capitolo 37

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In quei due giorni avevo scoperto tutto. Volevo solo ritornare a casa, per abbracciare il mio ragazzo e per stare con lui, almeno per un’ora… poi l’incredibile doveva accadere. Avevo elaborato un piano… ma si sa, i piani elaborati non andranno mai come volevi. Per questo esistevano i piani B… ma io non ne avevo.

Presi le valigie e scesi. Alex era lì, pronto per impedirmi di partire verso Mullingar e affrontare la pura realtà. Scesi l’ultima scala per poi posare la valigie.

-Senti Alex io…- mi zittì.

-Mi fido di te, Julie… sei libera di fare ciò che vuoi… ma sappi che sarò sempre lì, accanto a te, pronto a coprirti le spalle… fai attenzione adesso…-

-Tu non vieni?-

-Mi vuoi con te?-

-Certo…-

Le sue braccia mi strinsero forte a se mentre una mia lacrima gli bagnava la pelle. Le sue labbra baciarono rassicuranti  la mia testa.

-Sarò sempre con te piccina mia, non ti lascerò andare un’altra volta… -

-Grazie Alex-

Quello era mio padre. Quello che si prendeva cura di me, quello che mi amava per quel che ero, quello che non mi avrebbe mai abbandonata. Questa battaglia era nostra. Bill doveva pagare.

Dove pagare per aver fatto male a Mollie. Questa battaglia si sarebbe conclusa una volta per tutte, ed io non vedevo l’ora.

***

L’aereo volava in alto nei cieli limpidi di Mulllingar e come sempre la nausea si era impossessata di me. Era una fobia per me, soffrivo di vertigini e già era tanto per me salire su un uccello a due ali metalliche!

Fortunatamente l’areo decollò e ringraziai Dio per aver messo i piedi a terra! Presi le valigie e subito qualcuno mi abbracciò da dietro.

-Ti dona la mia canottiera…-

Il suo respiro caldo si infrangeva sull’incavo del mio collo e una sua lacrima lo bagnò. Mi girai, lasciando cadere le valigie a terra. Il biondo mi guardava con occhi lucidi. Quei occhi azzurri che sembravano averli rubati al cielo più chiaro di tutta l’Irlanda.

-Niall…- anche a me scesero alcune lacrime. Mi era mancato così tanto e tutto quello che era successo aveva allargato il vuoto che avevo dentro. Le sue labbra pressarono forti sulle mie. Il mio stomaco fu invaso dalle farfalle e il cuore era andato in tilt… una sensazione che da due giorni mi era completamente mancata.

-Sono qui amore, sono qui-

Si, lui c’era. Non l’avrei abbandonato più… anche perché sapevo cosa si provava.  Qualcuno tossì alle nostre spalle e noi ci separammo dal bacio e dall’abbraccio. Niall andò ad abbracciare Alex che mi guardò insospettito e confuso.  Era strano. Una volta avrei gioito per quella scena… mio padre e il mio ragazzo abbracciati… ma adesso tutto era cambiato.

 Niall si separò dall’abbraccio e tornò da me, prendendo le mie valigie.

-Grazie amore-

Gli diedi un piccolo bacio a stampo.

***

Ritornammo a casa. Appena entrai l’odore di vaniglia invase i miei sensi. Tutto era rimasto com’era, solo una lampada azzurra e misteriosa si era intrufolata di nascosto nel soggiorno.

-E’ nuova Ni?-

-Si, me l’ha regalata Bill… in segno di gratitudine per aver badato a Mollie-

-Bill?-

O mio dio. Lui era stato qui, Niall non sapeva, non l’avevo aggiornato. Non gli avevo detto che Bill era mio padre, che LUI aveva picchiato Mollie.

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