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Domenico

Quando pensavo che fosse tutto finito, ecco che ritorna come una fenice dalle ceneri. Ma proprio di lei si doveva ricordare? Io sono qui, vicino al suo letto notte e giorno, torno a casa solo per fare una doccia e cambiarmi e lei si ricorda solo di lei? Non mi capacito di come il cervello possa essere così selettivo e pragmatico.

-E' una persona che ora non ci darà più fastidio- dico ripensando a cosa ha dovuto fare lei per farla uscire definitivamente dalle nostre vite.

-Perché mi ricordo questo nome?- chiede e vorrei saperlo pure io.

-Non lo so, ma tu devi dimenticare quel nome, concentrati sulla bambina, su di te, su di noi e vedrai che piano piano tornerà tutto a galla- le lascio un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza per farla riposare. Ne approfitto e cerco un dottore per chiedere spiegazioni.

-Dottore, non capisco. Monica non ricorda niente, proprio niente. Eppure, oggi le è tornato alla mente un nome: Sofia. Deve sapere che è la ex fidanzata di mio fratello, una persona ossessionata e possessiva, che per fortuna è uscita dalle nostre vite- inizio a raccontare.

-Monica, in tutto questo, che rapporto aveva con Sofia?- mi chiede il medico.

-Bhe si sono viste un paio di volte, con toni accesi anche. Sofia è una persona con dei problemi relazionali..- cerco di essere il più chiaro possibile senza andare però troppo nel dettaglio.

-Potrebbe essere un frammento di memoria, un'immagine, un'emozione che il suo subconscio sta cercando di elaborare. Oppure, potrebbe essere un collegamento inconscio tra lei e Sofia, un legame che non conosce- alle sue parole mi vengono i brividi.

-Un legame inconscio? Ma come è possibile?- chiedo non capendo.

-La mente umana è complessa, Domenico. A volte, i nostri ricordi si nascondono in profondità, ed emergono solo in circostanze particolari. Potrebbe essere che Monica abbia incontrato Sofia in passato, senza ricordarlo. O forse, c'è qualcos'altro che non sappiamo- più il medico mi parla e più mi sento come in un labirinto senza uscita.

-E cosa posso fare?- quasi supplico il medico che mi confessi di avere una qualche pozione magica da poter cancellare tutto il resto e ricominciare.

-Per prima cosa, dobbiamo escludere cause organiche. Le faremo fare una serie di esami. Nel frattempo, potrebbe essere utile parlarle di Sofia, mostrarle delle foto, se ne avete. A volte, un stimolo esterno può innescare un ricordo- sgrano gli occhi alle sue parole. Non intendo parlarle di Sofia, l'unica cosa che non doveva ricordare era proprio lei.

Mi congedo velocemente, ringraziando il medico e torno nella sua stanza. Per fortuna dorme. Mi avvicino al suo letto e la guardo: spero che riesca a ricordare solo le cose belle. Mi sembra così fragile ma al tempo stesso forte per quello che sta passando. La sua pancia, ormai evidente, che sale e scende, mi perdo a fissarla. Mi immagino la nostra bambina, ridere, correre, giocare. Le accarezzo i capelli e le lascio un leggero bacio sulla fronte. Non riesco a smettere di guardarla mentre dorme, quasi incantato.

Due settimane dopo

Finalmente oggi posso portarla a casa. E' fuori pericolo, si è ripresa e la memoria piano piano sta tornando. Lei si veste, mentre io finisco di prendere la sua roba. L'aiuto ad alzarsi e piano ci incamminiamo verso l'uscita. L'odore del mare entra nei polmoni aiutandomi a rilassare tutti i muscoli.

-Mi è familiare- dice mentre le apro lo sportello della macchina.

-Difficile da dimenticare- mi pavoneggio sapendo che tipo di macchina è.

-Io però ci ero riuscita- sorride e scoppio a ridere. La sua simpatia fa capolino facendomi sgonfiare il petto che avevo ben in mostra essendo orgoglio della mia auto. Mi assicuro che stia messa comoda e poi parto direzione casa.

-Questo profumo- dice e rallento. Mi guardo intorno per cercare di capire e noto una panetteria. E la riconosco, è la nostra panetteria, dove tutti i giorni Monica va a prendere le brioches per la colazione o la focaccia. E' gestita da moglie e marito, due signori molto gentili e simpatici, a quanto mi ha sempre raccontato lei.

-Vuoi entrare?- le chiedo e lei annuisce. Scendiamo e attraversando poi la strada, ci ritroviamo di fronte all'ingresso. Lei si guarda intorno, quasi esita. La incoraggio ad entrare, magari vedere quelle persone la può aiutare a sbloccare altri ricordi.

-Monica- esclama la signora vedendola -E' un po' che non vieni, mi stavo preoccupando- mi squadra da capo a piedi, sta cercando di capire chi sono.

-Mi spiace, sono stata un po' impegnata- risponde sorridendo, come se si ricordasse tutto. Forse non vuole far sapere della sua condizione e la capisco.

-Il solito, cara?- chiede e Monica annuisce, guardando curiosa i movimenti della signora.

-Grazie mille- le rivolgo un sorriso, come a dirle "sono una brava persona", avendo visto il suo sguardo interrogativo e prendo il sacchetto.

-Ne avevo proprio voglia- esordisce Monica sorridendo appena usciti dalla panetteria.



No Pain 2 - Into The Storm - [COMPLETA ✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora