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Piove per due giorni di fila e siamo "costretti" a restare a casa. Passando così tanto tempo assieme ho scoperto il suo lato più dolce, premuroso. Si sta comportando come se io avessi già un pancione enorme da non poter fare le cose da sola. Mi fa sorridere e a volte lo lascio fare, apprezzo il suo gesto, ma ci sono delle volte in cui preferisco farlo da sola.

-Vado in ufficio a prendere il necessario, poi passo da casa a prendere qualche altro vestito e torno- dice mentre si veste.

-Posso venire con te? Qui da sola per ore non mi va di restare-

-Farò in fretta promesso- stamattina sembra abbia fretta. Mi avvicino e lo cerco di essere il più convincente possibile, davvero non ho voglia di stare da sola.

-Se ci sei anche tu, poi la roba dove la metto?- chiede. Se la mette così ha senso, ma io ho una strana sensazione. Alla fine cedo, non voglio tirare troppo la corda, mi inventerò qualcosa da fare, magari cucino qualcosa per stasera.

-Posso andare a fare la spesa o mi rinchiudi qui?- chiedo ridacchiando ma sono seria. Uscire e fare due passi mi aiuterebbe a passare le ore.

-Va bene, basta che mi avvisi- mi schiocca un bacio sulla fronte e mi stringe a se.

-Agli ordini capo- rispondo. Non mi va di essere controllata, però sempre meglio scrivergli che esco e ritorno piuttosto che sapere che lui mi segue tramite GPS.

-Tornerò da te- mi lascia un delicato bacio sulle labbra. Gli prendo il viso fra le mani e intensifico il bacio. Non so cosa mi sia preso, non voglio che se ne vada lasciandomi da sola, anche solo per qualche ora. Saranno gli ormoni che a causa della gravidanza stanno impazzendo.

Si allontana, mi sorride facendo l'occhiolino e lo vedo salire in macchina stavolta senza il suo completo ma con un semplice pantalone scuro, cardigan bianco e un cappotto beige lungo. E' anche più bello così. Esce dal cancello e sparisce dietro l'angolo, per qualche secondo posso ancora sentire il rombo del suo motore prima che rimanga solo silenzio. Troppo silenzio.

Decido di vestirmi e di uscire, fare due passi e poi andrò a comprare due cose, magari per fare un dolce. Non sono molto brava in cucina ma ho quasi tutta la giornata da impiegare in qualcosa.

Vado verso la spiaggia, mi tolgo le scarpe e affondo i piedi nella sabbia, fredda dato il periodo, ma sempre piacevole. Tira un leggero vento freddo, mi stringo nel giubbotto e inizio a camminare. Il mare d'inverno ha il suo fascino.

Cerco sul telefono se c'è un qualche tipo di supermercato o market dove poter compare due cose e mi avvio rimettendomi le scarpe. Cammino su un marciapiede che costeggia la spiaggia e d'improvviso sento una strana sensazione, poi una nausea fortissima e improvvisamente un conato mi sale. Cerco di nascondermi dietro un albero e tiro fuori tutto.

-Oh mio dio stai bene?- chiede una voce femminile.

Mi rialzo e cerco in borsa dei fazzoletti per pulirmi la bocca.

-Sì, solo un improvvisa nausea- alzo lo sguardo e mi ritrovo una ragazza davanti, penso abbia la mia età o poco di meno. Mi guarda preoccupata.

-Sicura? Vuoi che chiami qualcuno?- chiede.

-Sei gentile ma no grazie, ora sto bene. E' stata solo una cosa passeggera- le sorrido poco convinta. Mi sento strana, la gola mi brucia e ho un cattivo gusto in bocca. Forse è meglio se torno a casa. Mi volto, faccio due passi e barcollo, la testa mi pulsa.

-Aspetta- la ragazza di prima mi aiuta a stare in piedi. Che diavolo mi sta succedendo?

-Ti posso chiedere se mi accompagneresti a casa? Sempre che tu non abbia qualcosa da fare- chiedo. Non me la sento di tornarci da sola.

-Certo- sorride e mi appoggio a lei. Piano camminiamo e arriviamo a casa, la testa smette di girarmi ma la sensazione di nausea non passa.

-Grazie mille davvero. Come posso sdebitarmi?- le chiedo appena arrivo davanti al cancello.

-Ma figurati. L'ho fatto volentieri, non mi devi nulla- continua a sorridermi e riesco un po' a calmarmi. Ero agitata per la nausea, mi sentivo a disagio.

-Io sono Monica- mi presento.

-Sofia- mi stringe la mano.

-Abiti qui?- chiedo curiosa. Vorrei davvero trovare un modo per sdebitarmi, non tutti lo avrebbero fatto.

-Si, mi sono trasferita da poco- dice.

-Che coincidenza, anche noi. Magari possiamo vederci per un caffè, ti andrebbe?- magari riesco a fare amicizia qui e potrei avere qualcuno con cui parlare e uscire quando Domenico è via per lavoro.

-Volentieri- non smette di sorridere ed è contagiosa.

-Ora vado, ci vediamo, tanto sai dove abito- la saluto ed entro in casa. Mi tolgo il cappotto e mi siedo sul divano. Provo a sdraiarmi ma sento salire la nausea e mi rimetto seduta. Chiudo gli occhi nella speranza di calmare la testa e la nausea e mi addormento senza accorgermene.

-Piccola- mi sento chiamare. Apro gli occhi e mi trovo davanti il suo viso contornato dai boccoli.




No Pain 2 - Into The Storm - [COMPLETA ✔]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora