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So che è troppo presto, stiamo insieme da pochi mesi e la strada è ancora tutta in salita. Non era per nulla programmato e nemmeno ci pensavo. Volevo solo vivermi la mia storia con lui.

-Sono pronta ad affrontare qualsiasi decisione tu prenda. Sono pronta anche ad andarmene subito, con il cuore in mille pezzi ma non costringerò nessuno. Sappi che io voglio tenerlo, non me la sento di abortire, per cui devi decidere tu se vuoi..- mi interrompe e mi bacia.

Stare senza i suoi baci è quasi una tortura, non ne ho mai abbastanza. Le sue labbra morbide, delicate, che sanno come tranquillizzarmi. Quando lo bacio mi sento bene, tutti i pensieri nella mia testa smettono di urlare.

-Non pensare nemmeno per un secondo che ti avrei lasciata. Mi dispiace, sono un completo idiota e uno stronzo per essermi comportato così di merda con te. So bene quanto ci tieni a me, lo vedo nei tuoi occhi e nei sorrisi ogni volta che mi vedi-

-Mi hai fatto intendere prima che eri sul punto di lasciarmi- sussurro. Vorrei sbagliarmi.

-Lo so e mi dispiace, ma ti assicuro che anche se non fossi incinta non ti avrei fatto varcare la porta di casa. La nostra casa. Ero arrabbiato con mio fratello e me la sono presa con te. Ho sbagliato, mi sono sfogato con la persona sbagliata e ti chiedo di perdonarmi- dice toccandomi la pancia, con lo sguardo perso, quasi incantato.

-E' tuo, se te lo stai chiedendo- dico abbozzando un sorriso. Vedendolo così concentrato sulla mia pancia mi sorprende, non sapevo cosa aspettarmi da lui. Accenna poi un sorriso che mi contagia.

-E' per questo che sei voluta venire qui?- chiede mentre mi abbraccia.

-Anche. Dopo quello che ha detto Lorenzo ho avuto paura e ho pensato prima al bene del bambino. Insomma per ora non si sarebbe saputo nulla, ma tra un paio di mesi si sarebbe iniziato a vedere qualcosa-

-Mi hai reso così felice. Rimedierò, mi prederò cura di te, di voi. Non mi sarei mai aspettato che a una notizia del genere avrei reagito così bene. Mi sento davvero bene- sta sorridendo da non so quanto ed è bello vederlo così felice, sono rare le volte in cui sorride ma vederlo ora mi rassicura.

-Ora mangiamo qualcosa e poi andiamo a dormire- dico guardando l'orologio: non mi ero accorta fosse così tardi.

-Cosa hai voglia di mangiare?- mi chiede andando verso la cucina.

-Dipende cosa c'è in casa- so che in dispesa non c'è granché se non dei grissini. A dispetto del frigo che è completamente vuoto.

-Vado a prendere qualcosa- fa per infilarsi la giacca ma lo fermo.

-A quest'ora? Non penso ci sia qualcosa di aperto- sono preoccupata, non so esattamente per cosa, ma ho un minuscolo campanello che tentenna debole.

-Troverò qualcosa- mi lascia un bacio sulla fronte ed esce.

Mi siedo sul divano e aspetto. Chiudo gli occhi per cercare di riposare un attimo ma li apro di scatto e quando sento un rumore: guardo fuori ma è buio e non si vede quasi nulla. Ho come la sensazione di essere osservata.

Vado verso la porta finestra e rimpicciolisco gli occhi nel vano tentativo di scorgere qualcosa fuori. Non riesco a mettere a fuoco, distinguere nel buoi della notte una casa da un albero. Cerco di rilassarmi e torno a sedermi sul divano, richiudendo gli occhi. Sarà colpa di tutto quello che è successo oggi.

Sento poi un altro rumore e faccio un salto sul divano aprendo gli occhi. Mi guardo intorno: Domenico è rientrato.

-Trovato qualcosa?- chiedo alzandomi.

-Cibo cinese ti va bene?- chiede tirando fuori dal sacchetto dei contenitori.

-Va più che bene- sorrido mentre mi lascia un bacio sulla fronte.

-Vieni qui- mi fa segno di sedermi sulle sue ginocchia. Faccio come dice e mi avvolge un braccio attorno alla vita.

-Sai prima ho sentito un rumore, forse me lo sono solo immaginato, sarà stata la stanchezza unita alla giornata. Però puoi controllare lo stesso che non ci sia nulla fuori?- chiedo.

-Certo- mi lascia un altro bacio fra i capelli e mi fa alzare. Va verso la porta finestra, la apre ed esce. Torna dopo 5 minuti.

-Sei al sicuro- dice facendomi risedere sulle sue gambe.

-Grazie- sussurro sorridendogli.

-Tu non hai fame?- mi chiede passandomi un involtino.

-Troppa- ridacchio e ne prendo un morso.

-E poi da adesso siete in due- sorride toccandomi la pancia.

-Vero però per il momento questa cosa rimane tra me e te- dico mangiando degli spaghetti di riso.

-Sì meglio evitare che la voce si sparga- ha un tono piatto, non sembra preoccupato, quasi come se dovesse dire quella frase per circostanza e non perché davvero gli importi qualcosa. Mi sa che stasera la stanchezza si fa sentire e mi faccio troppe paranoie, vedo cose che non esistono.

Dopo aver mangiato, ci sdraiamo nel letto guardando fuori il cielo stellato. Il bello di non abitare in città, lontano dalle luci che illuminano troppo la notte oscurando le bellissime costellazioni che l'universo offre.




No Pain 2 - Into The Storm - [COMPLETA ✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora