei messaggi.

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