Ormai era notte fonda. La luce pallida della luna illuminava il mio volto pensoso che guardava fuori dalla finestra. I nostri vicini di casa avevano organizzato un party, ma non mi avevano invitata. Speravo che Liam si facesse vivo, invece di lui nessuna traccia. Niall invece, era venuto più volte a cercarmi in casa, ma mamma gli aveva detto che non stavo bene…quindi se ne era andato. Avevo paura di lui… avevo paura di subire la sua violenza come una volta fece mio padre con mia madre. Quell’episodio non potrò più dimenticarlo. Mi madre era accasciata a terra che sputava sangue sul pavimento della cucina, la pelle coperta di lividi viola e rosei e alcuni graffi sulla schiena. Mio padre teneva una frusta, e il suo sguardo era demoniaco. Avevo solo 7 anni. Mamma mi pregò di chiamare la polizia, ma mio padre mi prese all’improvviso, mi tappò la bocca con del nastro isolante grigio e mi chiuse nella cantina al buio. Tutta la notte dovetti subire le urla di mia madre per il dolore e le imprecazioni di quel lurido mostro che mi aveva dato la vita.
Rimpiansi fino ad oggi tutte le volte che lo baciavo sulle guance, tutte le volte che gli correvo incontro per ricevere un suo abbraccio, tutte le volte che gli dicevo “ti voglio bene papà”.
Delle lacrime amare si fecero spazio sul mio viso, mentre ascoltavo “For the love of daughter”. Mi tolsi le cuffie e gettai l’ MP3 sul letto. Sorseggiai il thè che mia madre mi aveva portato 10 minuti fa. Quel caldo mi penetrò l’animo, facendomi sentire meglio. Sorrisi a quella sensazione mentre fra i miei pensieri si fece largo un solo sorriso: quello di Liam.
Quel ragazzo emanava un’elettricità che mi piaceva da pazzi. La mia tasca vibrò, facendomi bruciare il labbro superiore con il the. Presi il telefono e lessi il messaggio.
“sei ancora sveglia? Liam xx”
“si.. lo sono”
“posso venire da te? o disturbo?”
“sono le 3 passate… domani c’è scuola…”
“lo so… allora, posso?”
“ok!”
In meno di 5 minuti mi arrivò un altro messaggio che mi diceva di venirlo ad aprire la porta. Posai la tazza sulla scrivania, mi infilai le pantofole a forma di coniglio e andai di sotto. L’aria fresca mi trapassò i vestiti anche se gli occhi di Liam mi riscaldavano. Entrò senza dire una parola. Chiuse la porta alle sue spalle, e la mia schiena toccò quel legno duro. Prese entrambi i miei polsi e le sue labbra si poggiarono velocemente sulle mie. Sentivo il suo respiro affannoso e caldo invadermi la parte destra del mio viso, e il suo tocco leggero mi fece rabbrividire. Le sue labbra si separarono dalle mie delicatamente e la sua lingua assaporò le mie labbra.
-avevo bisogno di vederti…-
Mi prese la mano e quasi correndo entrammo in camera mia. Mi spinse sul letto, facendomi sdraiare mentre il suo corpo caldo si distendeva sopra il mio. Le sue labbra si mossero velocemente dal mio collo alle mie labbra, non facendomi capire più niente. Prese entrambi i lembi della maglietta e me la tolse in meno di due secondi, gettandola ai piedi del letto. Il suo sguardo pieno di desiderio mi fece rabbrividire e le mie mani tramanti lo bloccarono.
-cosa stai facendo?-
-voglio giocare un po’ con te…-
-bel modo di giocare…-
-ti piacerà…vedrai!-
Le sue labbra si posarono nuovamente sulle mie nello stesso istante in cui stavo per protestare, ma Liam si fermò un attimo dopo. Si distese di fianco a me, e trasportò il mio corpo più vicino al suo, percependo il suono del suo cuore. Mi avvinghiai a lui e chiusi gli occhi, mentre il mio cuore batteva all’impazzata e non c’era modo di fermarlo. Le mie mani gli lasciarono i polsi liberi e quando il suo toccò mi sfiorò la guancia sussultai.
-tranquilla…-
Mi baciò la fronte, prima che si addormentasse del tutto.
**
-COSA CI FACEVA QUEL RAGAZZO IN CAMERA TUA IERI SERA?- disse Bill.
Era pomeriggio. Ormai la mattinata era passata velocemente con la scuola e Bill non aveva finito ancora il suo cazziatone. Mi aveva sorpresa insieme a Liam.
-Bill…non è successo niente…non abbiamo fatto niente-
-devo controllare le tue lenzuola per esserne certo?-
-controllale… ti ripeto, non abbiamo fatto niente!-
Tutta la mia famiglia stava assistendo alla discussione fra me e Bill. Mamma aveva cercato di difendermi, ma le dissi che non avevo bisogno di nessun avvocato, mentre Ryann si schierò dalla parte del padre. Ryann poteva fare tutto quello che voleva nella sua stanza ed io no? Cose da pazzi.
-mi fido di te…-
Si era arreso. “Finalmente” pensai. La lite era durata circa un’oretta e mezza, era ora. Andai in camera e mi misi una tuta da ginnastica e mi legai i capelli. Uscì fuori di casa subito dopo e iniziai a correre. C’era un sole che spaccava le pietre e faceva davvero molto caldo. Percorsi un paio di kilometri finché non svoltai su una via, dove Niall stava fumando. Le sue iridi celesti incontrarono lei mie e le sue labbra formarono un sorriso provocante e oscuro.
-ciao julie…-
-ciao…-
Si avvicinò a me ed io indietreggiai di parecchio. Mi faceva paura. Iniziai a correre, sentendo i suoi passi dietro ai miei.
-Julie! Fermati!-
Le gambe obbedirono ai miei comandi e si mossero più veloci principalmente per l’adrenalina che mi scorreva nelle vene. Sentivo le imprecazioni di Niall, provenire da dietro finché qualcuno mi prese e mi tappò la bocca, trascinandomi in un vicoletto buio.
-sono Liam…tranquilla…-
Lo abbracciai forte, mentre i suoi occhi erano concentrati su Niall che sembrava proseguire più avanti. Tirai un sospiro di sollievo che si infranse sul petto di Liam.
-ho avuto tanta paura…-
-ci sono io adesso...-
Restammo abbracciati lì, in quell’angolino, coperti dal buio che però veniva schiarito dal nostro sentimento forte.
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The Hell.
FanfictionJulie Set è una ragazza sedicenne come tutte le altre. Si è da poco trasferita a Mullingar con sua madre Mollie per lasciare il suo terribile passato alle spalle: la madre è stata violentata da Alex, il padre biologico di Julie. Presto la madre si r...